Dalla pandemia a Trump: le classifiche internazionali di giugno vedono protagoniste numerosi libri di saggistica polemici e schierati 

Nella maggior parte dei mercati analizzati, le classifiche internazionali di giugno vedono protagoniste numerosi libri di saggistica polemici e schierati, un’improvvisa esplosione di energia (e di rabbia) dopo la paralisi indotta dalla sorpresa e dalla paura degli ultimi mesi.

L’oggetto principale delle riflessioni è, ovviamente, la pandemia di Covid-19, analizzata dai più svariati punti di vista.

Christian Perronne è professore di Malattie infettive e tropicali all’Università di Parigi e capo del dipartimento di Malattie infettive dell’ospedale di Garches, schieratosi al fianco di Didier Raoult durante la pandemia. Y a-t-il une erreur qu’ils n’ont pas commise? (1°) è la sua testimonianza feroce e inquietante sul disastro sanitario del Covid-19 causato di chi non l’ha visto arrivare e da chi, pur sapendo, non ha preso i provvedimenti necessari.

Politico conservatore, tradizionalista ed euroscettico, Philippe de Villiers ripercorre in Les Gaulois réfractaires demandent des comptes au nouveau monde (2°) la cronaca agghiacciante della pandemia, costellata dalle menzogne e dall’ignoranza del “biopotere liberticida”, e si fa portavoce della rabbia dei “galli refrattari” contro il Nuovo Mondo.

Sul fronte opposto, Bernard-Henri Lévy (Hotel Europa, Marsilio; Looking for Europe, La nave di Teseo) – massimo rappresentante della nouvelle philosophie – denuncia nel suo pamphlet Ce virus qui rend fou (3°, tr. it. Il virus che rende folli, La nave di Teseo) la follia di aver consegnato tutto il potere nelle mani dei medici e il rischio di trascurare diritti e libertà in cambio di un’illusoria pretesa di sicurezza assoluta. Senza voler mettere in discussione le misure restrittive, Bernard-Henri Lévy contesta l’obbedienza compiaciuta e la retorica dell’autoflagellazione con cui tali misure sono state vissute dalle persone, incantate dalle città vuote, dalla natura che riprende i suoi spazi e da una pretesa saggezza ritrovata.

In Changeons de voie (5°, tr. it. Cambiamo strada, di prossima pubblicazione per Raffaello Cortina) il quasi centenario filosofo Edgar Morin (Per una teoria della crisi, Armando Editore; Il paradigma perduto, Mimesis), padre del “pensiero complesso”, invita a imparare la lezione del Coronavirus per rallentare la corsa frenetica allo sviluppo tecnico ed economico, rigenerare la politica, proteggere il pianeta e umanizzare la società.

Sfidando la censura, dal 25 gennaio al 24 marzo 2020, la poetessa e scrittrice cinese Fang Fang ha raccontato online la vita durante la prima quarantena mondiale, quando l’Occidente guardava ancora a Wuhan come a un caso eccezionale e lontano. I suoi post sono diventati un punto di riferimento per i suoi concittadini e un luogo di confronto in cui scambiarsi suggerimenti e raccomandazioni di ogni tipo. In un paese dove molti scrittori e intellettuali tengono la testa bassa, Fang Fang ha coraggiosamente richiamato tutti all’azione e fatto appello a una diffusa assunzione di responsabilità, diventando per questo oggetto di ripetuti attacchi. I suoi testi sono stati recentemente raccolti in un libro in corso di traduzione in 25 lingue, pubblicato in Italia da Rizzoli col titolo Wuhan. Diari da una città chiusa (8° in Germania).

In Epiloog bij Grote verwachtingen (16° nei Paesi Bassi) il giornalista e saggista olandese Geert Mak (Un’idea di libertà, Bruno Mondadori; In America, Ponte alle Grazie) si rivolge a uno studente immaginario di storia del 2069 raccontando la svolta avvenuta nella primavera del 2020, quando all’improvviso la più grande perturbazione sociale dalla Seconda Guerra Mondiale ha fatto assaporare alle nostre lingue la parola “destino”, fermando il mondo intero.

Laureato in Economia e commercio internazionale, Jano García dirige il programma En Libertad trasmesso in modo indipendente attraverso iVoox e YouTube. Con oltre 500.000 ascoltatori al mese, è diventato un punto di riferimento per i sostenitori della libertà individuale e del pensiero critico autonomo. La gran manipulación (3° in Spagna) è la storia di come milioni di persone, indipendentemente dalle loro ideologie, sentimenti o paure, durante la pandemia di Covid-19 sono state vittime del più grande spettacolo di manipolazione di massa dell’ultimo secolo, private delle informazioni che avrebbero potuto prevenire il disastro.

Pandemia (8°, tr. it. Virus. Catastrofe e solidarietà, di prossima pubblicazione per Ponte alle Grazie) di Slavoj Žižek (La fragilità dell’assoluto, Transeuropa; Dal punto di vista comunista, Ponte alle Grazie) è un’analisi sulla connessione tra l’espansione della pandemia e il modello socioeconomico delle società moderne. Il filosofo sloveno invita a non fermarsi all’ingenua riflessione su come questa crisi ci insegna ciò che è veramente essenziale nella nostra vita quotidiana, e ci spinge ad andare oltre e pensare a quale forma di organizzazione sociale sostituirà il Nuovo Ordine Mondiale capitalista liberale.

