A Milano il ministro dei Beni e le attività Culturali ha incontrato la filiera del libro. Un “tavolo di confronto” nato per “raccogliere indicazioni sulle criticità nel settore, oltre a suggerimenti sui possibili cambiamenti”. Il prossimo appuntamento è in programma l’11 febbraio. Sarà interessante capire quali decisioni prenderà Bonisoli a proposito, ad esempio, del Centro per il libro, e delle iniziative a sostegno dei librai e della lettura (dalla Legge Levi al tax credit)

A Milano, a Palazzo Litta, il ministro dei Beni e le attività Culturali Alberto Bonisoli ha incontrato la filiera del libro (presenti le associazioni Aie e Adei, tra gli altri, e presente anche Amazon, con ben tre rappresentanti: Federico Bernardini, Giorgio Busnelli e Bianca Maria Martinelli).

Nessuna decisione è stata presa ma, come ha spiegato il ministro al termine, il “tavolo di confronto” è servito a cominciare a “raccogliere indicazioni sulle criticità nel mondo dei libri, oltre a suggerimenti sui possibili cambiamenti, a livello di interventi normativi ma non solo, con l’intento di rafforzare un settore strategico”. Anche perché “la lettura è il principale elemento di moltiplicazione del consumo culturale”.

Per il ministro “l’industria dei libro deve restare plurale e, allo stesso tempo, deve essere redditizia per chi ne fa parte”. Bonisoli si è detto colpito “dall’approccio manageriale” che ha riscontrato tra i rappresentati della filiera presenti all’incontro milanese: “Un aspetto positivo, che si lega alla grande passione di editori e librai”, ha aggiunto.

Ci sarà un nuovo appuntamento, lunedì 11 febbraio: “Se servirà un intervento normativo, lo metteremo in pratica, ma in questa fase di analisi è presto per dire quale decisione sarà presa“, ha sottolineato Bonisoli, parlando un “settore in evoluzione, che necessità di un’attenta analisi”. Non è detto, dunque, che si arrivi a una nuova legge sul libro (qui i dettagli sul dibattito in corso e sulle diverse posizioni in campo, ndr): “Conto in un paio di mesi di avere un quadro completo. Non so quali decisioni saranno prese, non escludo degli interventi, come pure un non intervento sulla legge che regola gli sconti in libreria”.

A proposito delle librerie, Bonisoli ha dichiarato: “In questo momento in Italia sono più i negozi che chiudono di quelli che aprono, è uno dei temi che affronterà questo tavolo”. Si è parlato anche dell’ascesa dell’ecommerce, vista la presenta al tavolo di Amazon. Per il ministro (tra i cui autori preferiti c’è Charles Bukowski) è il consumatore che deve poter scegliere, a parità di condizioni: “Ad esempio, io preferisco comprare i libri nelle librerie fisiche, mentre mia figlia lo fa online”, ha raccontato.

E si è discusso del ruolo e del futuro del Centro per il libro e la lettura (a questo proposito, all’incontro è stata notata l’assenza del presidente del Cepell, Romano Montroni). Bonisoli ha chiarito: “Uno dei compiti che ci siamo dati è quello di riflettere sulle azioni a sostegno dalla lettura che sono state realizzate e su quelle che sono da realizzare. Un aspetto su cui migliorare è la visibilità che hanno avuto le iniziative del Cepell“. A questo proposito, Alessandro Dalai, da pochi mesi consigliere per le industrie culturali e creative di Bonisoli (oltre che neo-presidente del consiglio scientifico del Centro per il Libro) ha sottolineato la necessità di interconnettere le iniziative del Centro con il sistema delle biblioteche scolastiche, e ha spiegato che sono necessari altri fondi.

Arrivano le prime reazioni, come quella di Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori (presente all’incontro): “I primi segnali sui risultati dell’anno 2018 dell’industria editoriale libraria evidenziano una sostanziale tenuta del settore nel quadro di un generale rallentamento dell’economia ma questo non basta: occorrono misure forti per ridare centralità alla lettura nel futuro del Paese”.  “Per questo – ha proseguito Levi – è fondamentale sostenere e allargare la domanda di cultura. I linguaggi ormai sono i più diversi: in molti di questi settori si è già intervenuti. Considerata l’importanza del libro è indispensabile una politica che rafforzi libro e lettura, a partire dalla conferma della 18app, che si è rivelata uno strumento prezioso, e dalla straordinaria iniziativa di promozione della lettura che, da quattro anni, è #ioleggoperché. Non chiediamo contributi per gli editori ma promozione della lettura, sostegno – anche fiscale – a librerie e biblioteche, investimenti per l’innovazione”. “Il libro – ha aggiunto – è un elemento fondamento della società della conoscenza. È uno strumento di cittadinanza. Per questo va riaffermato il suo valore nell’istruzione e nella formazione lungo tutto l’arco della vita, per garantire democrazia e competenze necessarie per lo sviluppo nella società della conoscenza. E’ una battaglia di civiltà in cui muoversi insieme e davvero con forza”.

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