Un’immagine di grande impatto (anche a livello simbolico): code ordinate di lettrici e lettori sotto la pioggia per fare scorte di libri prima del lockdown in Francia e Belgio – Il punto della situazione

Era già successo in Inghilterra in primavera, per il primo lockdown: lettrici e lettori che accorrevano in libreria prima delle previste chiusure dei negozi. Ora la scena, di grande impatto (anche a livello simbolico) si ripete in Francia e in Belgio.

È infatti diventata virale la foto rilanciata sui social dall’editore Stephen Carrière, che ringrazia per lo scatto Astrid Dujardin, e che mostra una lunga e ordinata coda di lettori attendere il proprio turno sotto la pioggia, in attesa di entrare in uno dei negozi della catena di librerie Furet du Nord, presenti nel nord della Francia e in Belgio.

Sì perché, come ha ricordato Stefano Mauri, presidente e Ad di GeMS (ed editore de ilLibraio.it, ndr), “i libri si sono dimostrati una risorsa per chi è costretto a ridurre le occasioni sociali. In tutto il mondo, dove e quando le librerie sono rimaste aperte, le persone hanno fatto ricorso al libro per accompagnare le loro giornate. Tutti i mercati occidentali sono in crescita…”.

In Francia, però, come sottolinea Le Monde, c’è grande delusione tra libraie e librai perché le librerie non sono state considerate imprese essenziali e hanno dovuto (ri)chiudere nei giorni scorsi per il nuovo lockdown voluto da Emmanuel Macron.

In attesa di capire quali scelte prenderanno il governo italiano e le Regioni a livello nazionale e locale, per rispondere all’aumento dei contagi, torniamo a ricordare, come abbiamo fatto nei giorni scorsi, che nel nostro Paese, dopo il lockdown, le librerie sono state tra le prime realtà a riaprire in sicurezza, e che le lettrici e i lettori si sono dimostrati da un lato molto rispettosi delle regole, e dall’altro, come detto, anche molto vogliosi di libri.

Restando all’Italia, in queste ore non manca la preoccupazione tra autori, editori e librai, e tra le lavoratrici e i lavoratori della filiera del libro, considerato che i mesi di novembre e dicembre, che portano al Natale, sono tra i più importanti dell’anno per il fatturato (e la sopravvivenza) del settore. E che, non a caso, sono in uscita alcuni dei titoli più attesi del 2020.

A conferma dei timori, la scorsa settimana le associazioni di categoria sono tornate ad appellarsi alla politica, ricordando che il libro va considerato un “bene necessario”. Intervistato da ilLibraio.it, il ministro dei Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini ha confermato, parlando delle librerie, che il governo “riconosce il loro valore culturale e sociale”. Aggiungendo che “sì, sono stati tantissimi gli aspetti negativi del lockdown, ma c’è anche da dire che, come forse era prevedibile, molte persone si sono riavvicinate alla lettura e, con la riapertura, sono tornate nelle librerie in cerca di nuovi libri”. Concludendo: “Noi continueremo a supportare la lettura e la sua promozione; in questi mesi sono stati fatti interventi per sostenere le librerie, le piccole case editrici, e si sta lavorando a una legge per il libro sul modello di quella per il cinema, per sostenere l’intera filiera… ho appena firmato un decreto per il sostegno ai traduttori“.

 

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