“L’energia intellettuale che da sempre caratterizza Trieste, la città di Svevo, Saba, Bazlen e Stuparich, per una nuova editoria di cultura”. La casa editrice Italosvevo “rinasce con una nuova collana di volumetti anticonvenzionali…” – Il progetto (in libreria dal 18 febbraio)

“L’energia intellettuale che da sempre caratterizza la città di Svevo, Saba, Bazlen e Stuparich, per una nuova editoria di cultura, intel­ligente e attenta alle esigenze dei lettori più raffinati”. Si presenta così, in un comunicato, la casa editrice Italosvevo, “che rinasce con una nuova collana di volumetti anticonvenzionali per contenere quel­la letteratura, di grande tradizione italiana, che non appartiene alla narrativa e difficilmente trova spazio nelle case editrici”.

“Volumi di piccolo formato molto cura­ti nella veste grafica, copertina in brossura su carta di pregio con lunghe bandelle, ri­legatura filo refe, tagli laterali in tonso”. La grafica è curata da Maurizio Ceccato.

Con questo nuovo progetto editoriale Italosvevo “vuole catalizzare l’energia culturale che nasce dalla storica tradizione letteraria di Trieste e che tuttora ne fa una delle città più attive e ferventi, per esportarla in tutto il Paese”. Il progetto della Italosvevo, la cui direzione editoriale è affidata a Giovanni Nucci, è di “andare a cogliere questo fermento là dove storicamente è sempre, con una produzione letteraria particolarmente vivida, colta, intelligente e raffinata. Con un occhio di riguardo alla realtà triestina, pubblicando però indistintamente autori italiani e, se necessario, stranieri”.

La collana che inaugura la rinascita della Italosvevo “raccoglierà dei testi chiaramente letterari, ma non propriamente narrativi”. La Piccola biblioteca di letteratura inutile si muoverà “negli spazi del reportage, delle divagazioni letterarie, divertissement, pamphlet, testi di letteratura filosofica o di saggistica dissacrante, brevi scritti morali”.

I primi due volumi previsti in uscita il 18 febbraio sono di due autori quanto mai diversi e distanti per età, genere, provenienza e scrittura. Hans Tuzzi, tra i più raffinati autori italiani, con Trittico ha voluto dare a questa nuova casa editrice “tre racconti morali, incisivi e taglienti, con la forza della coscienza critica, come ci si aspetta da un grande intellettuale”. Marco Rossari, traduttore, “scrittore ironico e iconoclasta, pubblica Piccolo dizionario delle malattie letterarie: una lista dei tic, dei mali, dei paradossi, delle fobie e delle compulsività degli scrittori, le diagnosi e i rimedi del mondo letterario impietosamente elencati in ordine alfabetico”.

Il commento di Giovanni Nucci: “C’è un grande dire del ritorno al vinile nell’editoria, del libro come oggetto e della qualità. Noi faremo libri particolarmente curati, con carta di ottima qualità e copertine molto belle, abbiamo deciso di lasciare le pagine intonse, come si faceva un tempo, da dover tagliare col tagliacarte, per dare l’idea di un oggetto da accudire. Però abbiamo anche la presunzione di pubblicare dei testi diversi da quelli che si trovano solitamente in giro. Stiamo quasi andando a cercare quello che gli altri scartano, magari per mancanza di attenzione, o di coraggio. I grandi movimenti dell’editoria italiana di questi ultimi tempi stanno creando dei nuovi spazi, delle opportunità per un piccolo editore. Ma non avrebbe senso cercare di fare quello che già fanno gli altri, vorremmo dare spazio a quella letteratura che definirei ‘filosofica’ che ha una straordinaria forza nella nostra tradizione letteraria, basti pensare a Manganelli, Calvino, o a Sciascia. Per non parlare di certe cose specificatamente triestine di Bazlen, Stuparich o Saba. Magari riusciremo a scovare qualche inedito di autori del passato, ma vorremmo più che altro indirizzarci su testi di autori viventi, magari considerati marginali nell’ottica un po’ univoca del mercato della narrativa. Tanto degli esordienti, o non particolarmente affermati, quanto dei grandi autori che hanno qualcosa di talmente particolare che i loro grandi editori stentano a pubblicare. Noi vogliamo usare la forza di una piccola e nuova casa editrice e unirla con l’incredibile brodo di cultura che ancora oggi si respira a Trieste, nella sua formidabile tradizione culturale e letteraria. E vogliamo andare dove gli altri stentano a volersi spingere.”

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