Dopo le polemiche per il mancato rinnovo dell’incarico di presidente del Centro per il libro e la lettura a Marino Sinibaldi, parla per la prima volta del suo nuovo ruolo, e lo fa con ilLibraio.it, il prossimo presidente del Cepell, Adriano Monti Buzzetti: “Il Cepell è e resterà un grande facilitatore culturale, oltre che un presidio di libertà. Non voglio nel modo più assoluto propormi come difensore di punti di vista particolari”. Spazio alla passione da lettore per la letteratura fantastica, ma anche altri generi letterari, e in particolare per autori come Borges, Bulgàkov, Bukowski, Fante, Houellebecq e, tra gli italiani, Landolfi, Manganelli e molti altri, anche contemporanei. Monti Buzzetti anticipa inoltre di voler coinvolgere booktoker e bookstagrammer, e di voler puntare a dare spazi ai giovani autori. Si tiene invece fuori dalle polemiche politiche e dal dibattito sull’egemonia culturale: “Il vero tema è riuscire ad avvicinare i ragazzi ai libri, che non devono essere percepiti come oggetti estranei e antiquati”. Quanto all’interesse per la monarchia… – L’intervista

Il 2024 del mondo del libro si è aperto con la polemica legata al mancato rinnovo dell’incarico di presidente del Centro per il libro e la lettura a Marino Sinibaldi. Come abbiamo raccontato, intervistato da Repubblica, l’ex direttore di Rai Radio Tre (e ideatore del programma cult Fahrenheit) ha da un lato attaccato il metodo con cui gli è stata comunicata la decisione (una telefonata proprio mentre stava raggiungendo la sede romana del Cepell per una riunione, “arrivata senza nessun preavviso. In 24 ore mi hanno sostituito dimostrando un’intenzione famelica che non mi aspettavo”), dall’altra ha criticato l’atteggiamento che sta dimostrano il governo Meloni nei confronti della cultura e degli incarichi pubblici a essa legati: a questo proposito, Sinibaldi non vuole parlare “di lottizzazione, ma di occupazione, una propensione famelica che non guarda al lavoro, alle competenze, alle biografie“.

Dopo il duro intervento di Sinibaldi, molti tra scrittori, scrittrici e personalità del mondo della cultura e dell’editoria hanno espresso solidarietà nei confronti del presidente uscente del Centro per il libro.

A prendere il suo posto alla presidenza del Cepell, dopo che nelle scorse settimane è arrivata anche la nomina di Luciano Lanna alla direzione del Centro (a sua volta al posto di Angelo Piero Cappello, diventato Direttore generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura), sarà Adriano Monti Buzzetti Colella (che si firma Adriano Monti Buzzetti), che per Sinibaldi “è dentro il loro mondo, un piccolo cerchio asfittico di persone con gusti molto simili che mettono a repentaglio il pluralismo, che è il concime della cultura. Il fatto che non vogliano lasciar spazio ad altre culture è preoccupante. Stanno cancellando professionalità ed eccellenze con l’unico disegno di non includere la diversità. Questa è una cosa che la sinistra non ha fatto ed è lo specchio di una evidente angustia culturale”.

Quella di Sinibaldi è una figura molto nota nel mondo dell’editoria e della divulgazione culturale. Dal canto suo, il prossimo presidente del Centro per il libro e la lettura, Adriano Monti Buzzetti, romano, è giornalista professionista e scrittore di alcuni saggi. Laureato in Scienze Politiche alla LUISS, è responsabile della redazione Cultura del TG2, di cui ha condotto anche il rotocalco Tg2 Weekend e gestito spazi tematici sul fumetto nella rubrica Achab Libri. In precedenza ha lavorato per l’informazione parlamentare della Rai, ed è stato vaticanista per i media della Santa Sede.

Monti Buzzetti, che “scrive di arte, letteratura, folklore, militaria, storia della Chiesa e del costume “su Focus Storia e altri periodici, è nel Comitato di redazione della rivista del Collegio Araldico e nel Comitato Scientifico della Società Italiana per il Progresso delle Scienze. Nella sua biografia si legge inoltre che” da oltre un trentennio si occupa di letteratura, in particolare fantastica“. Non a caso, di recente ha collaborato all’organizzazione della prima mostra italiana su J. R. R. Tolkien.

Adriano Monti Buzzetti, la sua nomina alla presidenza del Cepell sta facendo discutere. Ci racconta com’è nata? Gli è stata proposta da Gennaro Sangiuliano, attuale Ministro della Cultura, e suo ex direttore al Tg2?
“Sì, sono grato al Ministro Sangiuliano, che conosce e apprezza il mio lavoro, per aver pensato a me per questo incarico, che considero una grande opportunità. In queste ore mi hanno confortato e inorgoglito anche i tanti messaggi di felicitazioni e sostegno che ho ricevuto da personalità del mondo della cultura, anche da alcune figure con cui non c’è necessariamente identità di vedute”.

