Il caso – “Ormai è diventata una lotta personale. Vogliono costruire un clima di vendetta e di intimidazione. Mi hanno eletto a simbolo di un mondo che vogliono osteggiare”. Roberto Saviano non è tra i 100 autori che rappresenteranno l’Italia ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte a ottobre. Dopo le dichiarazioni del Commissario del Governo Mauro Mazza, si defilano anche scrittori come Paolo Giordano, Francesco Piccolo e Sandro Veronesi. E aveva già rinunciato Antonio Scurati. Arriva poi la nota dell’Associazione Italiana Editori: “La scelta degli autori ospiti è frutto di una procedura, fatta di un proficuo dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani, a partire proprio dalle loro proposte. Tra le proposte sulla base delle quali si è costruito il programma mancano ovviamente molti autori tra i quali, almeno fino ad oggi, Roberto Saviano. L’AIE non avrebbe mai permesso e non permetterà mai ingerenze esterne rispetto alla volontà degli editori”. È arrivata anche la nota di Rcs, editore di Saviano…- Gli aggiornamenti sulla polemica, tra cultura e politica

Sarà assente perché è troppo critico nei confronti del vostro governo neofascista?“. La domanda rivolta da una giornalista tedesca a Mauro Mazza (Commissario straordinario del Governo per l’Italia ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, dal 16 al 20 ottobre) fa riferimento all’assenza di Roberto Saviano dal programma presentato ieri in una conferenza stampa che si è tenuta proprio nella città tedesca che ospita la Buchmesse, “il più importante evento internazionale per lo scambio dei diritti, punto di riferimento per gli editori di tutto il mondo, con espositori provenienti da oltre 120 paesi”.

ECCO GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SULLA POLEMICA (al 30 maggio 2024)

Nelle “piazze” disegnate dallo studio di Stefano Boeri saranno presenti oltre 100 autori e autrici per 80 incontri, organizzati con il coordinamento dell’Associazione Italiana Editori. Il filo conduttore sarà “Radici nel futuro”, e tra gli ospiti ci saranno autrici come Viola Ardone, Stefania Auci, Alessandro Barbero, Alessandro Baricco, Annalena Benini, Cristina Caboni, Paolo Cognetti, Donatella Di Pietrantonio, Erin Doom, Claudia Durastanti, Elisabetta Gnone, Igort, Helena Janeczek, Felicia Kingsley, Vivian Lamarque, Nicola Lagioia, Claudio Magris, Antonio Manzini, Dacia Maraini, Lorenzo Mattotti, Melania G. Mazzucco, Paolo Nori, Valeria Parrella, Rosella Postorino, Carlo Rovelli, Susanna Tamaro, Pera Toons, Emanuele Trevi e Chiara Valerio (qui l’elenco completo e i dettagli sul programma e la presenza italiana a Francoforte), ma non ci sarà, appunto, Saviano. “Da un lato, abbiamo voluto dare voce a chi finora non l’ha avuta. Dall’altro, tra i criteri che ci hanno ispirato, c’è stato anche quello di scegliere autori le cui opere fossero completamente originali, quindi si è fatto questo tipo di scelta“, ha spiegato Mazza ieri. Poi l’intervento del direttore della Buchmesse, Juergen Boos, che ha annunciato che alla Fiera “ci sono anche le case editrici tedesche, quindi ci saranno anche altri autori ospiti, tra cui Saviano”.

L’assenza di Antonio Scurati

Tra le assenze che sono state notate, quella di Antonio Scurati, anche lui, come Saviano, invitato dagli editori tedeschi, e reduce dalla polemica con la Rai per l’annullamento della sua partecipazione al programma di Rai3 Che sarà condotto da Serena Bortone, dove avrebbe dovuto tenere un monologo in vista del 25 aprile (qui i dettagli sul caso, ndr).

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La replica di Roberto Saviano

Contattato dal Corriere della Sera, la testata per cui scrive, Saviano ha commentato: “Avevo capito che stava per succedere grazie ai tedeschi: nei mesi scorsi mi avevano invitato nei loro spazi alla Buchmesse prima i traduttori tedeschi, poi i librai, poi la tv Zdf e infine gli editori”. E ancora: “Ormai è diventata una lotta personale. Vogliono costruire un clima di vendetta e di intimidazione. Mi hanno eletto a simbolo di un mondo che vogliono osteggiare. E poi devono nutrire la propria base: e in mancanza di risultati, possono almeno portargli sul piatto il nemico”. Aggiunge lo scrittore, ora in libreria per Fuoriscena (marchio di Rcs) con Noi due ci apparteniamo – Sesso, amore, violenza, tradimento nella vita dei boss: “Vogliono costringermi sempre a difendermi, si fa così ovunque nel mondo quando si vuole zittire gli intellettuali. Ma se schiacci l’artista sulla polemica, non lo fai lavorare. Quando andrò in Germania parleranno tutti dell’esclusione. E intanto così ti tolgono energia, ma soprattutto ti tolgono la voce… Il tuo spazio si riduce: questo è il leitmotiv per cui molti mi dicono: ‘Non entro in queste dinamiche, altrimenti il vortice mi trascinerà con sé’. Io rispondo: capisco“.

