In “La vedova”, nuovo atteso legal thriller di John Grisham (di cui proponiamo un estratto), la vita di un avvocato di provincia viene stravolta dall’accusa di omicidio. Alla scoperta del ritorno al romanzo dell’autore di “Il momento di uccidere”, “Il socio” e “L’uomo della pioggia”

La seconda metà di ottobre 2025 segna l’atteso ritorno sugli scaffali di John Grisham che, con il suo nuovo romanzo, il 44esimo. La vedova (edito da Mondadori, con la traduzione di Luca Fusari e Sara Prencipe), riporta i suoi lettori e le sue lettrici nella provincia rurale della Virginia, tra piccoli studi legali e vite imperfette.

La trama di La vedova

In La vedova il protagonista è Simon Latch, un avvocato di provincia che conduce una vita noiosa, segnata dalle molte sconfitte. Il lavoro ormai non lo soddisfa più, il matrimonio è naufragato e la passione per il gioco d’azzardo lo ha portato ad accumulare debiti che difficilmente riuscirà a saldare.

Quando però, durante una giornata identica alle precedenti, Eleanor Barnet bussa alla porta del suo studio legale, tutto sembra cambiare. La signora è una vedova di ottantacinque anni decisa a fare testamento: il marito le ha lasciato una cospicua somma di denaro senza che nessun altra persona ne sia a conoscenza. Latch è sorpreso di trovarsi di fronte alla cliente più ricca della sua intera carriera e rivolge all’anziana tutte le attenzioni del caso, pregustandosi i futuri guadagni.

Come spesso accade nei romanzi di John Grisham, il colpo di scena è dietro l’angolo: Simon più ascolta la storia della signora Barnett più inizia a sospettare che quella non sia tutta la verità. E quando quest’ultima viene ricoverata dopo un incidente d’auto, Simon Latch viene sospettato di omicidio.

Gli indizi non mancano e, purtroppo per l’avvocato, sono tutti a suo sfavore: l’unico modo per salvarsi è dunque trovare il vero colpevole…

John Grisham nella foto di Michael Lionstar

John Grisham nella foto di Michael Lionstar

John Grisham, da avvocato a scrittore

Molti dei romanzi dell’autore statunitense si possono ricondurre al genere del legal thriller, in cui la componente d’indagine coinvolge direttamente tribunali, avvocati e il mondo della Giurisprudenza. Non è un caso: Grisham, prima di dedicarsi alla carriera di scrittore, è stato avvocato penalista e ha ricoperto incarichi politici come membro della Mississippi House of Representatives.

Spesso i suoi romanzi esplorano i problemi radicati nella giustizia americana. Non a caso, quando non scrive, lo scrittore americano partecipa alle attività di organizzazioni dedite alla scarcerazione delle vittime di ingiuste condanne.

Tra le sue opere più famose (pubblicate tutte da Mondadori) troviamo Il momento di uccidere, Il socio, L’uomo della pioggia (da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Francis Ford Coppola), Il partner e L’avvocato degli innocenti.

La vedova, nuovo libro John Grisham

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, proponiamo un estratto dal nuovo romanzo:

(…)

I clienti che si rivolgevano al piccolo studio legale dall’aria antiquata all’angolo tra Main e Maple Street portavano con sé problemi che Simon non sopportava più. Fallimenti, multe per guida in stato di ebbrezza, assegni familiari non pagati, pignoramenti, piccoli incidenti d’auto, scivoloni e cadute sospetti, richieste di invalidità discutibili: il tran tran di un avvocatuccio qualunque, i cui sogni di ricchezza nati all’università si erano affievoliti al punto da essere quasi svaniti. Dopo diciotto anni di una simile routine, Simon F. Latch, avvocato e consulente legale, era a pezzi. I problemi degli altri lo stavano sfinendo.

Ogni tanto, un po’ di tregua in quello squallore gliela davano i clienti anziani che gli chiedevano aiuto per stendere testamenti e ultime volontà. Simon le faceva sembrare questioni complesse, ma si trattava quasi sempre di incarichi facili che qualsiasi matricola di legge avrebbe saputo accollarsi. Per soli 250 dollari scriveva, ma lui preferiva dire “redigeva”, un testamento semplice lungo tre pagine; stampava il documento su pregiata carta dorata e lo faceva autenticare dal suo “staff”, dando al cliente l’impressione che stesse “adempiendo” a un compito prestigioso.

A dirla tutta, la metà di quei vecchi non aveva nemmeno bisogno di un testamento, neanche di uno semplice: ma nella storia della giurisprudenza americana non si era mai sentito di un avvocato che lo facesse notare e rinunciasse a una parcella. Un’altra verità era che i 250 dollari erano un furto, considerato che su internet c’era una quantità enorme di modelli, gratuiti e altrettanto vincolanti. E un’ulteriore verità era che Latch, i testamenti, nemmeno li toccava. A riempire i moduli e a stampare quelle carte importanti pensava la sua segretaria, Matilda.

La cliente del giorno era Eleanor Barnett, una vedova di ottantacinque anni che abitava in una modesta casa dei sobborghi comprata dieci anni prima insieme al suo secondo marito. Lei non aveva figli, mentre il suo defunto marito, Harry Korsak, aveva avuto da un primo matrimonio fallito due maschi che per anni aveva cercato di convincere l’adorata Eleanor a adottare. I motivi erano vari, ma nessuno l’aveva persuasa perché, come aveva spiegato a Matilda nel corso della loro lunga seconda telefonata, quei due li detestava. Non portavano che guai.

“E sulla sua abitazione grava qualche ipoteca o mutuo?” aveva chiesto Matilda, interrompendo con educazione quella che si annunciava come una prolissa e tortuosa digressione sulla storia dei due disgraziati.

No. Avevano pagato fino all’ultimo dollaro sia la casa che l’auto di famiglia. Non avevano debiti. Harry Korsak era stato un tipo piuttosto parsimonioso, figlio di gente vissuta durante la Depressione, tanto per capirci, e non aveva mai sopportato neanche l’idea di avere dei debiti. Tra una telefonata e l’altra, Matilda fece le sue solite indagini telematiche e accertò che la casa, del valore catastale di 280.000 dollari, era in effetti libera da vincoli, e così l’automobile, una Lincoln di quindici anni prima. Scavando un po’ più a fondo scoprì che Clyde Korsak, il primogenito di Harry, aveva la fedina penale sporca. In passato l’avevano beccato a spacciare cocaina e condannato a quattro anni di carcere.

Ms Barnett disse che non voleva più parlare di questioni finanziarie al telefono, e che avrebbe preferito aspettare e incontrare di persona l’avvocato Latch. Arrivò puntuale alle due del pomeriggio, vestita come la classica signora benestante che va a messa. Matilda ne aveva viste mille così, e le prese immediatamente le misure mentre le versava il caffè nella preziosa tazza di porcellana che teneva da parte per le vecchiette come lei. Di solito alla clientela normale rifilava i bicchierini di plastica. Ms Barnett camminava sicura senza bastone, senza inciampi, a passo svelto e deciso, e si sedette con garbo sulla poltrona a sorseggiare il caffè con il mignolo sollevato, chiaro segnale che conosceva le buone maniere, o che era un po’ snob. A prima vista sembrava in salute, e probabilmente poteva godersi almeno un’altra decina d’anni prima che le sue ultime volontà fossero eseguite.

(continua in libreria…)

Copyright © 2025 by Belfry Holdings, Inc.
© 2025 Mondadori Libri
Traduzione di Luca Fusari e Sara Prencipe

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