A fine 2020 chiuderà a Milano il Megastore Mondadori di via Marghera, a poca distanza dalla Feltrinelli di Piazza Piemonte, appena riaperta in una nuova versione “ibrida”. Il network di Segrate, però, sta anche inaugurando nuovi negozi, soprattutto in franchising (e al Centro-Sud). Con l’ecommerce che guadagna (temporaneamente?) quote di mercato, l’esigenza comune è quella di adeguare i canali di vendita all’evoluzione del mercato e delle abitudini di acquisto. Certo, dati alla mano soffrono inevitabilmente le librerie collocate in luoghi come stazioni, aeroporti, centri storici, centri commerciali, spopolati dal lockdown – L’approfondimento

Nei giorni scorsi abbiamo raccontato la nuova veste della libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte, a Milano, che dopo un periodo di chiusura per i lavori di ristrutturazione ha riaperto in una nuova veste, “ibrida” (qui tutti i particolari, ndr), con l’auspicio di intercettare, e nel caso anticipare, le nuove tendenze. Tra le novità, l’area dedicata a videogiochi e giochi da tavolo, quella in cui si troveranno i fiori, il nuovo Red Caffé, un’“arena” per gli eventi fisici (che per il momento restano però vietati), la presenza dei libri usati (frutto della collaborazione con il Libraccio), nuovi servizi digitali, relazioni tra clienti e librai, oltre a modalità di pagamento aggiuntive. Allo stesso tempo, come riportato dall’Ansa, Alberto Rivolta, Ad delle librerie Feltrinelli, non ha nascosto le difficoltà: “Sulla rete fisica abbiamo avuto cali di fatturato ben oltre la doppia cifra. Il calo si è verificato in particolare per la presenza di librerie in luoghi come stazioni, aeroporti, centri storici, spopolati dal lockdown. Non c’è stata una compensazione totale da parte di altri canali”.

La pandemia del resto ha avuto un pesante impatto su tantissimi settori. Su quasi tutti, praticamente. La filiera del libro non è stata indenne, ma ha dimostrato capacità di resistenza, dati alla mano. Anche perché la lettura è stata d’aiuto per molti in questo drammatico 2020, in questi lunghi mesi all’insegna della paura e dell’isolamento.

Dopo la preoccupazione di editori e librai per il crollo delle vendite nei mesi primaverili del lockdown, infatti, il mercato librario ha avuto una ripresa (registrata non solo in Italia) e lettrici e lettori sono tornati con entusiasmo (e in sicurezza) nelle librerie, che sono state tra le prime a riaprire. E che non hanno più richiuso, visto che nelle scorse settimane il governo ha deciso di tenere aperti i negozi di libri anche nelle zone “rosse” (qui i dettagli, ndr), considerando concretamente (e finalmente), per la prima volta il libro un “bene essenziale”.

Certo, nel corso di quest’anno la quota di mercato dell’ecommerce è aumentata a svantaggio dei negozi fisici (non vale solo per il mondo del libro, sia chiaro), e bisognerà capire come si assesterà il quadro nei prossimi mesi. Tra l’altro, storicamente le settimane che portano al Natale sono decisive per i fatturati, e sarà importante che le vendite siano buone da qui a fine anno.

Va anche detto che, se le librerie di quartiere, o quelle dei centri medio-piccoli, hanno tenuto bene (grazie al dinamismo e alla creatività di libraie e librai, che si sono subito attivati, tra consegne e domicilio, attività online e nuove modalità di interazione con la clientela), hanno inevitabilmente avuto più difficoltà le librerie delle zone centrali delle grandi città, svuotate di turisti e lavoratori, come pure quelle all’interno di centri commerciali, stazioni e aeroporti. Insomma, un quadro complesso, in cui i fattori da considerare sono diversi, e che sarà da valutare nei prossimi mesi.

Dicevamo all’inizio del nuovo corso della Feltrinelli di Piazza Piemonte. A pochi passi, in via Marghera, invece, a fine 2020 chiuderà il Megastore Mondadori.

