“Mi piacerebbe molto continuare a scrivere, ma se mi chiedono cosa voglio fare da grande non rispondo la scrittrice, perché spero di poter cambiare e fare tante cose diverse”, racconta Sofia Viscardi in un’intervista a ilLibraio.it. Parla anche del suo futuro da YouTuber: “Vorrei continuare a comunicare, con i mezzi e i modi che ci saranno, perché non penso che tra dieci anni ci sarà Instagram, non so se ci sarà YouTube, o almeno saranno diversi”. La 19enne, in libreria con “Abbastanza”, il suo secondo romanzo, ha collaborato alla realizzazione del film, presto nelle sale, tratto dal suo primo libro, “Succede”, del quale dice di essere soddisfatta: “Sono molto positiva nei confronti della mia generazione e voglio che questo emerga sul grande schermo” – L’intervista, nella quale racconta della sua passione per Jennifer Egan, del rapporto con la sorella 15enne e di quello con le fan (“Non mi piace considerarmi un esempio o un modello… per loro mi vedo più come un’amica”) e dei progetti per l’università…

10Milano 2018: anno della maturità. Ange, Leo, Cate e Marco non sono amici, ma perfetti sconosciuti e, volendo essere sinceri, non si piacciono neppure. Eppure, complice qualche birra bevuta insieme e quella spensieratezza che prelude ai vent’anni, finiscono col diventare amici inseparabili. Nulla di mirabolante: amori e litigi, fare pace e ascoltare musica, uscire e partire, per poi ritornare, talvolta perfino studiare; tutte quelle cose piccole ed estremamente importanti che si fanno a quell’età.

sofia viscardi abbastanza mondadori copertina

È una storia semplice ma sincera e realistica, quella raccontata da Sofia Viscardi nel suo nuovo libro, Abbastanza (Mondadori), un ritratto scanzonato e scorrevole dei giorni che precedono la maturità, con quella sensazione che debba succedere qualcosa di importante, ma allo stesso tempo con la leggerezza che caratterizza gli anni del liceo e poi, ahimè, non torna più.

Diciannove anni, milanese, YouTuber con oltre 700mila iscritti al suo canale, Sofia Viscardi è al suo secondo romanzo mentre del primo, Succede (Mondadori), è in arrivo l’adattamento cinematografico, nelle sale dal 5 aprile.

Sembra più grande della sua età, ma scrive con la freschezza dei vent’anni, prestando la sua voce a una generazione di ragazzi proprio come lei. ilLibraio.it l’ha incontrata per un’intervista durante la manifestazione Tempo di Libri.

Come è avvenuto il passaggio da YouTube alla pagina scritta?
“Sono cresciuta avendo a disposizione tanti metodi diversi per comunicare e comunicarmi, è una caratteristica della mia generazione. Ero curiosa e ho cominciato a esprimermi usando gli strumenti che mi erano più vicini, tramite internet ho cominciato a usare tutti i mezzi che avevo per parlare con gli altri e il passaggio alla carta è stato tanto naturale quanto lo era stato esprimermi in rete attraverso i video”.

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Quali sono le differenze tra l’esprimersi in rete e la scrittura?
“Mi piace scrivere e trovo che la scrittura sia più soddisfacente per esprimere determinate cose”.

Ad esempio?
“Sono più soddisfatta di quello che voglio dire quando scrivo, soprattutto perché mi permette di farlo in modo non autobiografico, posso farmi portavoce di esperienze che non sono mie e mi permette di inventare e raccontare una storia. Sono mezzi che esprimono necessità diverse”.

Collaborando alla realizzazione del film ispirato a Succede, come è stato sperimentare un nuovo linguaggio, quello cinematografico?
“Ero super emozionata quando ho saputo che delle case cinematografiche erano interessate a trarre un film dal mio libro, ma per me non era una necessità: se il mio libro diventa un film nel modo sbagliato allora preferisco che non diventi un film. Volevo che il film rimanesse fedele agli aspetti importanti del libro e ho avuto la fortuna di trovare delle persone disposte ad ascoltarmi non soltanto come Sofia Viscardi, non soltanto come autrice del libro, ma anche come giovane che poteva dare consigli sul linguaggio da utilizzare”.

In che cosa, in particolare, il film doveva rimanere fedele al libro?
“La trama è molto semplice e non ho avuto difficoltà ad approvare tutte le modifiche fatte alla storia nella sceneggiatura, perché erano necessarie per l’adattamento cinematografico. Mi interessava, invece, che il linguaggio rimanesse quello, che un giovane potesse riconoscersi e non sentirsi raccontato dall’esterno: questa, secondo me, era la cosa più difficile ed è la cosa che è riuscita meglio. È stato il mio contributo principale nella realizzazione del film”.

L’aspetto più soddisfacente di questa nuova esperienza?
“Raccontare i giovani in modo positivo: anche perché io stessa sono molto positiva nei confronti della mia generazione e mi piace che questo film racconti i ragazzi così”.

