Wanda Marasco davanti a Fabio Stassi. Al Gran Teatro La Fenice di Venezia è andata in scena la serata finale della 63esima edizione del Premio Campiello…
Al Gran Teatro La Fenice di Venezia è andata in scena la serata finale della 63esima edizione del Premio Campiello.
A imporsi nel 2025 al Campiello è stata Wanda Marasco con Di spalle a questo mondo (Neri Pozza).
A decretare il libro vincitore, come sempre, la “Giuria dei Trecento Lettori anonimi“, composta “da persone di diverse età, professioni e provenienza geografica che, con il loro giudizio, rappresentano il gusto autentico dei lettori italiani”.
I libri in cinquina al Premio Campiello 2025
A contendersi l’ambita “vera da pozzo” e la vittoria finale, lo ricordiamo, c’erano anche Bebelplatz – La notte dei libri bruciati (Sellerio) di Fabio Stassi, Inverness (Polidoro) di Monica Pareschi, Troncamacchioni (Feltrinelli) di Alberto Prunetti, Nord Nord (Einaudi) di Marco Belpoliti.
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Il libro vincitore
Wanda Marasco, scrittrice napoletana, già vincitrice del Premio Bagutta Opera Prima con il romanzo L’arciere d’infanzia (Manni, 2003) e del Premio Montale per la poesia con la raccolta Voc e Poè (Campanotto 1997), con Di spalle a questo mondo è stata protagonista anche allo Strega: se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell’imperfezione. Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia. Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l’alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l’imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall’ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall’amore di Ferdinando, tornerà a claudicare. Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni…
La serata finale del Campiello
A condurre la cerimonia conclusiva del premio organizzato dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto, è stata Giorgia Cardinaletti, giornalista e volto del Tg1, affiancata da Luca Barbarossa, a sua volta accompagnato dalla sua Social Band (composta da Claudio Trippa, Alessio Graziani, Domenico Marturano ed Emanuele Ciampichetti).

La cinquina del Premio Campiello 2025
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Il premio per l’Opera Prima ad Antonio Galetta
Durante la cerimonia, sono stati premiati anche i vincitori degli altri riconoscimenti previsti dalla Fondazione Il Campiello: il premio per l’Opera Prima, assegnato quest’anno ad Antonio Galetta, autore di Pietà (Einaudi); il Premio Fondazione Il Campiello, prestigioso riconoscimento alla carriera attribuito a Laura Pariani; premiate, inoltre, Ilaria Mattioni e Chiara Carminati, vincitrici delle due categorie in gara nella quarta edizione del Campiello Junior, dedicato alla letteratura per i più giovani.
La serata, inoltre, è stata l’occasione per celebrare il vincitore del Campiello Giovani, e il vincitore della terza edizione del Campiello Natura – Premio Venice Gardens Foundation.
A Giacomo Bonato il Campiello Giovani
A vincere la 30esima edizione del Campiello Giovani, il concorso riservato ai giovani tra i 15 e i 21 anni organizzato dalla Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto, è il 17enne Giacomo Bonato di Arquà Petrarca (PD), che si è aggiudicato il riconoscimento con il racconto Verso Oriente, scelto dalla Giuria dei Letterati, presieduta da Giorgio Zanchini, tra i cinque racconti arrivati in finale. Il vincitore è stato annunciato da Raffaele Boscaini, Presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto e da Mariacristina Gribaudi, Presidente del Comitato di Gestione del Premio Campiello.

Giacomo Bonato, che ha vinto il Campiello Giovani
Di seguito la motivazione della Giuria: “(…) Il racconto ricostruisce con ritmo e competenza storica la vita mercantile di Venezia all’epoca della battaglia di Lepanto. Il genere del racconto storico è dominato dal diciassettenne Bonato con grande mestiere, e sottili richiami a temi attuali (l’istituzione del ghetto di Venezia, la libertà di culto per i cristiani presso gli Ottomani, l’influenza nella politica di guerra del denaro – banche e prestiti). Il finale apre al tema del desiderio, sempre irrealizzato: la guerra, per cui il mercante Zorzi ha fornito la Serenissima di legname per le galere, gli consente di accostare, come ha sempre sognato, Costantinopoli – ma non di vederla; per Bonato l’evidenza letteraria non è dalla parte dei sogni, ma della vita feconda dei suoi mercanti di Venezia, e della storia”.
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A Lauro Marchetti il Campiello Natura

Lauro Marchetti
È andata invece a Lauro Marchetti, con il suo libro Memorie di Ninfa (Allemandi Editore), la terza edizione del Campiello Natura – Premio Venice Gardens Foundation. A premiare Marchetti, Adele Re Rebaudengo, Presidente di Venice Gardens Foundation. Nato dalla sinergia tra la Fondazione Il Campiello di Confindustria Veneto e Venice Gardens Foundation, “il premio si rivolge a opere letterarie che, con sensibilità e profondità, interpretano e favoriscono un rapporto profondo e armonioso con la natura in ragione dell’affinità, dell’equilibrio e del rispetto, contribuendo alla sua salvaguardia, al suo ascolto, alla sua comprensione”.