È sempre molto triste leggere (e scrivere) di un negozio di libri che chiude. In questo caso parliamo di una libreria molto grande, su più piani, con una storia ormai ventennale (aprì proprio nel 2000). La scelta di Segrate, a quanto ci risulta, e è stata determinata da più fattori, che hanno influito sulla sostenibilità del punto vendita. In una fase così incerta, Mondadori Store ha scelto così di concentrare gli sforzi sui suoi punti di forza in città: il Megastore di Piazza Duomo, la storica libreria Rizzoli in Galleria Vittorio Emanuele (ristrutturata non da molto) e il Mondadori Bookstore di via Pergolesi.

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Via Marghera negli ultimi anni ha visto una decisa riduzione del flusso di persone (e potenziali clienti), a vantaggio di altre zone di Milano. Complice anche la pandemia, si è generata una contrazione sempre maggiore dei ricavi della libreria. Che, oltre ai libri, ha da sempre puntato sulla vendita di prodotti di elettronica di consumo, che a loro volta hanno subito un calo. Stando a quanto abbiamo appreso, vista la preoccupazione degli addetti alle vendite, a Segrate si sta lavorando per mettere in atto tutte soluzioni alternative da proporre al personale. Staremo a vedere.

Una chiusura è una brutta notizia, anche a livello simbolico. Ma guardando oltre Milano, quali sono le altre novità legate al network di Mondadori Store che, come nel caso della catena Feltrinelli, sta cercando di reagire e adattarsi ai tempi? Parliamo di oltre 550 punti vendita da Nord a Sud, in gestione diretta o in franchising, oltre che del portale di ecommerce Mondadoristore.it, appena rinnovato in occasione dei suoi primi 20 anni.

Negli ultimi mesi, nonostante l’emergenza sanitaria e la crisi economica, la rete si è allargata con l’apertura, nel Centro-Sud, di dieci negozi in franchising. Dalle informazioni che abbiamo raccolto, tra fine 2020 e inizio 2021 sono previste ulteriori aperture, sempre in franchising, nei centri storici di piccole e medie città, e in gestione diretta, dopo le due librerie di proprietà di Brescia, aperte a inizio 2020 all’interno del centro commerciale Carrefour di Limbiate, e alla fine del 2019 nel centro commerciale Elnòs.

Il tutto si inserisce nell’ambito di una strategia volta ad adeguare i canali di vendita all’evoluzione del mercato e delle abitudini di acquisto (anche con i servizi messi a disposizione dei clienti attraverso Mondadoristore.it).

Va ricordato, tra l’altro, che nei mesi del primo lockdown è stato offerto un aiuto concreto e immediato ai librai affiliati al network che, a causa dell’emergenza sanitaria e delle relative ordinanze restrittive, a marzo hanno dovuto chiudere e limitare la propria attività. A questi negozi è stata data la possibilità di rateizzare in modo automatico i corrispettivi in scadenza ad aprile. Nello stesso mese sono state inoltre azzerate le spese di trasporto a loro carico per le consegne a domicilio.

Intervistato dall’Adnkronos, Francesco Riganti, direttore marketing Mondadori Retail,
oltre a lanciare la nuova campagna natalizia per gli acquisti in libreria, ha sottolineato come Mondadori Store abbia rafforzato i servizi che consentono di ordinare i libri da casa, per poi ritirarli in libreria o riceverli nella propria abitazione. Ha anche aggiunto che “la chiusura, determinata dalle disposizioni vigenti, nei giorni di sabato e domenica delle librerie presenti all’interno dei centri commerciali ha un’incidenza sulle vendite, a differenza dei nostri store situati nei piccoli centri storici, delle librerie di vicinato e di quartiere che riescono a lavorare meglio”.

Considerati tutti questi elementi, l’auspicio è che la situazione sanitaria migliori in fretta. Ne va del futuro di molte (spesso grandi) librerie, pensate (a partire dall’ubicazione) per grandi flussi di potenziali clienti.

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