Il no di Paolo Giordano

All’indomani, ha preso posizione via X lo scrittore Paolo Giordano, che con ironia ha commentato così la sua assenza: “La prima cosa che ho fatto dopo aver ricevuto l’invito alla Buchmesse è stata chiedere a Roberto Saviano se fosse stato invitato: no. Quindi mi sono fabbricato un impegno alternativo anch’io (c’ho judo)“. E ha poi aggiunto: “Purtroppo Roberto è diventato una cartina al tornasole di certi criteri politici di inclusione ed esclusione. Inaccettabili nella cultura. Essere ospiti alla Buchmesse è un appuntamento importante per gli scrittori e le scrittrici, non esserci o rinunciare ha un costo”. Per Giordano “non è solo una questione politica, ma di banale opportunità: credo che Roberto sia l’unico di noi ad aver parlato all’Accademia di Svezia. Come si può anche solo pensare di non invitarlo in una delegazione italiana? Quanta miopia serve anche solo strategica? Se l’affaire Antonio Scurati fosse accaduto prima degli inviti, sarebbe successo lo stesso anche a lui. Io credo che tutto questo abbia raggiunto un livello di esplicitezza inaccettabile. Peccato. La Buchmesse era una grande occasione per tutti e tutte noi. E per il Paese”.

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Il no all’invito di Sandro Veronesi

Rinuncia a Francoforte lo stesso Sandro Veronesi, che faceva parte dell’elenco dei 100: “Le ragioni balorde e ridicole con cui il Commissario Mazza ha giustificato l’esclusione di Roberto Saviano non mi permettono di accettare l’invito che ho ricevuto. Continua questa pratica di ingerenza del Presidente del Consiglio e dei suoi più fidati collaboratori, accompagnata da ‘putiniana ipocrisia’, su decisioni che non devono seguire logiche politiche. Se si renderà necessario per il mio lavoro andrò a Francoforte privatamente“.

 

Si defila anche Francesco Piccolo

Anche Francesco Piccolo (anche lui tra i 100 ospiti inizialmente previsti) si defila, con una lettera a Repubblica: “Caro direttore, devo dire che mi mette a disagio dire un no almeno quanto mi mette a disagio andare a Francoforte dopo questa scelta di esclusione di Roberto Saviano. Non mi piace prendere posizioni pubbliche, ancorché virtuose, me ne vergogno. Ma qui non c’è in ballo la politica, bensì la letteratura. Avevo accettato l’invito a essere parte della delegazione italiana perché ritengo insensato che le circostanze politiche del presente condizionino una così prestigiosa vetrina culturale: l’Italia è paese ospite alla Fiera di Francoforte non per circostanze presenti, ma per una storia che prescinde da queste. E in più, ritengo fino a prova contraria che accettare il verdetto di elezioni democratiche e i governi che ne conseguono sia una delle leggi fondamentali della Costituzione: anche, e soprattutto, quando al governo ci va chi non senti ti rappresenta. È su questo punto di partenza che costruisco anche il mio pensiero pubblico, la mia funzione intellettuale. Ma i patti devono essere reciproci: io accetto pienamente il potere di una parte politica che non condivido; la parte politica si comporta secondo lealtà, sensatezza, consapevolezza e basi culturali solide. E non usa il suo potere (frutto di circostanze presenti) per decidere su (in questo caso) scrittori che lavorano da molto tempo prima delle circostanze presenti e dai commissari straordinari del momento. Ritengo semplicemente che l’Italia non possa non essere rappresentata anche dall’autore di Gomorra, un libro tradotto in tutto il mondo (e a seguire tutti i suoi altri). Non mi sento legittimato a rappresentare un gruppo di lavoro se manca qualcuno che evidentemente doveva esserci”.

La precisazione dell’Associazione Italiana Editori

Mentre sui social e sui media la polemica coinvolge anche altri autori, arriva la nota dell’Associazione Italiana Editori, che ricorda, come spiegato ieri dal presidente Innocenzo Cipolletta, che “la scelta degli autori ospiti a Francoforte è frutto di una procedura, fatta di un proficuo dialogo e confronto con i singoli editori e agenti letterari italiani, a partire proprio dalle loro proposte.  Tra le proposte sulla base delle quali si è costruito il programma mancano ovviamente molti autori tra i quali, almeno fino ad oggi, Roberto Saviano. L’AIE non avrebbe mai permesso e non permetterà mai ingerenze esterne rispetto alla volontà degli editori“.

Il comunicato di Rcs Libri, editore di Saviano

A margine delle dichiarazioni su Saviano, Alessandro Bompieri, direttore generale News di RCS MediaGroup, ha dichiarato: “Siamo fermamente convinti che Roberto Saviano dovesse essere tra gli autori rappresentativi dell’Italia, selezionati e invitati dalle nostre Istituzioni.
Questo per l’indiscusso valore civile delle sue opere e per il grande successo internazionale di cui da sempre gode.

In assenza di un invito istituzionale, Fuoriscena, casa editrice del Gruppo RCS ed editore italiano del suo ultimo libro “Noi due ci apparteniamo”, sarà felice e onorata di sostenere in ogni modo la sua presenza a Francoforte”.

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Fotografia header: Roberto.Saviano Getty Editorial Ottobre 2019

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