Enrico Galiano, insegnante e scrittore, racconta “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello (l’intervento è tratto da “Leggere il mondo”, la prima guida del progetto “Il Libraio Scuola”, dedicato alla promozione della lettura tra gli adolescenti)

Enrico Galiano racconta Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, 1904 (da Leggere il mondo, la prima guida del progetto Il Libraio Scuola*)

 

Al biennio del liceo avevo una prof – la mitica Flora – che faceva una cosa che forse oggi non si fa più: ogni mese ci faceva leggere un classico, d’estate altri tre.

Ci ripensavo l’altro giorno: in questo modo fra i quattordici e i quindici anni ho letto venti classici della letteratura, il che è probabilmente già più della media nazionale di classici letti. Poi, vabbè, fra il leggerli e il capirli ci passa in mezzo il mare, fra il capirli e l’apprezzarli l’oceano, però almeno mi fece il regalo di aprirmi un sentiero, una traccia, una strada verso la bellezza. Tanto che, comunque, me li ricordo quasi tutti: Il vecchio e il mare, La Certosa di Parma, La coscienza di Zeno, Se questo è un uomo, Il ritratto di Dorian Gray l’unica pecca che le posso addebitare è quella di averci costretto alla tanto odiata scheda-libro, contro la quale io sto portando avanti una vera crociata (credo che poche cose al mondo riescano a farti passare la voglia di leggere quanto il sapere che alla fine dovrai fare una scheda-libro…).

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Fra quei venti libri posso dire che pochi, all’epoca, sono riusciti a farmi vibrare la pelle come ad esempio erano riusciti a fare i libri che leggevo sottobanco durante le lezioni di chimica e fisica (su tutti, Due di due di Andrea De Carlo e Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi).

Uno sì, però.

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Raccontava la storia di un uomo cui era capitata una vita davvero disgraziata: una moglie che non ama, una suocera insopportabile e, infine, la morte delle sue due bambine. Ma il bello doveva ancora venire: una sera quell’uomo tenta una fuga a Montecarlo, dove vince una fortuna e, quando si appresta a tornare, scopre che tutti in paese lo credono morto suicida. E allora che fa? Decide di cambiare nome e cambiare vita, ricominciare tutto daccapo, in un’altra città.

Quell’uomo, ovviamente, si chiama Mattia Pascal.

All’inizio lessi quella storia innanzitutto per la storia, appunto: l’intreccio, i colpi di scena.

Alla fine, a quindici anni sono quelle le cose che ti colpiscono di più, no? Spesso perdiamo molto tempo a cercare significati dietro i romanzi, il famoso “senso”, e invece sarebbe bello recuperare un po’ di quello sguardo che avevamo da ragazzi, quello che non ci faceva cercare un senso a tutti i costi dietro a tutto. In questo modo forse il senso arrivava comunque, ma non dichiarato, non esplicito, ti passava sotto pelle come un’emozione. E, alla fine, restava di più.

Per esempio, mi chiedevo se anche io un giorno avrei potuto fare la stessa identica cosa: morire per finta, azzerare tutto, ripartire daccapo in un’altra città. Quando sei adolescente, be’, è una tentazione che può essere molto forte no? Io, però, non ne avrei mai avuto il coraggio. E quindi il vecchio Mattia Pascal, lo ammiravo!

Poi devo dire che fu uno dei primi romanzi che riuscì a farmi ridere. Sì, nel romanzo ci sono diversi scambi di battute e scene che fanno proprio ridere, e questo rappresentava di sicuro una novità: davvero un libro, un oggetto così polveroso e stantio, poteva farlo? La novità era così strabiliante da farmi strabuzzare gli occhi.

Ma soprattutto quel libro instillò in me una goccia di un pensiero che mi abita ancora oggi, e che rivive in molte delle cose che scrivo. Più che un pensiero, una domanda: perché è così importante dare i nomi alle cose? Perché è così difficile non definire sempre tutto, non mettere sempre i confini ovunque, alle idee, ai sentimenti, alle persone?

Mattia Pascal diventa Adriano Meis, ma si rende conto che senza documenti e identità ufficiale è un po’ come se non esistesse davvero: non può denunciare il furto che subisce, non può sposare la ragazza di cui si è innamorato. Senza un nome che si possa mettere nero su bianco, non è nessuno. E forse è proprio qui che un lettore di quindici anni di oggi può ritrovarsi, no? Per esempio: senza un profilo social, esisti davvero? O esisti, sì, ma è come se fossi “un po’ meno”? E poi: se non posti tutto quello che fai, se non condividi le tue esperienze, se non le metti insomma “pixel su bianco”, quelle esperienze le hai vissute davvero?

Il bello dei classici è che non smettono mai di dire quello che hanno da dire, diceva Calvino. Ed è proprio in questo che sono uno strumento formidabile per portare in classe una sorta di grammatica dei sentimenti, davanti ai ragazzi un vocabolario emotivo essenziale per comprendere il tumulto che gli esplode dentro.

Pirandello scriveva questa storia più di centoventi anni fa, eppure, in qualche modo, sembra quasi parlare dell’oggi più oggi, descrivere quello che ci succede adesso che il mondo è totalmente diverso da allora.

Ecco perché i classici finiscono per essere, dopo tutto, sempre i più contemporanei.

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L’AUTORE – Enrico Galiano sa come parlare ai ragazzi. In classe come sui social, dove è molto seguito. Insegnante e scrittore classe ’77, dopo il successo dei romanzi (tutti pubblicati da Garzanti)  Eppure cadiamo feliciTutta la vita che vuoi, Felici contro il mondo, e Più forte di ogni addio, ha pubblicato un libro molto particolare, Basta un attimo per tornare bambini, illustrato da Sara Di Francescantonio. È tornato al romanzo con Dormi stanotte sul mio cuore, e sempre per Garzanti è uscito il suo primo saggio, L’arte di sbagliare alla grande. Con Salani Galiano ha quindi pubblicato la sua prima storia per ragazzi, La società segreta dei salvaparole, un inno d’amore alle parole e alla lingua. Ed è poi uscito per Garzanti il suo secondo saggio Scuola di felicità per eterni ripetenti. Il suo nuovo romanzo è Geografia di un dolore perfetto (Garzanti).  Qui è possibile leggere tutti gli articoli scritti da Galiano per ilLibraio.it.

IL PROGETTO IL LIBRAIO SCUOLA E LA GUIDA LEGGERE IL MONDO* Una guida digitale, Leggere il mondo (da scaricare gratuitamente), pensata per offrire periodicamente percorsi di lettura ai docenti delle scuole secondarie superiori, ma anche agli educatori, a chi lavora in libreria e in biblioteca e alle famiglie. E una nuova sezione del sito ilLibraio.it, che ospita articoli e interventi sui temi dell’educazione e della promozione della lettura tra i più giovani, oltre a una newsletter dedicata. Con l’inizio dell’anno scolastico 2023-2024 nasce un nuovo spazio, Il Libraio Scuola: qui tutti i dettagli.

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