“Mi incuriosiscono molto le persone che hanno una fede, un credo politico o una vocazione a cui immolano la propria esistenza…”: Matteo Cavezzali racconta su ilLibraio.it il suo nuovo libro, “Nero d’inferno”, che vede protagonista la figura di un vecchio calzolaio che per tutta la vita ha nascosto un segreto terribile. Il suo nome è Mario Buda, altrimenti noto come Mike Boda…

Come può una persona credere a tal punto in qualcosa da essere disposta a sacrificare la vita per essa? Cosa la spinge a uccidere degli innocenti per quell’idea?

Mi incuriosiscono molto le persone che hanno una fede, un credo politico o una vocazione a cui immolano la propria esistenza. Per molti anni ho cercato persone con esistenze estreme, che rischiano la vita per fare esperienze fuori dal comune come scalare montagne di 9000 metri in inverno, ho visto che le più enigmatiche e incomprensibili di queste persone sono i terroristi. Ho parlato con ragazzi che si sono poi affiliati all’ISIS e con ex brigatisti. Avevano tutti qualcosa in comune tra loro.

C’era un forte scollamento tra il loro fanatismo e il nichilismo che contraddistingue la nostra epoca.

Poi mi sono imbattuto in una storia poco conosciuta e molto inquietante, che era l’ingresso perfetto per calarmi nell’oscuro baratro dell’animo umano.

L’idea di questo libro è nata da una parola: Boda’s Bomb. L’ho trovata in un saggio di un americano che parlava di terrorismo. L’autore la usava per indicare “l’autobomba”, senza darne una spiegazione, come se la cosa fosse ovvia. Da dove derivava quel termine? Dal nome di un italiano, Mario Buda, conosciuto in america come Mike Boda, considerato il primo terrorista moderno, ovvero il primo uomo che decise di fare un attentato con il solo scopo di seminare terrore. La sua autobomba fu il modello ripreso da tutti dopo di lui, dalla Palestina fino all’ISIS.

Mario Buda era un ragazzo normale, nato a soli 30 chilometri da casa mia, che improvvisamente aveva cambiato vita. Migrante in USA, simpatizzante del movimento anarchico, uomo dai mille volti. Aveva la mia età, 36 anni, quando fece saltare in aria wall street facendo 38 vittime. Era il 16 settembre 1920. Poi era scomparso nel nulla. L’FBI non lo aveva mai più trovato. Che fine aveva fatto? Perché lo sentivo così vicino a me? Così ho cominciato una ricerca che mi ha portato a scoprire una storia incredibile e ancora da raccontare, che può dirci molto del mondo di oggi.

Matteo Cavezzali Nero d’inferno

IL LIBRO E L’AUTORE – Matteo Cavezzali (nella foto di Davide Baldrati, ndr) è nato e vive a Ravenna. Ha esordito per minimum fax nel 2018 con Icarus – Ascesa e caduta di Raul Gardini (vincitore del Premio Volponi Opera Prima/Premio Stefano Tassinari 2019). Cavezzali, che ha scritto testi per il teatro e che collabora con diversi giornali e riviste, ha fondato e dirige il festival letterario ScrittuRa che si svolge a Ravenna, e ora torna con un nuovo libro, pubblicato da Mondadori: Nero d’inferno vede protagonista la figura di un vecchio calzolaio che per tutta la vita ha nascosto un segreto terribile. Il suo nome è Mario Buda, altrimenti noto come Mike Boda. In America Boda’s Bomb è diventato sinonimo di autobomba, e per le imprese di Mike Boda è stata scritta la prima legge antiterrorismo del mondo, eppure nessuno si ricorda di lui. Chi è questo immigrato, questo arrabbiato che ha firmato una delle pagine meno eroiche ma più significative della lotta contro l’ingiustizia sociale?

Fotografia header: Matteo Cavezzali (nella foto di Davide Baldrati, ndr)

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