Un’opera allo stesso tempo letteraria, che guarda a Gadda, a Miller, a Pynchon, ma che è anche un romanzo avventuroso, comico: Gian Marco Griffi in libreria con un’opera corale e ambiziosa, “Ferrovie del Messico”

Gian Marco Griffi vive a Asti. Ha già pubblicato Più segreti degli angeli sono i suicidi (Bokabook, 2017) e Inciampi (arkadia, 2019). Il suo terzo libro, Ferrovie del Messico – Un romanzo d’avventura, in uscita per Laurana (nella collana fremen, diretta da Giulio Mozzi), è presentato come un’opera allo stesso tempo indubbiamente letteraria, che guarda a Gadda, a Miller, a Pynchon, ma che ha anche tutte le caratteristiche che possono farne un libro popolare, nonostante la mole (oltre ottocento pagine).

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Nella postfazione, Marco Drago non a caso si spinge a sottolineare: “Se la trama da seguire è semplice, Griffi riesce nell’intento di trasformarla in un’epica tragicomica che genera storie su storie, tanto che a un certo punto il lettore si rende conto (non senza un certo sgomento) che, volendo, il libro potrebbe non finire mai. Quando un autore non si pone limiti e decide intenzionalmente di buttarsi tutto intero nel testo che sta scrivendo, succede proprio questo: il testo, come lo spaziotempo, non è un concetto solido con dei limiti ben precisi. Ogni testo, volendo, possiede un’elasticità tale da poter essere teso all’infinito. La parola chiave, qua, è ‘volendo’. Volendo, si può scrivere un libro che contiene tutto”.

Gian Marco Griffi Ferrovie del Messico

La trama ci porta nel febbraio 1944, ad Asti, ma anche su e giù per le ferrovie del Messico, tra gli anni Venti e gli anni Trenta del secolo scorso.

Tra i numerosissimi personaggi di questo romanzo corale, Cesco Magetti, milite della Guardia nazionale repubblicana ferroviaria, tormentato dal mal di denti, incaricato di compilare una mappa delle ferrovie del Messico (l’ordine viene dall’alto, molto dall’alto); Tilde Giordano, ragazza bellissima e folle, imbevuta di letteratura, della quale Cesco si innamora all’istante e perdutamente; Steno, devotissimo fidanzato di Tilde, partigiano senz’armi; don Tiberio, prete di città confinato a Roccabianca a causa di certe sue insane passioni; Epa, cartografo samoano (delle Samoa tedesche); Adolf il Führer e la sua consorte Eva, alle prese con l’abuso di anglicismi; Angelo detto Angelino detto Angelito detto Lito Zanon, addetto cimiteriale alla bollitura di cadaveri; Mec il muto, suo sodale fin dai tempi in cui insieme costruivano ferrovie in America latina; le due Marie, entrambe di nome Maria; Bardolf Graf, impiegato amministrativo, ignaro motore immobile di tutta la storia; Ettore e Nicolao, informatissimi e misteriosi clienti fissi del night club segreto l’Aquila agonizzante, prossimi ai partigiani; Gustavo Adolfo Baz, autore del volume Historia poética y pintoresca de los ferrocarriles en México; Edmondo Bo, frenatore poeta, o poeta frenatore, o frenatore e poeta, in ogni caso alcolista e oppiomane; l’orribile Obersturm-bannführer Hugo Kraas, amante dell’arte italiana, discutibile golfista e spietato SS; Giustina Decorcipo, compagna d’orfanatrofio di Ettore e Nicolao, violentata e uccisa e gettata sul bordo della strada a sedici anni; Feliciano, bambino morto.

 

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