Torna in libreria Chuck Palahniuk, autore di “Fight Club”, con un romanzo politicamente scorretto, ambientato in un’America post apocalittica…

Il passaparola scatta solo tra persone fidate. “Il Giorno dell’Aggiustamento sta arrivando.” La gente fa circolare un misterioso libro nero-blu, una sorta di pamphlet profetico, memorizzandone le direttive rivoluzionarie.

Messaggi radiofonici e televisivi, cartelloni pubblicitari e il web ripetono ossessivamente gli slogan di Talbott Reynolds: si avvicina il giorno della resa dei conti per la classe dirigente e le élite culturali.

Una fantomatica Lista su internet, i meno amati d’America, identifica i bersagli. Il popolo non sarà più sacrificato alla nazione, il surplus di giovani maschi non verrà mandato al macello nell’ennesima guerra in Medio Oriente, ma a cadere saranno le teste di politici e giornalisti, professori e notabili, anzi, per la precisione, le loro orecchie. Le sinistre.

Con la Dichiarazione di Interdipendenza, gli ex Stati Uniti vengono ridefiniti secondo criteri razziali, e la popolazione ridistribuita in base al colore della pelle e alle preferenze sessuali. Il simile con il simile, nei tre nuovi stati-nazione di Caucasia, Blacktopia e Gaysia.

Il libro di Talbott

Però, c’è da dire, non tutto fila liscio in questa America post apocalittica… Chuck Pahlaniuk, l’autore di Fight Club, romanzo cult dal quale David Fincher ha tratto l’omonimo film del 1999 (in cui hanno recitato, tra gli altri, anche Brad Pitt, Jared Leto, Edward Norton e Helena Bonham Carter), torna in libreria, dopo quattro anni di assenza, con il suo nuovo romanzo: Il libro di Talbott (Mondadori).

Un’opera politicamente scorretta, in cui l’autore classe ’62 (tra i suoi libri, Soffocare, Ninna nanna e Cavie) fa quello che gli riesce meglio: portare alla luce le assurdità della società contemporanea e smascherare le teorie complottiste che giacciono latenti nella psiche degli americani.

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