Se ne parla di più in relazioni ad altri settori, ma la pirateria (un reato, meglio ricordarlo) ha un impatto molto pesante anche sul mondo del libro: ogni anno, infatti, sottrae all’editoria libraria 528 milioni, pari al 23% del valore del mercato (escludendo scolastica ed export), 1,3 miliardi complessivi al sistema Paese e 216 milioni al fisco. Un dato che fa riflettere: il fenomeno riguarda il 61% dei professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti e altri) – I risultati della ricerca IPSOS per l’Aie

Una prima premessa: la pirateria è un reato, perseguito dalla legge. La seconda: se ne parla di più in relazioni ad altri settori (ad esempio giornali, cinema, musica, tv a pagamento etc), ma la pirateria ha un impatto numeri alla mano molto importante anche sul mondo del libro: ogni anno, infatti, sottrae all’editoria libraria 528 milioni, pari al 23% del valore del mercato (escludendo scolastica ed export), 1,3 miliardi complessivi al sistema Paese e 216 milioni al fisco: persi in termini di mancata occupazione 8.800 posti di lavoro, di cui 3.600 nella filiera del libro.

Ora, per la prima volta, una ricerca commissionata dall’Associazione Italiana Editori a Ipsos traccia le dimensioni del fenomeno: e così si scopre che ogni giorno nel nostro Paese si compiono circa 300.000 atti di pirateria (293.000) ai danni del mondo del libro, 107 milioni in un anno.

Il fenomeno della pirateria coinvolge più di un italiano su tre sopra i 15 anni (il 36%), addirittura il 61% dei professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti e altri).

Il tema della pirateria tocca particolarmente gli editori non solo per l’impatto economico, ma anche perché le case editrici sanno bene che molti autori hanno bisogno dei proventi del diritto d’autore per vivere e dedicare tempo al loro talento letterario. Tra l’altro, si tratta di un danno anche per lettrici e lettori onesti, che potrebbero pagare prezzi più bassi se non ci fossero i pirati.

Per questo, l’accordo di consultazione e azione comune di Aie e Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg), chiede al governo di intervenire: “Sono dati drammatici che vanno al di là di qualsiasi previsione – ha dichiarato il presidente di Aie Ricardo Franco Levi –. Dati che richiedono e impongono una forte azione di contrasto attraverso la repressione dei fenomeni illegali e l’educazione degli utenti, non sempre pienamente consapevoli degli effetti dei loro comportamenti; è inoltre necessario un forte sostegno alla domanda che consenta di esercitare in forma legale la richiesta di informazione e di cultura. 18App da riportare alla dotazione originale e detrazione fiscale per l’acquisto dei libri sono gli strumenti decisivi”.

“Il digitale ha portato opportunità ma anche rischi – ha osservato il presidente della FIEG, Andrea Riffeser Monti, richiamando l’attenzione sulle molteplici forme di utilizzo abusivo dei contenuti –: dalle rassegne stampa online realizzate e diffuse senza autorizzazione, alla condivisione non autorizzata di pdf di giornali, anche attraverso piattaforme social, applicazioni telefoniche o di messaggistica. È necessario migliorare gli strumenti di tutela contro ogni forma di sfruttamento parassitario del diritto d’autore”. Riffeser ha quindi lanciato un appello alle istituzioni affinché “supportino una campagna di comunicazione per la lettura di giornali e libri. I dati sulla lettura, infatti, confermano il grande interesse per l’informazione, nonostante le vendite continuino a scendere. Occorre, inoltre, garantire una diffusione capillare dei giornali, per raggiungere i lettori e facilitarne l’acquisto, anche con la crescita degli abbonamenti”.

“Come governo non possiamo ignorare i dati emersi da questa ricerca e la richiesta di aiuto che viene dal settore dell’editoria – ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria Andrea Martella -. La pirateria va combattuta con la repressione dei comportamenti illegali, promuovendo l’educazione alla legalità ma anche con il sostegno a tutta la filiera, così gravemente colpita. Attraverso editoria 5.0 stiamo studiando nuovi strumenti di supporto per l’editoria periodica e quotidiana perché, come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita all’agenzia Ansa la settimana scorsa, l’informazione primaria “costituisce un elemento decisivo per la democrazia nel nostro Paese. Questo fa comprendere le esigenze di sostegno da parte delle istituzioni”. L’impegno, coerentemente con quanto affermato dal Ministro Franceschini, è quindi quello di lavorare ad un progetto analogo anche per l’editoria libraria, a partire dalle richieste che ci vengono dal settore con particolare attenzione al sostegno alla domanda”.

Secondo la ricerca presentata dal presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli, gli italiani (popolazione sopra i 15 anni) sono consapevoli che piratare libri, ebook, accedere a banche dati è illecito e illegale (risponde affermativamente l’84% del campione di 4.000 intervistati), ma una buona fetta lo considera un comportamento poco o per niente grave (39%) e una maggioranza (il 66%) ritiene poco o per nulla probabile che gli illeciti vengano scoperti e puniti. E invece, come detto all’inizio, si tratta di un reato, su cui i controlli sono in aumento.

Come conferma la ricerca, la maggior parte degli atti di pirateria passa attraverso il web. Tra l’altro, ad essere danneggiati sono tutti i settori del mondo editoriale, non solo l’editoria universitaria: le vendite perse nel settore della varia (fiction e saggistica) sono pari a 29,2 milioni di copie (libri ed ebook) all’anno, per un mancato fatturato di 324 milioni di euro. Le copie perse nel settore universitario sono 4 milioni, per un fatturato di 105 milioni di euro, quelle nel settore professionale e banche dati 2,9 milioni, pari a 99 milioni di euro.

La ricerca è stata svolta a novembre del 2019 su un campione di 4.000 interviste (CAWI) così suddivise: 3.338 casi rappresentativi per genere, età, area geografica, ampiezza centro, professione e titolo di studio e 452 studenti universitari rappresentativi per genere, età e area geografica e 466 liberi professionisti sempre rappresentativi per area geografica.

 

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