C’è spazio, nel mercato editoriale di oggi, per i romanzi di fantascienza firmati da autrici e autori italiani? ilLibraio.it ne ha parlato con Franco Forte, direttore editoriale di Urania: “Credo che molti autori italiani di fantascienza siano allo stesso livello degli scrittori internazionali ma, nonostante i tentativi fatti di abituare il pubblico a leggerli, a valutarli senza pregiudizi ma solo per ciò che scrivono, la risposta è stata parecchio deludente…”. Ecco, quindi, le conseguenti scelte della collana di culto edita da Mondadori…
C’è spazio, nel mercato editoriale di oggi, per i romanzi di fantascienza firmati da autrici e autori italiani?
I dubbi in merito non mancano, e in rete, tra gli appassionati, in questi giorni stanno non a caso facendo discutere le dichiarazioni di Franco Forte, scrittore, sceneggiatore e direttore editoriale delle collane da edicola Mondadori, tra cui Il Giallo Mondadori e in particolare Urania. Nei giorni scorsi Forte, nel corso di Stranimondi, durante la presentazione del libro vincitore del Premio Urania, ha spiegato che il marchio simbolo della Science fiction non pubblicherà autori italiani contemporanei, se non nell’ambito del premio che promuove annualmente e in altri casi (su cui torneremo a breve).
Già in un video disponibile su YouTube (precedente all’annuncio), Forte aveva parlato di un certo “disinteresse nei confronti della produzione degli autori italiani” e di “un pregiudizio” da parte del grande pubblico nei confronti della fantascienza italiana.
In questi anni, va ricordato, Urania ha proposto antologie, romanzi e racconti. Chiamata inizialmente I romanzi di Urania, è una collana di culto, dalla lunga storia (è nata infatti nel 1952), e per molto tempo non ha ospitato nomi italiani.
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Abbiamo chiesto dei chiarimenti al direttore editoriale di Urania, che prima premette: “Credo che molti autori italiani di fantascienza siano allo stesso livello degli scrittori internazionali ma, nonostante i tentativi fatti di abituare il pubblico a leggerli, a valutarli senza pregiudizi ma solo per ciò che scrivono, la risposta dei lettori è stata parecchio deludente“. Per Forte,
“a parte il romanzo vincitore del Premio annuale, è difficile registrare per gli italiani lo stesso gradimento degli autori internazionali. E questo nonostante si sia cercato di pubblicarli con regolarità, come mai era stato fatto prima, con romanzi di grande valore, con antologie tematiche, con racconti pubblicati in appendice, con l’istituzione anche di un premio letterario dedicato alla narrativa breve, come lo Short”.
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A ilLibraio.it Forte spiega inoltre che “questi tentativi non sono riusciti a innescare un volano d’interesse ad ampio raggio verso la Science fiction italiana, anche in libreria, dove si è provato ad allargare la platea. A quanto pare, la dimensione degli scrittori nostrani di SF è quella che trova fiducia nel gruppo ristretto degli appassionati. Detto questo, Urania resterà il punto di riferimento per la SF italiana che intende rivolgersi al grande pubblico: con il Premio Urania per i romanzi e il Premio Urania Short per i racconti”. E non solo, aggiunge il responsabile della collana: “Come ho avuto modo di annunciare, a fine anno uscirà un Millemondi tutto italiano, una raccolta dello scrittore Lino Aldani, per festeggiare il numero 100 della collana. E nel 2025 ci sarà un’altra antologia collettiva di autori nazionali, per quanto non curata dal sottoscritto, oltre a un altro romanzo di Claudio Vastano, terzo di una trilogia, che considero di grandissima qualità, e che era già in programma. Una trilogia che è stata opzionata da una casa di produzione per una serie, a dimostrazione di quanto ci siamo spesi per gli autori nazionali (non solo lui, anche Giovanni De Matteo ha firmato un’opzione per la riduzione televisiva di una sua opera pubblicata in collana)”.
Forte conclude: “Se da tutto questo emergeranno altri talenti ancora più interessanti e i lettori e le lettrici ci daranno sostegno… nessun problema a tornare a dare più possibilità di pubblicazione agli autori italiani. È quello che abbiamo sempre fatto!“.
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