Gabriel Heras è medico in un’unità di terapia intensiva spagnola. En primera línea (9°) è un resoconto dal fronte da cui emergono tanto le carenze del sistema sanitario quanto la capacità degli operatori sanitari di superare l’imprevedibilità e la mancanza di umiltà dei responsabili della gestione della peggiore crisi sanitaria nella storia della Spagna.

Lasciamo il Coronavirus per toccare un altro tema controverso: Ivar Arpi è un reporter ed editorialista indipendente svedese, Anna-Karin Wyndhamn è un’educatrice e conduttrice e lavora all’Università di Göteborg come coordinatrice per le pari opportunità. Insieme hanno scritto Genusdoktrinen (10°), un libro-denuncia sulla situazione all’interno delle Università, dove la conoscenza è distorta perché il finanziamento della ricerca è subordinato alla necessità di abbracciare una prospettiva di genere – anche quando la ricerca riguarda ghiacciai, mumin o strutture per ponti.

E approdiamo negli Stati Uniti, dove la lotta per il potere si fa sempre più feroce con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali.

The Room Where It Happened (1°) – di cui Trump ha cercato senza successo di bloccare l’uscita sostenendo che divulga informazioni confidenziali – è il resoconto dei 15 mesi vissuti da John Bolton alla Casa Bianca come Consigliere per la Sicurezza Nazionale. Più che per le rivelazioni imbarazzanti e compromettenti per il Presidente, a detta di molti il libro è interessante perché rende manifesta la portata della guerra tra falchi che dal 2016 sta dilaniando gli Stati Uniti.

Al fianco di Trump si schiera invece lo scrittore David Horowitz che in Blitz (8°) racconta le battaglie, i contraccolpi amari e le menzogne diffuse ripetutamente dai democratici per cercare di sabotare l’attuale presidenza, e offre il suo punto di vista sulla posta in gioco nella “guerra delle idee” in corso per conquistare l’anima dell’America.

Sulla stessa linea si posiziona Dinesh D’Souza che in United States of Socialism (10°) accusa gli attuali esponenti della sinistra americana di fare riferimento, diversamente da quanto professano, a un modello di socialismo più venezuelano che scandinavo, di aver abbandonato la classe operaia e di cercare nuove reclute facendo leva sui risentimenti di razza, genere e orientamento sessuale.

Per quanto riguarda la narrativa, spiccano le traduzioni di due titoli italiani: La vie mensongère des adultes (4° in Francia, tit. orig. La vita bugiarda degli adulti, E/O) di Elena Ferrante e Ich bleibe hier (9° in Germania, tit. orig. Resto qui, Einaudi) di Marco Balzano.

Tra le novità segnaliamo due titoli particolarmente interessanti, provenienti dai Paesi Bassi e dagli Stati Uniti.

Uit het leven van een hond (3°) di Sander Kollaard, fresco vincitore del prestigioso premio letterario «Librisprijs», si svolge in un sabato apparentemente come tanti. Henk van Doorn, 56 anni, infermiere in terapia intensiva, single, si sveglia, fa colazione, porta a spasso il cane, va al supermercato. Ma la giornata si rivelerà tutt’altro che ordinaria: Henk, infatti, scoprirà che il suo cane è malato. L’animale morirà – non oggi né domani, ma presto – e questa certezza farà da sottofondo all’intera giornata portando a galla i soliti pensieri: il tempo va in una sola direzione, siamo vulnerabili e soli, non importa quanto amore troviamo. Ma la consapevolezza della mortalità è per il protagonista lo stimolo per un potente “carpe diem”, per vivere la vita con pienezza – esattamente quello che fa della vita di un cane l’opposto di un libro triste.

Dopo il successo del romanzo d’esordio The mothers (Le madri, Giunti Editore) Brit Bennett affronta in The Vanishing Half (2° negli Stati Uniti, 10° nel Regno Unito, di prossima pubblicazione per Bompiani) il tema spinoso dell’identità razziale. Protagoniste sono due sorelle gemelle di origine mista, Desiree e Stella Vignes, cresciute in una piccola comunità nera del Sud, da cui fuggono all’età di 16 anni dopo l’omicidio del padre per mano di un gruppo di uomini bianchi. Da allora le loro strade divergono. Dieci anni dopo ritroviamo Desiree di ritorno nella città della sua infanzia con una figlia nera, e Stella che, grazie alla sua carnagione chiara, si fa passare per bianca e vive nella periferia di Los Angeles con il marito bianco, a cui nasconde le sue origini, e una figlia bionda. Ma i destini delle sorelle sono destinati a intrecciarsi di nuovo: le loro figlie si incontreranno casualmente a un party, ignare l’una dell’altra, e ricostruiranno pezzo per pezzo il puzzle del legame che unisce le loro madri.

Qui le classifiche mensili con i bestseller in Francia, Germania, Cina, Regno Unito, Svezia, Spagna, Usa e… 

nota: dal 1985 Informazioni Editoriali, che fa parte del gruppo Messaggerie Italiane, è leader in Italia nella realizzazione e nella gestione di database bibliografici, nonché nella fornitura di servizi informativi per il mondo del libro. È anche editrice del portale iBUK, da cui sono tratte queste classifiche internazionali.

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