Come sapere di volta in volta se in una parola la “e” e la “o” vanno considerate aperte o chiuse? Non sempre capirlo è così immediato, perché in molte parlate regionali si tende a pronunciarle più aperte (come accade in molte aree del Sud) o viceversa più chiuse (come accade in molte aree del Nord) del dovuto. Ecco quindi una guida utile a fugare i dubbi anche nei casi meno intuitivi…
Anche se in italiano normalmente riteniamo che le vocali siano cinque, dal punto di vista fonetico i suoni vocalici della nostra lingua sono in realtà sette, dal momento che la e e la o possono avere due pronunce diverse a seconda che siano aperte o chiuse.
Per produrre una vocale aperta è necessario che lo spazio fra la lingua e il palato sia il maggiore possibile, come accade quando pronunciamo la a, mentre per produrre una vocale chiusa è necessario che lo spazio fra la lingua e il palato sia il minore possibile, come si verifica con la i e con la u.
Quanto alla e, se è aperta (è) si trascrive foneticamente come [ɛ] e se è chiusa (é) si trascrive foneticamente come [e], mentre la o aperta (ò) si trascrive foneticamente come [ɔ] e la o chiusa (ó) si trascrive foneticamente come [o].
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Come sapere, però, di volta in volta se l’una e l’altra vocale vanno considerate aperte o chiuse? Non sempre capirlo è così immediato, perché in molte parlate regionali si tende a pronunciarle più aperte (come accade in molte aree del Sud) o viceversa più chiuse (come accade in molte aree del Nord) del dovuto.
Ciò che possiamo tenere a mente, in linea generale, è che, quando l’accento non cade su di loro, la e e la o hanno sempre un suono chiuso. In tutti gli altri casi, invece, può essere utile rifarsi a una guida da consultare per fugare i dubbi, così da riuscire a destreggiarsi anche nelle circostanze meno intuitive.
E aperta (è)
La vocale e si pronuncia aperta (è) in italiano:
- nelle parole in cui è segnato l’accento grave;
(es. è, tè, piè, ahimè, cioè) - nelle parole deficit, motel, rebus, requiem, tennis, vademecum;
- nelle parole in cui la e è seguita da -nt, -ns, -nd e -nz;
(es. accogliente, dispensa, diminuendo, assistenza; eccezioni: zenzero) - nelle terminazioni -ea, -edine, -eco, -ela, -elico, -ello, -emo, -enne, -ennio, -eno, -eo, -erico, -erio, -erno, -ero, -errimo, -esimo, -estre, -estro, -esimo, -etto, -evolo, -ezio, -iera, -iere;
- nei nomi di origine straniera in cui la e è l’ultima lettera che si pronuncia;
(es. bidet, che si pronuncia bidè; cabaret, che si pronuncia cabarè) - negli iati del condizionale;
(es. io avrei) - nelle desinenze -ebbe ed -ebbero del condizionale;
(es. egli avrebbe, essi avrebbero) - nel passato remoto del modo indicativo.
(es. egli potette)
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E chiusa (é)
La vocale e si pronuncia chiusa in italiano (è):
- nelle parole in cui è segnato l’accento acuto;
(es. affinché, checché, dacché, macché, mercé, nonché, perché, sicché) - nelle parole che, e, me, re, se, te, tre, ne;
- nelle voci dei verbi scendere e vendere, e dei loro derivati (come discendere o rivendere);
- nelle terminazioni -ecchio, -eccio, -efice, -eggio, -endolo, -enno, -ere, -ese, -esimo, -essa, -eto, -etto, -evole, -ezza, -mente, -mento;
- nei congiuntivi imperfetti.
(es. se io avessi)
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O aperta (ò)
La vocale o si pronuncia aperta in italiano (ò):
- nelle parole che terminano con o accentata;
(es. comò, piangerò) - nel dittongo -uo;
(es. cuore, buono, casseruola) - nelle terminazioni -occhio, -occio, -ocrate, -odico, -oforo, -oggia, -oggi, -oggio, -ogico, -oide, -oldo, -olfo, -olo, -ologo, -ometro, -orico, -orio, -oscia, -oscio, -osi, -ossa, -osso, -ota, -otico, -ottico, -otto, -ottolo, -ozzo, -uolo;
- nelle desinenze verbali -olsi, -olse, -olsero.
(es. io colsi, egli colse, essi colsero)
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O chiusa (ó)
La vocale o si pronuncia chiusa in italiano (ó):
- nelle parole con, don, non;
- nelle terminazioni -forme, -oce, -ogno, -ognolo, -oio, -onda, -ondo, -one, -oni, -onte, -onto, -onzolo, -ore, -oso, -posto.