Nell’ultimo rapporto Istat sulla lettura si ha la conferma di quanto i libri cartacei e gli ebook abbiano accompagnato lettrici e lettori italiani nell’anno della pandemia. Allo stesso tempo, non manca la preoccupazione degli editori. Quanto ai dati del 2019, resta stabile la percentuale di lettori (in aumento i cosiddetti “lettori forti”). Il livello di istruzione si conferma elemento determinante, e per bambini e ragazzi gioca sempre un ruolo importante la presenza di libri in casa – I dettagli e i grafici

Intensa la produzione libraria, stabile il numero di lettori. Così l’Istat sintetizza i dati del suo ultimo rapporto annuale sulla lettura in Italia (scarica qui il pdf integrale, ndr), relativo al 2019 (non ci si riferisce, dunque, al 2020 segnato dalla pandemia, ma si dà comunque spazio all’anno appena trascorso, in cui lettrici e lettori hanno dimostrato grande interesse per la lettura di testi cartacei e ebook, come pure per l’ascolto di audiolibri).

I LIBRI PUBBLICATI IN ITALIA

Come si legge nel rapporto, in sintesi nel 2019 sono stati pubblicati in media 237 libri al giorno, quasi 1,3 libri ogni mille abitanti; di questi, due terzi sono novità (58,4%) e nuove edizioni (8,5%), mentre il restante (33,1%) è rappresentato dalle ristampe. Anche in termini di tiratura, le novità e le nuove edizioni coprono due terzi del mercato (54,9% di copie stampate di novità sul totale e 10,9% di edizioni successive), mentre circa un terzo della tiratura complessiva è costituita da ristampe (34,2% delle copie stampate) per un totale di 192 milioni di copie.

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I DATI SULLA LETTURA

Nel 2019 rimane stabile rispetto all’anno precedente il numero di lettori di libri: sono il 40,0% delle persone di 6 anni e più (il 77,2% dei lettori legge solo libri cartacei, il 7,9% solo ebook o libri online). A partire dall’anno 2000, quando la quota di lettori era al 38,6%, l’andamento è stato crescente fino a toccare il massimo nel 2010 con il 46,8% per poi diminuire di nuovo fino a tornare, nel 2016, al livello del 2001 (40,6%), stabile fino al 2019.

La quota più alta di lettori continua a essere quella dei giovani: 54,1% nel 2019 tra i 15 e i 17 anni, e 56,6% tra gli 11 e i 14 anni.

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Tra uomini e donne continua a persistere un divario rilevante. Nel 2019 la percentuale delle lettrici è del 44,3% e quella dei lettori è al 35,5%. Il divario si manifesta dal 1988, anno in cui risultava lettrice il 39,3% delle donne rispetto al 33,7% dei lettori uomini. Nel 2019 si osserva tuttavia una diminuzione significativa di 1,8 punti percentuali tra le donne.

In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra gli 11 e i 19 anni (oltre il 60% ha letto almeno un libro nell’anno). La quota di lettrici scende sotto il 45% dopo i 55 anni, mentre quella di lettori è sempre inferiore al 50% a partire dai 20 anni.

RESISTONO I LETTORI FORTI

Nel 2019, poco meno della metà dei lettori (44,3%) dichiara di aver letto al più tre libri nei 12 mesi precedenti l’intervista; si tratta dei cosiddetti “lettori deboli”, tra i quali si ritrovano poco meno della metà dei lettori maschi (47,4%) e delle persone tra 11 e 14 anni (47,0%). Il 15,6% si annovera tra i “lettori forti” (con almeno 12 libri letti nell’ultimo anno), valore in aumento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2018. La maggiore propensione delle donne alla lettura si ritrova anche nell’intensità della lettura: il 16,7% dichiara di leggere in media un libro al mese, contro il 14,1% degli uomini.

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LETTURA E ABITUDINI FAMILIARI

La lettura è fortemente influenzata dall’ambiente familiare: i bambini e i ragazzi sono certamente favoriti se i genitori hanno questa abitudine. Tra i ragazzi sotto i 18 anni legge il 77,4% di chi ha madre e padre lettori, e solo il 35,4% tra coloro che hanno entrambi i genitori non lettori. In particolare i lettori più piccoli (6-10 anni) risentono maggiormente della presenza della sola madre lettrice (58,9% legge), mentre dopo i 15 anni, nonostante nessuno dei due genitori legga, ben il 40,6% di questi ragazzi lo fa.

