Silvia Montemurro è l’autrice di una nuova saga historical romance, che parte con “Il segreto di Villa Carlotta”: ognuno dei cinque libri è dedicato a una splendida villa sul Lago di Como e alla principessa che l’ha realmente abitata. Tra amori, segreti e passioni… – Su ilLibraio.it un estratto
Un’operazione particolare, quella firmata da Silvia Montemurro per Giunti. Parliamo infatti di una saga historical romance – in cinque romanzi – ambientata sul Lago di Como, tra i più celebri al mondo. A inaugurare la serie è Il segreto di Villa Carlotta, romanzo ispirato da una storia vera, sulle passioni e i segreti di Carlotta di Prussia, che va in scena nella dimora che ancora oggi porta il suo nome.
Ogni libro ispirato a una villa (e alla principessa che l’ha abitata)
Ogni libro della saga è infatti dedicato a una splendida villa e alla principessa che l’ha realmente abitata. Il risultato? Cinque storie che parlano di amori, segreti e passioni.
L’autrice, nata a Chiavenna la notte di San Lorenzo del 1987, oggi vive proprio sul Lago di Como. Si è laureata in Criminologia e ha partecipato alla XIV edizione del corso RAI Script Fiction per sceneggiatori. Autrice eclettica, ha esordito nel 2013 con il giallo L’inferno avrà i tuoi occhi (Newton Compton) e ha di recente pubblicato La piccinina (2023) per e/o.
La trama del primo romanzo di una nuova saga historical romance
E veniamo alla trama di Il segreto di Villa Carlotta: Carlotta è la primogenita della duchessa Marianne Nassau e del principe Alberto di Prussia, e la sua vita è appena crollata: Marianne ha lasciato il marito, creando uno scandalo senza precedenti, e ha stabilito di abbandonare Potsdam alla volta di Tremezzo, sul Lago di Como, per trascorrere l’estate con le figlie. Carlotta la segue, riluttante, ma quando arriva alla villa che sua madre ha acquistato resta senza fiato: non ha mai visto un luogo tanto magnifico.
Siamo nel 1848, e il lago è la meta più esclusiva d’Europa. Vi si danno appuntamento nobili, principi, dame per organizzare ricevimenti, rafforzare amicizie, combinare matrimoni. È il destino anche di Carlotta, che dovrà debuttare in società e trovare un buon partito. Ma fra queste costrizioni lei si sente soffocare, e la sera del suo primo ballo abbandona lo stuolo di corteggiatori per fuggire nel parco, dove si scontra con un uomo bellissimo: è Giorgio, duca di Sassonia Meiningen. Lui sembra l’unico a capire la sua sete di vita, eppure è insolente e scontroso, e per qualche oscuro motivo fa di tutto per evitarla. Que¬sto non è l’unico enigma della villa. Vagando fra le stanze, Carlotta scova il diario di Elena, una domestica che anni addietro abitava nella soffitta ed è stata protagonista di una storia tragica. E si convince che, di notte, una bambina vaghi per i corridoi in cerca di sua madre. È solo suggestione o c’è un mistero da svelare? E perché Giorgio, da cui si sente sempre più attratta e respinta, sembra saperne qualcosa?
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«Bene, allora verrò presto a farvi visita.»
Filippo fece un breve inchino, poi prese Artù in braccio e lo mise in carrozza.
Carlotta rientrò a passo svelto, quasi sollevata.
«Già di ritorno? Non sono nemmeno le undici» protestò Marianne.
La sorella si stava esercitando al piano, con scarso successo. Ogni due o tre note si perdeva a guardare fuori.
«Mamma, ti prego» rispose Carlotta, «ho bisogno di respirare un po’.»
«Faccio portare i fiori in camera vostra, lady Carlotta?» chiese Annette.
«Solo un’orchidea» la pregò lei.
Quando fu dentro alla villa, invece di tornare in camera si fermò nel corridoio e guardò verso il lago. Alcuni gabbiani sfioravano il manto azzurro dell’acqua, in cerca di cibo.
Pensò che la stessa Elena doveva aver guardato, furtiva, da quella finestra, prima di compiere le sue mansioni e che aveva desiderato essere libera di volare via. Non aveva mai riflettuto sulla servitù in quel modo e ne provò vergogna.
Avvertì anche una strana sensazione al petto, le sembrava che qualcosa premesse da dentro e volesse uscire fuori.
Quasi non fece caso alla nonna che finalmente si era alzata e l’aveva raggiunta. La contessa Luisa le mise una mano sulla spalla.

