A Orvieto rischia di chiudere la Libreria dei Sette, gestita dalla famiglia Campino. La scrittrice Susanna Tamaro: “Non possiamo continuare ad assistere passivamente all’avanzare del degrado culturale e dell’analfabetismo di ritorno”

“(…) Ho appena appreso con estrema tristezza che la Libreria dei Sette, che quest’anno avrebbe festeggiato i 95 anni di attività, sarà costretta a chiudere i battenti dopo Natale. A dare il grido di allarme è stato Riccardo Campino — appassionato gestore della libreria dal 1994 insieme alle sorelle Enza e Monica”. Il Corriere della Sera ha ospitato in prima pagina l’appello della scrittrice Susanna Tamaro, a sostegno di una libreria che “non è stata soltanto un punto di incontro letterario, ma ha lavorato anche moltissimo con le scuole, a partire dai bambini dell’asilo, facendo così una preziosa opera di alfabetizzazione a favore delle nuove generazioni.

Dopo la chiusura di Parole ribelli, dunque, a Orvieto rischia di chiudere un altro negozio di libri. Le cause sono sempre le stesse: l’avanzata dell’ecommerce, il calo dei lettori, ma anche l’impossibilità di pagare un affitto su cui il Comune non sembra intenzionato a concedere sconti.

Aggiunge con amarezza la stessa Tamaro: “Fino a quando, mi chiedo, potrà resistere anche questa realtà residua all’inarrestabile avanzata delle catene di mutande che stanno colonizzando tutti i corsi principali delle nostre città? La chiusura di un negozio storico è sempre un impoverimento per questo tipo di comunità ma, quando si tratta di una libreria, le cose diventano tristemente più gravi…”.

Il suo intervento si chiude con un appello: “Salviamo la Libreria dei Sette e tutte le librerie nelle stesse condizioni! Non possiamo continuare ad assistere passivamente all’avanzare del degrado culturale e dell’analfabetismo di ritorno. La chiusura di una libreria, infatti, è sempre una sconfitta di civiltà…”.

 

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