L’INCIDENZA DI ISTRUZIONE E TERRITORIO

Il livello di istruzione si conferma elemento determinante: legge libri il 71,9 dei laureati (75,0% nel 2015), 46,1% dei diplomati e solo il 25,9% di chi possiede al più la licenza elementare.

L’abitudine alla lettura continua a essere più diffusa nelle regioni del Nord: ha letto almeno un libro il 47,6% delle persone residenti nel Nord-ovest e il 48,1% di quelle del Nord-est. Al Sud la quota di lettori scende al 27,9% mentre nelle Isole si conferma una realtà molto differenziata tra Sicilia (25,9%) e Sardegna (38,9%). Si segnala, tuttavia, per la Sardegna un calo significativo della percentuale di lettori rispetto al 2018 di -5,8 punti percentuali.

La tipologia comunale è un ulteriore elemento discriminante, legato in parte alla maggior presenza di librerie e biblioteche nei centri di grandi dimensioni. L’abitudine alla lettura è molto più diffusa nei Comuni centro dell’area metropolitana, dove si dichiara lettore poco meno della metà degli abitanti (48,2%), mentre la quota scende al 36,0% nei Comuni con meno di 2mila abitanti.

IL RUOLO DELLA LETTURA NELL’ANNO DELLA PANDEMIA

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Durante la prima fase dell’emergenza indotta dalla pandemia di Covid-19, la lettura ha accompagnato le giornate di più di 6 persone su 10 (62,6%), rappresentando la terza attività del tempo libero maggiormente svolta dopo la TV-radio (93,6%) e i contatti telefonici/videochiamate con parenti e amici (74,9%).

In particolare, la lettura di libri ha interessato il 26,9% della popolazione di 18 anni e più, con una quota maggiore di donne rispetto agli uomini (30,8% contro 22,7%). Sono soprattutto i giovani fino a 34 anni (32%) a dichiarare di aver letto almeno un libro in un giorno della Fase 1, quote minori di lettori nelle fasce di età successive.

Durante la Fase 1, la maggioranza della popolazione adulta di 18 anni e più si è dedicata in un giorno medio alla lettura di libri cartacei (21,6%), mentre la lettura digitale ha riguardato il 7% delle persone di 18 anni e più. La maggior parte della popolazione ha letto esclusivamente libri cartacei (19,9%), mentre il 5,3% solo libri su supporto digitale. Soltanto l’1,7% ha letto sia libri cartacei che e-book/libri online.

La lettura di libri su supporto digitale è stata scelta, in un giorno medio della Fase 1, più dai giovani adulti fino a 44 anni (circa 1 su 10 in questa fascia d’età), mentre è risultata pari alla metà nelle fasce di età successive. Se si considerano i giovani fino a 34 anni che hanno letto almeno un libro su supporto digitale, si osserva una proporzione maggiore di ragazze, con un rapporto donne/uomini di 2 a 1 (14,4% contro 7%).

La lettura di libri ha riguardato principalmente le persone con titolo di studio più elevato (il 41,9% delle persone con laurea o un titolo di studio superiore contro il 16,4% delle persone con al massimo la scuola dell’obbligo). Si osserva un’analoga relazione sia se si considera la lettura di libri su carta sia quella su supporto digitale.

LA PREOCCUPAZIONE DEGLI EDITORI PER L’IMPATTO DELLA PANDEMIA

Nel rapporto c’è spazio anche per la preoccupazione per gli effetti della pandemia e l’incertezza per il futuro. Intervistati nel periodo tra maggio e settembre, nove editori su dieci hanno previsto per il 2020 una perdita consistente del proprio fatturato rispetto all’anno precedente: uno su tre dal 25 al 50% in meno (32,0%), circa uno su quattro ha stimato una flessione compresa tra il 50 e il 75% (24,9%). Solo il 7,4% ha previsto di non subire perdite. Gli scenari più negativi in termini di fatturato sono stati prospettati dagli operatori della piccola e microeditoria.

Tra le conseguenze più evidenti che la prima fase dell’emergenza ha avuto sull’attività editoriale, gli intervistati segnalano: la cancellazione o la sospensione degli eventi e delle manifestazioni per la presentazione al pubblico delle nuove proposte editoriali (83,4%), la mancata partecipazione a saloni/festival letterari (74,1%), il ricorso alla cassa integrazione per il proprio personale (30,3%) e la sospensione o la cessazione di contratti con clienti o fornitori (29%).

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