Certo le polemiche non sono mancate…
“Se si riferisce alle parole velenose che ho letto negli ultimi due giorni, dico subito che non intendo replicare punto per punto a certe frasi un po’ sguaiate e di cattivo gusto. Posso capire il rammarico per la mancata riconferma in un incarico, – anche se in un incarico a tempo come quello di Presidente del Centro per il libro il bis non si può pretendere -, mentre trovo meno comprensibile il livore gratuito. I 25 anni di carriera alle spalle, anche pubblicistica, che non si limita al fantasy com’è stato scritto, credo testimonino la mia grande passione per i libri e l’editoria, senza contare la mia formazione umanistica e i miei trascorsi da frequentatore di archivi e biblioteche. E invece nelle prime ricostruzioni sono stato inquadrato esclusivamente per le mie passioni da lettore, legate alla letteratura fantastica”.

Come pensa di superare i pregiudizi nei suoi confronti?
“Chiarendo subito che il Cepell è e resterà un grande facilitatore culturale, oltre che un presidio di libertà, libertà che è il sale dell’industria del libro, e che è l’humus in cui germina una sana coscienza civile; libertà che con il direttore Lanna vogliamo salvaguardare e valorizzare. Chi teme una politicizzazione del Centro per il libro non mi conosce e rimarrà deluso. Vogliamo valorizzare il libro e sostenere la lettura. I libri hanno resistito alla pandemia e anzi hanno ritrovato una centralità, che faremo di tutto per preservare”.

Ha citato prima la passione per la letteratura fantastica. Non a caso, il suo ultimo saggio, uscito l’anno scorso per Historica Edizioni, è Tolkien e Lovecraft. Alle origini del fantastico.
“La passione per la letteratura fantastica e dell’immaginario è nata nell’adolescenza con Tolkien, e si è via via strutturata e aperta a numerosi altri autori, da Clark Ashton Smith a Theodore Sturgeon, da Robert E. Howard allo stesso Lovecraft. Mi sono appassionato al fantasy, alla fantascienza, alla letteratura del macabro e all’horror. Negli anni, numerose letture si sono aggiunte a completare e definire il mio interesse in questi ambiti. Ma sono un lettore onnivoro e curioso, amo anche altri tipi di opere”.

Ci faccia degli esempi.
“Tra i miei scrittori preferiti ci sono i grandi della letteratura russa, come pure Borges, Bulgàkov, Bukowski, John Fante, oltre a Mishima, e tra i contemporanei Houellebecq. Spazio moltissimo, come può vedere”.

E tra gli italiani?
“Landolfi, Manganelli, ma anche Valerio Evangelisti, per tornare alla passione per il fantastico. E tra i viventi, autrici come Melania Mazzucco e Silvia Avallone, e autori come Maurizio Maggiani, e anche qui ne potrei citare molti altri. In questo momento sto leggendo Bella vita e guerre altrui di mr. Pyle, gentiluomo di Alessandro Barbero, che segnò il suo esordio nella narrativa, e che sto apprezzando per la scrittura fluida e la trama avvincente”.

Abbiamo chiarito che non legge solo fantasy e horror. In generale, preferisce i libri cartacei o li alterna con gli ebook? E invece cosa pensa degli audiolibri? Infine una curiosità: ha una libreria di fiducia o compra i libri online?
“Ho un ereader, ma prediligo il cartaceo, sono legato alla carta. C’è da dire che, dovendo fare dei lunghi tragitti in macchina per raggiungere Saxa Rubra, ascolto diversi audiolibri. In questi giorni, dopo averlo letto anni fa in cartaceo, mi sto godendo l’ascolto di Il segreto del Bosco Vecchio di Dino Buzzati. Quanto al mio rapporto con le librerie, ora ho una Mondadori vicino casa, e in passato sono stato un assiduo frequentatore della storica Feltrinelli nella Galleria Alberto Sordi, che purtroppo poi ha chiuso. Per motivi di tempo, ultimamente mi affido anche all’ecommerce, e lo dico con rammarico, essendo molto legato alle librerie fisiche”.