L’autrice, Silvia Montemurro, nella villa
«Respira, bambina» le disse. «Sembri rinchiusa in una boccia di cristallo senza ossigeno.»
«Nonna» rispose lei, aggrappandosi a quella mano, «non voglio che questo matrimonio sia solo un affare. Non lo trovo divertente, come pensa Maria, e non mi sembra nemmeno eccitante, come lo vede Patrizia. La stagione è appena iniziata e io mi sento già sopraffatta, sento che tutti si aspettano qualcosa da me. Pensi di capire quello che sto dicendo?»
Luisa annuì.
«Sono stata giovane anch’io, tanto tempo fa» rispose, «anche se tutti stentano a crederlo. Ma io ho avuto un matrimonio d’amore, quello che mi auguro per le mie nipoti. Per questo ti sprono a non accontentarti di nulla di tiepido, ma a cercare qualcosa di arroventato, o perlomeno di concederti del tempo. Altrimenti è inutile avere la libertà di scelta, non trovi?»
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«Ho davvero questa libertà?»
La nonna scosse il capo.
«Noi donne non l’abbiamo mai fino in fondo. Ma ci piace pensare che se ci impegniamo potremo condurre i giochi. Che impressione ti ha fatto questo marchese?»
Carlotta corrugò la fronte.
«Terribile» ammise.
La nonna fece una smorfia.
«Fidati del tuo istinto, allora. Posso indagare su di lui per te, se lo vuoi, qui mi rispettano tutti. Ma la scelta, se ce ne sarà una, alla fine spetterà a te e a te soltanto.»
Le parole della nonna colpirono nel segno, tanto che Carlotta guardò verso la quercia. Qualcosa di arroventato, pensò, come uno sguardo che ti sfiora e ti brucia dentro senza averti ancora toccato.
Carlotta la prese sottobraccio e iniziarono a camminare verso la sala di Hayez.
«Un po’ come l’amore raffigurato qui, quello tra Romeo e Giulietta» commentò Carlotta con un sospiro.
«Quello è il sogno di tutte. Certo, almeno l’inizio della storia. L’ ultimo bacio prima di salutarsi» commentò la contessa Luisa.
Le schioccò un bacio sulla guancia, cosa che faceva solo quando la vedeva in difficoltà, e la lasciò da sola a rimirare il quadro.
Carlotta rimase immobile davanti al dipinto. L’ ultimo bacio. Ripensò alle parole sul biglietto dell’ammiratore segreto e nel farlo si stampò una manata sulla fronte.
«Un bacio e poi scenderò… È una citazione di Romeo e Giulietta» sussurrò, ragionando tra sé. «Come ho fatto a non pensarci prima?»
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Il suo ammiratore conosceva bene l’opera che il Sommariva aveva commissionato. Conosceva quella casa, dunque. O forse era solo una coincidenza. Di certo non poteva esserlo altrettanto per le parole successive: “la chiave per aprire il cuore”. La mano di Carlotta andò alla catenina. Il diario doveva essere collegato al quadro e chiunque glielo avesse suggerito, ci teneva che lei lo trovasse. Si sporse a osservare i tratti del dipinto più da vicino.
Poi ebbe un’intuizione.
Sapeva che molti nobili usavano i dipinti per celare cripte segrete e casseforti. Ricordò che quando era più piccola, al castello di Charlottenburg, insieme a una cugina, si era divertita a spostare quadri e cercare tesori nascosti, ma senza fortuna.
Spalancò la bocca, nello scorgere una nicchia nel muro. Infilò la mano tra il quadro e la parete e ne estrasse una scatola di metallo. Il cuore le martellava nel petto, non le era mai capitato di trovarsi di fronte a una cosa del genere: la villa stava giocando a nascondere e a svelare.
La scatola aveva una serratura e la chiave che lei aveva trovato combaciava perfettamente. In ogni caso, si disse, era come se quella scatola stesse chiedendo di essere aperta proprio da lei. Già, che strano. Un carillon che si metteva a suonare nel cuore della notte e una scatola dietro a un quadro. Chi diamine aveva architettato quel nascondiglio e soprattutto, perché? Il mistero la inquietava e al contempo ne era attratta.
Decise di aprire la scatola. Ne estrasse il diario in pelle, tutto impolverato, senza alcuna incisione sulla copertina.
«Ti ho trovata, Elena» sospirò.
Era ansiosa di continuare a leggere la storia di quella ragazza. Non aveva alcun dubbio che il diario fosse il suo.
Fece un respiro profondo, andò alla prima pagina e se la avvicinò per poter decifrare tutte le parole.
(continua in libreria…)