“The Weird and the Eerie” è l’ultimo libro pubblicato in vita da Mark Fisher (1968 – 2017), scrittore e critico culturale inglese, di cui si è molto parlato per il saggio “Realismo capitalista”

The Weird and the Eerie, in uscita per minimum fax (traduzione di Vincenzo Perna) è l’ultimo libro pubblicato in vita da Mark Fisher (1968 – 2017), scrittore e critico culturale inglese, di cui si è molto parlato per il saggio Realismo capitalista (Not).

The Weird and the Eerie

Ricordando l’amico, Simon Reynolds ha scritto: “Costruendo, con incomparabile rigore ed eloquenza, un ponte che collega estetica e politica, critica e attivismo, Fisher era davvero un intellettuale impegnato, potremmo dire persino: un John Berger post rave”. Quest’ultima definizione si adatta anche per inquadrare The Weird and the Eerie, dove s’indagano – tra letteratura, musica e cinema – due forme/sentimenti che non hanno una perfetta corrispondenza nella nostra lingua. Solo approssimativamente, infatti, il weird può essere reso con “strano” e l’eerie con “inquietante”.

Fisher spiega queste categorie attraverso le arti e le epoche: il weird si rivela così nei racconti di H.P. Lovecraft, nelle canzoni dei Fall, nei romanzi di Philip Dick e nei film di David Lynch, mentre l’eerie si manifesta nell’opera di scrittori, musicisti e registi come Margaret Atwood, Brian Eno, Stanley Kubrick e Christopher Nolan. “Il fascino di weird ed eerie non è sintetizzabile nell’idea che ‘ricaviamo piacere da ciò che ci spaventa’. Ha piuttosto a che vedere con l’attrazione per l’esterno, per ciò che sta al di là della percezione, della conoscenza e dell’esperienza comune”, scrive Fisher. In questo libro, il reale si apre dunque all’ignoto, all’incubo e all’incanto.

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