“La cancellazione della parte fisica della Fiera del Libro di Francoforte per il 2020 è una scelta che ci addolora e che dà la misura delle sfide che ha dovuto affrontare ed affronta l’editoria quest’anno a causa dell’emergenza Covid-19”, ha spiegato il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi

“La cancellazione della parte fisica della Fiera del Libro di Francoforte per il 2020 è una scelta che ci addolora e che dà la misura delle sfide che ha dovuto affrontare ed affronta l’editoria quest’anno a causa dell’emergenza Covid-19” ha spiegato il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi.

“Rimane confermato e anzi ribadito in maniera ancora più forte – continua Levi – il nostro impegno per la partecipazione dell’Italia come Paese ospite d’onore nel 2024, secondo gli accordi firmati con la Fiera di Francoforte dal ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini e che vedranno il nostro Paese al centro dell’interesse dell’editoria e della cultura europea e internazionale”.

“Come ho detto al presidente e Ceo della Buchmesse, Juergen Boos, che mi comunicava la notizia, comprendiamo perfettamente le ragioni della decisione presa dagli organizzatori.  Noi stessi come AIE siamo stati costretti a cancellare l’edizione 2020 di Più libri più liberi. Con la Fiera di Francoforte e altre 17 fiere in tutta Europa collaboriamo nella rete Aldus perché le difficoltà di questi mesi possano essere l’occasione per una crescita futura”.

“Allo stesso tempo – conclude Levi –, siamo convinti che la parte di manifestazione che si svolgerà online sarà decisiva per lo scambio di diritti tra editori, attività al cuore della Buchmesse. Agenzia ICE e AIE, che da sempre collaborano per questo appuntamento, avevano organizzato uno stand collettivo per la promozione dell’editoria italiana, grazie alle misure straordinarie per l’emergenza Coronavirus adottate dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e da Agenzia ICE a supporto dell’internazionalizzazione delle aziende italiane. Costretti a cancellare lo stand istituzionale e la nostra presenza fisica, non faremo mancare il nostro supporto”.

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