Richard Montanari – Nord – 412 pagine – ISBN:9788842916000

I thriller di Richard Montanari sono contrassegnati da continui colpi di scena e da un ritmo molto sostenuto. Il fulcro narrativo è sempre rappresentato da omicidi seriali compiuti con modalità a dir poco bizzarre. Montanari mette in scena lo spettacolo del male, senza alcun timore reverenziale nei confronti delle sue forme più crude e truculente. I serial killer che popolano le sue storie amano esibire il loro discutibile talento traendo ispirazione dalle fonti più disparate, dalla religione al cinema. Nel primo romanzo pubblicato in Italia, Le ragazze del rosario, vengono ritrovati i corpi straziati di alcune studentesse con le mani giunte in preghiera; nel secondo libro, L’attore, il malvagio di turno riproduce nella realtà alcune delle sequenze più raccapriccianti di film famosi. Nel nuovo thriller, Il sudario di ghiaccio, le vittime vengono “messe in posa” con abiti d’epoca. Montanari delinea ancora una volta una tipologia di assassino seriale che si serve di un proprio linguaggio e di una precisa ritualità. Non svelerò – per non guastare il piacere della lettura – che cosa spinge l’omicida a dar vita a questa macabra messinscena, ma mi limiterò ad accennare brevemente ai pregi del libro, a cominciare dai personaggi principali, interessanti e accattivanti. Un buon poliziesco non può certo prescindere dalla figura di un grande investigatore. Montanari si avvale, per la sua serie, di una coppia di detective, Kevin Byrne e Jessica Balzano; una coppia che suscita immediata simpatia. Jessica è capace di momenti di grande dolcezza, soprattutto nei confronti della figlia, ma ha anche grinta da vendere, che sfodera sia nel lavoro che sul ring. Accanto a questa madre-pugile-agente opera l’investigatore Kevin Byrne, un “duro” che sembra uscito dalla tradizione “hard boiled”, spietato verso i criminali, ma in grado di sciogliersi e intenerirsi di fronte all’adorata Colleen, la figlia sordomuta. I due protagonisti, con le loro debolezze e contraddizioni, formano un duo investigativo affiatato e dall’ottima resa narrativa. Il sudario di ghiaccio ha inizio con il ritrovamento di una ragazza con i piedi amputati e vestita con un abito di epoca vittoriana. Gli omicidi si susseguono a breve distanza secondo una logica nota soltanto all’assassino. Va detto peraltro che gli eccessi macabri che costellano la trama non sono certamente i soli elementi a generare tensione; anzi, è proprio la sapiente costruzione dell’intreccio e il graduale disvelamento degli eventi (del passato e del presente) a suscitare quel brivido, che soltanto un thriller degno di questo nome è in grado di trasmettere.

11 maggio 2009

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