Aveva firmato l’appello di Umberto Eco contro l’acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori. Ma, all’indomani dell’ok del Cda di via Rizzoli alla discussa operazione, Andrea De Carlo spiega a ilLibraio.it perché ha cambiato idea: “La realtà è che Rcs non era certo un gruppo piccolo e indipendente. Quel che successo è che un ‘mostro’ ha comprato un altro ‘mostro’. Ma non parlerei di monopolio…”. E aggiunge: “Non mi sono mai sentito un autore di Rcs Libri, ma di Bompiani, e in particolare di Elisabetta Sgarbi. Mondadori ed Rcs sono due aziende impersonali, che alla fine ai libri danno poca importanza, quel che conta sono i calcoli economici… Miracolosamente, Elisabetta in questi anni è riuscita a mantenere la sua autonomia…”. Quanto al sul suo futuro editoriale rivela: “Sono tentato dal self-publishing… o potrei pubblicare con un editore più piccolo…” – L’intervista

“Sì, ha ragione, ho firmato anch’io l’appello di Umberto Eco contro l’acquisizione di Rcs Libri da parte di Mondadori. In quel momento la mia era una dichiarazione di principio. Poi nei mesi successivi ho avuto modo di riflettere, e ammetto che la mia opinione su questa vicenda è cambiata…“: all’indomani dell’ok del Cda di Rcs all’acquisizione della divisione Libri da parte di Mondadori, e in attesa del parere dell’Antitrust che arriverà nei prossimi mesi, Andrea De Carlo, tra gli autori di punta di Bompiani, parla con ilLibraio.it di questa discussa operazione e del suo futuro editoriale.

“La realtà è che Rcs non era certo un gruppo piccolo e indipendente. Quel che successo è che un ‘mostro’ ha comprato un altro ‘mostro’. Dal mio punto di vista cambia poco. Non mi sono mai sentito un autore di Rcs Libri, ma di Bompiani, e in particolare di Elisabetta Sgarbi. Ho sempre lavorato con specifiche persone, non con il ‘gruppo’. Chi compra Bompiani mi auguro sappia quanto fondamentale sia il ruolo di Elisabetta, con cui sicuramente avrò modo di parlare nei prossimi giorni”.

Prosegue l’autore di Due di due e Treno di panna, scoperto da Calvino e inizialmente pubblicato da Einaudi: “Mondadori ed Rcs sono due aziende impersonali, che alla fine ai libri danno poca importanza, quel che conta sono i calcoli economici. Miracolosamente, Elisabetta in questi anni è riuscita a mantenere la sua autonomia“. Tra l’altro, lo scrittore è poco interessato al parere dell’Antitrust: “Non credo si possa parlare di un monopolio”.

Quanto al proprio futuro, De Carlo ci confessa: “Mi ha sempre colpito la scelta di Anna Grigor’evna, seconda moglie di Dostoevskij, che alla morte del marito si prese cura della sua opera, pubblicandone i testi senza compromessi, gestendo ogni aspetto. Ultimamente sono incuriosito dal self-publishing. Forse potrei anch’io pensare all’auto-pubblicazione. Mi piacerebbe avere un totale controllo, anche se so che ci sarebbero dei rischi”. Allo stesso tempo, “potrei anche pensare di pubblicare con un editore più piccolo. Quel che è certo, è che in questa fase per noi autori si aprono nuove possibilità. E, al contrario di quanto si diceva alcuni anni fa, e cioè che gli editori sarebbero scomparsi e che la carta non sarebbe sopravvissuta all’e-book, come si è visto sta andando a finire diversamente, e i lettori che amano la carta e i bei libri continuano a non mancare”.

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