Parliamo del nuovo libro. Abbastanza è nato dall’esigenza di raccontare l’anno della maturità dopo averlo vissuto in modo completamente diverso rispetto alle aspettative.
“È stata soprattutto una sensazione: dopo aver tanto sentito parlare della maturità, me la aspettavo in un certo modo, ma ogni esperienza è soggettiva. Mi è capitato, recentemente, di rivedere un mio video di allora in cui dicevo ‘non mi sento in quel periodo’, nel senso che non mi sentivo come se stessi vivendo quell’esperienza di cui mi avevano parlato. Non sentivo quello che mi aspettavo di sentire”.

Cosa era diverso?
“Mi aspettavo una cosa più tremenda, invece è stata anche positiva. Dipende molto da come te la vivi e, come nel libro, l’importante è la collettività di persone che ti circondano e stanno vivendo le tue stesse esperienze. Questo per me è stato importante”.

Gli aspetti più importanti?
“Mi sono ritrovata a condividere la mia vita con persone completamente diverse da me, avevo la mia migliore amica e poi i compagni di classe con cui abbiamo legato, fatto un gruppo di studio e passato gli ultimi mesi senza neanche respirare lontani, dormivamo nella stessa casa”.

Siete ancora così legati?
“Adesso quasi non ci vediamo più, ma in quel momento lì, per me, erano le persone più importanti del mondo, e questa è anche l’adolescenza: succede una cosa e ti sembra la più importante e grande del mondo, poi il giorno dopo ne succede un’altra e dimentichi tutto. Non smetterò mai di volere bene a queste persone, però sono totalmente diverse e lontane da me nella realtà, solo che ci siamo ritrovati a essere indispensabili l’uno per l’altro nel condividere quel momento”.

Molte ragazze, anche giovanissime, seguono Sofia Viscardi, la ammirano, le portano regali agli incontri. Il rapporto con loro?
“Ho una sorella di 15 anni, che in questo momento è la cosa più divertente che potesse capitarmi. Lei sta vivendo un sacco di cose che io ho vissuto e riesco a ricordarmi come mi sentivo, quanto più grande mi sentivo”.

Siete legate?
“Legatissime. La guardo e mi sembra piccolissima rispetto a come mi sentivo alla sua età. Pensare che nella sua testa c’è quello che c’era nella mia è molto divertente”.

E chi ti segue?
“Con le persone che mi seguono e vengono a conoscermi, per quanta differenza d’età ci possa essere non è abbastanza da impedirmi di ricordare come mi sentivo alla loro età. Per cui riesco perfettamente a immedesimarmi in quello che provano”.

Cosa rappresenta per loro Sofia Viscardi?
“Non mi piace considerarmi un esempio o un modello: sono molto sincera e come tale non mi sono mai allontanata dalla persona reale, che sbaglia, che sta male, che ha i suoi problemi. Non mi sono mai trattenuta dal dirlo”.

Un rapporto più sincero e diretto.
“Mentre le persone che vedi in televisione sono più lontane e idealizzate, io mi vedo più come un’amica, se dovessi fare un esempio: puoi ammirarla e stimarla, ma non hai motivo di imitare tutto quello che fa, le puoi dire che sbaglia, lei ti può dire che sbaglia. Penso che chi mi guarda abbia questo tipo di ammirazione nei miei confronti: un affetto non stereotipato, più sincero, proprio perché io stessa mi mostro nei momenti più o meno felici, negli sbagli e in tutto il resto”.

Decisioni riguardo l’università?
“Sono ancora in fase di scelta, filosofia, psicologia… è una cosa che voglio fare per me”.

Continuare a scrivere?
“Mi piacerebbe molto continuare a scrivere, ma non so dove questa mia attività mi porterà nella vita. Se mi chiedono cosa voglio fare da grande non rispondo la scrittrice, perché spero di poter cambiare e fare tante cose diverse”.

Continuare a fare la YouTuber?
“Mi piacerebbe continuare a comunicare, quello sì. Con i mezzi e i modi che poi ci saranno perché non penso che tra dieci anni ci sarà Instagram, non so se ci sarà YouTube, o almeno saranno diversi, ci sarà un’evoluzione. Continuando a divertirmi e a fare le cose nel momento in cui mi trovo bene a farle e adattandomi al contesto”.

Potrebbe diventare un lavoro ad alto livello?
“Assolutamente sì, però sempre cambiando e adattandomi, non rimanendo sempre e solo su quello che faccio adesso. Mi piacerebbe continuare a studiare, a essere curiosa. Non voglio fare l’Università perché mi porti a un lavoro specifico e a quello soltanto, voglio fare qualcosa che mi possa servire per me stessa e per il rapporto con gli altri, che è sicuramente una cosa che voglio mantenere”.

Letture preferite?
“Non ho un genere che preferisco nello specifico, ma una scrittrice che mi ha molto colpito recentemente è Jennifer Egan. Mi piace perché è scorrevole, Il tempo è un bastardo l’ho letto in pochissimo tempo, mi ha veramente folgorato, è uno dei miei libri preferiti. Degli italiani mi piace Baricco”.

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