Esplorare le nuove forme di narrativa che spaziano dal crossover al new weird: in casa Fandango debutta la collana Weird Young, dedicata alle giovani lettrici e ai giovani lettori – I particolari sulle prime uscite

In casa Fandango debutta una nuova collana, Weird Young, dedicata alle giovani lettrici e ai giovani lettori. Un progetto editoriale che, nelle intenzioni, punta a esplorare le nuove forme di narrativa che spaziano dal crossover al new weird.

Il primo titolo è Bunny di Mona Awad. L’autrice, nata a Montréal, vive negli Stati Uniti dal 2003. Laureata alla York University di Toronto, con il suo debutto, 13 modi di vedere una ragazza grassa (Bompiani), ha vinto diversi premi.

Bunny, sospeso tra satira, horror e favola, racconta di Samantha Heather Mackey, un’assoluta outsider alla Warren University, dove frequenta un corso iperselettivo di scrittura creativa. La fantasia di Samantha è molto più cupa di quella della maggior parte degli studenti del suo anno, tanto più quando si tratta del gruppetto di ragazze ricche e vestite di colori pastello che incontra sempre a lezione. Tra loro si chiamano Bunny, “coniglietta”, e passano il tempo a mangiare mini cupcake, a dirsi l’un l’altra quanto siano straordinarie e a darsi abbracci di gruppo. Ma tutto sembra cambiare quando un giorno la protagonista riceve l’invito a un loro riservatissimo party e decide di andare piantando in asso Ava, una caustica ex studentessa d’arte che detesta tutto quello che riguarda la Warren e che è anche la sua unica amica. Da quando si sono conosciute, loro due hanno passato ogni singolo giorno insieme, partecipando come coppia al corso di tango e ballando sul tetto della casa di Ava. Ma quando Samantha varcherà la soglia che conduce al mondo Bunny, tutto prenderà una piega imprevista e la protagonista verrà a conoscenza dei “rituali” che trasformano delle placide studentesse in creature mostruose

La seconda uscita in programma è firmata da Michele Cocchi, classe ’79, che lavora come psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza. Cocchi ha già pubblicato la raccolta Tutto sarebbe tornato a posto (Elliot), finalista come libro dell’anno di Fahrenheit. E al suo primo romanzo, La cosa giusta (Effigi, 2016), ha fatto seguito La casa dei bambini (Fandango, 2017), che ha vinto la XXXVII edizione del Premio Comisso. Il suo nuovo romanzo, Us, ha per protagonista il 16enne Tommaso, che da 18 mesi non esce di casa, quasi non esce dalla sua stanza, è quello che gli psicologi chiamano hikikomori, letteralmente “chi si è ritirato, chi sta in disparte”. Da un giorno all’altro, ha abbandonato il basket, la scuola, le sue passioni e ormai passa il tempo a guardare video di vecchie partite Nba e a giocare ai videogame. C’è un gioco in particolare intorno a cui organizza le sue giornate, è il suo unico appuntamento fisso. Si chiama Us, noi in inglese: il gioco forma squadre da tre giocatori e le impegna in 100 campagne in un anno, una al giorno, vince la squadra che le completa per prima restando unita. L’avatar di Tommaso si chiama Logan e la sua testa è un teschio, insieme a lui giocano Rin che è una ragazza e assomiglia a un manga giapponese e Hud che sembra uscito da un videogame sparattutto. I tre non si conoscono, non possono parlare di sé, lo dicono le regole, ma diventano amici. Us ogni giorno propone loro una missione “storica”, ogni giorno li mette dalla parte delle vittime o dei carnefici, dalla parte delle Farc in Colombia, dei nazisti in Germania, di Mandela in Sudafrica, ogni giorno devono capire come arrivare alla fine avendo sotto gli occhi i massacri del ’900. Ogni giorno avranno qualcuno da salvare e qualcuno da eliminare. La Storia però può essere feroce e comportarsi da eroi non sempre è possibile, ammesso che eroe sia chi esegue gli ordini…

 

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