Stando al primo rapporto dell’Indagine Cepell-AIE “La lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria”, durante il lockdown gli italiani hanno letto meno di prima. Diminuiscono anche gli acquisti di libri, in particolare da parte dei “forti lettori”. Si registra un’ascesa per ebook e audiolibri. Crescono tv, social network e comunicazioni telefoniche

L’Italia chiusa in casa per i mesi di lockdown è un Paese dove si sono letti ancora meno libri di prima e dove la lettura di libri ha ceduto sempre più spazio ad altre attività, dalle videoconferenze ai social network, alla lettura delle notizie. Lo dice il primo rapporto dell’Indagine Cepell-AIE. La lettura nei mesi dell’emergenza sanitaria, con la collaborazione di Pepe Research.

Gli indici di lettura

La lettura nei 12 mesi precedenti (libri, ebook, audiolibri) tocca il valore più basso dal 2017, quando è stato attivato l’Osservatorio AIE: a maggio del 2020 la percentuale di italiani (15-74 anni) che dichiarava di aver letto almeno un libro è del 58%, in calo di 15 punti percentuali rispetto al marzo dell’anno precedente.

E il valore scende al 50% quando si prendono in considerazione solo gli ultimi due mesi, ovvero marzo e aprile del 2020. Chi non ha letto libri a marzo e aprile del 2020 è il 50% della popolazione, mentre su base annua questa stessa percentuale è del 42%.

ricerca lettura

Perché non si legge

Leggere un libro è un’attività a cui gli italiani dedicano prevalentemente meno di un’ora al giorno, con valori in diminuzione rispetto allo scorso anno, mentre la televisione, il telefono, whatsapp, i social network sono tutte attività che mediamente impegnano per più di 60 minuti, con valori in crescita. Su 19 comportamenti monitorati nella ricerca riferiti agli ultimi due mesi, leggere è un’attività che in tutte le fasce d’età si colloca, come tempo utilizzato, tra l’undicesimo e il sedicesimo posto. Quasi la metà di chi non ha letto durante il lockdown (il 47%) dichiara che il motivo è stato la mancanza di tempo, il 35% la mancanza di spazi in casa dove concentrarsi, il 33% le preoccupazioni, il 32% ha sostituito i libri con le news.

Durante il lockdown è cresciuta la percentuale di lettori (51%) che ha letto i libri già presenti in casa. Si è affidato agli store online il 39% dei lettori, mentre le librerie sono crollate dal 74% al 20%. Andrà verificato nei prossimi mesi se le librerie recupereranno il terreno perso con i mesi di chiusura, o se il lockdown rischia di accelerare un processo di erosione delle quote di mercato che già era in corso negli anni precedenti. Intanto cresce la lettura di ebook e audiolibri: i lettori di libri cartacei negli ultimi 12 mesi sono il 53% nel 2020 (69% nell’anno precedente), mentre la lettura digitale è al 31% nel 2020 (26% nel 2019).

Trasformazioni temporanee e tendenze lunghe

In casa durante l’epidemia, in sostanza, il libro è stato spesso soppiantato da altre attività, con un ruolo importante del telelavoro (circa il 15% degli italiani hanno utilizzato per la prima volta strumenti come Teams, Skype, Zoom, Hangout). Ed è una trasformazione che potrebbe non essere temporanea: il saldo tra chi dice che aumenterà la sua lettura di libri “quando tutto riaprirà” e chi invece immagina di diminuirla è positivo per appena il 4,7%, ma tutti i comportamenti correlati hanno invece indici negativi: comprare libri (- 5,1%), utilizzare il prestito digitale (-15,7%), frequentare festival letterari e fiere (-33,5%).

Un mercato stravolto?

I dati raccolti a maggio, infine, ci dicono che si è fortemente ridotto il numero di lettori che hanno acquistato libri nei 12 mesi precedenti (sono il 35% nel 2020, erano il 63% nell’anno precedente) e che il mercato rischia una pesante flessione a causa del comportamento dei “forti lettori”. Gli acquirenti che si definiscono forti lettori passano infatti da 4,4 milioni a 3,5 milioni, con una flessione del 20%. A maggio 2020, i forti lettori hanno acquistato nei 12 mesi precedenti 30,2 milioni di copie, in calo del 45% rispetto al dato di fine 2019 (51,4 milioni di copie).

I commenti

“I numeri dell’indagine Cepell-AIE confermano le criticità per la lettura e la filiera del libro, indispensabili per la crescita, culturale ed economica, del Paese – ha spiegato Paola Passarelli, Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo –. Il governo è consapevole di ciò e per questo ha dato una significativa risposta prevedendo interventi diretti sulla domanda come ad esempio il fondo per gli acquisti di libri da parte delle biblioteche pubbliche e la carta della cultura per le famiglie bisognose”

“L’abbandono della lettura da parte degli italiani è un fenomeno di società che va affrontato a tutti i livelli – ha spiegato il presidente del Centro per il Libro e la Lettura, Diego Marani –. Si tratta di una tendenza che era già in atto prima della pandemia e che va contrastata con misure che incidano sui comportamenti della società nel suo insieme. ​Mirare ai giovani e alle scuole non basta più. Le famiglie, le imprese, le istituzioni a ogni livello devono essere coinvolte, anche con una rivalutazione della parola scritta nei colloqui di lavoro, nelle prove d’esame, nei concorsi pubblici”.

“Il quadro della lettura nel nostro Paese è allarmante – dichiara il presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi –. Sostegno alla domanda pubblica e privata di libri, contrasto alla povertà educativa, aiuti diretti a piccoli editori e librai e alle iniziative che più hanno subito i contraccolpi del distanziamento sociale, come Fiere, Festival e mostre, sono misure necessarie: chiediamo al Governo e al Parlamento, che con i primi provvedimenti adottati hanno dimostrato sensibilità sul tema, di proseguire in questa direzione”.

“L’ entrata in vigore della legge sul libro, la legge 15/2020, – spiega il direttore del Cepell, Angelo Piero Cappello – non può dare i frutti auspicati se fatta germogliare su un terreno vecchio e reso diverso dell’intervenuta pandemia. Novità ineludibili – nel bene e nel male – hanno determinato una brusca accelerazione di fenomeni sociali, abitudini e consumi culturali in atto già da molti anni. Con questa mutata realtà bisognerà fare i conti. Ed è in questa fotografia del mutamento che sta il senso della presente ricerca e dei suoi sviluppi futuri e, soprattutto, dei connessi progetti di nuova promozione e impulso alla pratica della lettura e al consumo librario”.

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