Torniamo alle polemiche. Per Marino Sinibaldi si è passati “dalla lottizzazione all’occupazione”. Come sa, da mesi si dibatte della volontà del governo Meloni di conquistare “l’egemonia culturale”, che sarebbe stata a lungo “appannaggio della sinistra” (e non è solo un discorso di incarichi e poltrone). Lei come la vede?
“Questo dibattito non mi appassiona, le priorità sono altre. Dico solo che da parte di tutti servirebbero un po’ più di onestà intellettuale e di buon senso, e che andrebbero abbandonate le posizioni di retroguardia, che vedono sempre nell’altro il nemico da abbattere, al fine di rappresentare tutte le idee. Sono un liberale, e vengo da una formazione cattolica, nel mio dna ci sono l’apertura e la voglia di confrontarmi con chi la pensa diversamente da me”.

Anche la sua biografia viene criticata. A proposito, è un simpatizzante monarchico come è stato ipotizzato? Con Historica Edizioni nel 2018 ha pubblicato Conversazione sulla monarchia, scritto con Alessandro Sacchi (con la prefazione di Amedeo di Savoia)…
“Il modo in cui la questione è stata posta a mio avviso rappresenta una distorsione informativa. Un conto è l’aspetto culturale e sentimentale, un altro il pragmatismo della quotidianità. Per me la sobrietà e l’equilibrio del Presidente della Repubblica Mattarella rappresentano una bussola della nostra navigazione istituzionale. E ci tengo a ricordare i miei lunghi trascorsi da giornalista parlamentare, in cui penso di non aver mai dato prova di nostalgismi o dietrologie di alcun tipo”.

Veniamo al suo incarico (gratuito) di Presidente del Cepell, e ricordiamo che il Centro per il libro e la lettura gestisce circa 4 milioni di finanziamenti. Tra le attività che promuove, troviamo i Patti per la lettura e il sostegno a festival e associazioni culturali. Con il suo arrivo il Cepell sosterrà “una nuova rete di festival culturali ‘identitari’ con una matrice politica forte”, come ipotizza il presidente uscente?
“Assolutamente no. Mi sento un uomo del dialogo, e non mi appassionano certe contese ideologiche che tanto coinvolgono i miei coetanei di mezza età. Il tema è riuscire ad avvicinare i ragazzi ai libri, che non devono essere percepiti come oggetti estranei e antiquati, è questa l’unica battaglia. Nel mio incarico al Cepell non voglio nel modo più assoluto propormi come difensore di punti di vista particolari. Vedo il Cepell come un luogo di confronto tra librai, editori, distributori e autori, di tutti gli orientamenti e di tutte le sensibilità”.

A proposito, chiederà più fondi per il Cepell?
“Prima di chiedere più fondi, dovremo individuare dei nuovi progetti. Ce ne sono già diversi attivi da tempo, e confermeremo senza dubbio quelli che funzionano, ma puntiamo ad aumentarli e a sperimentare. Non sono un professionista dell’editoria, ma nutro una sincera passione per i libri, spero si sarà capito. Mi fa piacere citare Marguerite Yourcenar, che nel suo Memorie di Adriano scriveva che ‘fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire'”.

A questo punto vale la pena ricordare che il Centro per il libro e la lettura – istituito con DPR n. 233/2007 e regolamentato dal DPR n. 34/2010 – è un Istituto autonomo del Ministero della Cultura (che afferisce alla Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore), e ha “l’obiettivo di attuare politiche di diffusione del libro e della lettura in Italia, nonché di promuovere il libro e la cultura italiana all’estero, proponendosi come punto di riferimento per il mondo professionale in tutte le sue molteplici componenti e come luogo di incontro, di dialogo e di scambio per gli operatori pubblici e privati che quotidianamente operano nei vari ambiti della produzione, della conoscenza e della diffusione del libro”. Il principale compito del Centro “– coerentemente con le priorità politiche del Ministero – è ‘promuovere politiche di diffusione del libro, della cultura e degli autori italiani‘ e di ‘realizzare iniziative e campagne informative per sensibilizzare e incentivare i giovani alla lettura'”.

Poco fa ha fatto un accenno. Quali progetti punta a sviluppare al Cepell, per promuovere la lettura tra le nuove generazioni?
“In questa fase non posso entrare nei dettagli, ma posso anticipare che mi piacerebbe coinvolgere chi sui social divulga la passione per i libri, su TikTok e Instagram in particolare, e vorrei inoltre creare spazi per valorizzare i giovani autori, che devono sentirsi motivati e protetti”.

Proverà a sentire Sinibaldi, per un chiarimento e per parlare del futuro del Centro per il libro?
“A dir la verità in questo momento mi sento un po’ offeso… e pensare che, da inguaribile ingenuo, avevo proprio ipotizzato di incontrarlo per instaurare una collaborazione, vedremo se ci saranno i margini per avviare un dialogo. Forse ci sono stati dei fraintendimenti, che però non sono dipesi da me. Diciamo che siamo partiti male, e non per colpa mia”.

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