Dividere il mondo in uomini e donne è un concetto superato, perlomeno a parole. Di conseguenza, “Una vita da donna” di Letizia Muratori “non è un libro ‘binario’, ma multiforme, eccentrico”, nel quale attraverso la narrazione di alcune vicende personali la “vita da donna” del titolo è una conquista alla portata di chiunque la desideri

Dividere il mondo in uomini e donne è un concetto superato, perlomeno a parole. Di conseguenza, Una vita da donna di Letizia Muratori, in libreria per La Nave di Teseo, “non è un libro ‘binario’, ma multiforme, eccentrico“, in cui la “vita da donna” del titolo è una conquista alla portata di chiunque la desideri.

Così ne parla la stessa scrittrice – nata e cresciuta a Roma, dove si è laureata in Storia del teatro per poi esordire con il racconto Saro e Sara -, sottolineando che vivere da donna, al di là del proprio sesso biologico e perfino dell’identità di genere, significa accogliere il cambiamento e reinventarsi, spesso senza porsi limiti di età, smantellando così il più subdolo e nascosto dei pregiudizi, quello anagrafico.

Doris Wishman, per esempio, è stata una regista meno celebre di Ida Lupino, ma anche una professionista assai prolifica in anni in cui, per una donna, non era facile esserlo. Pragmatica e determinata, quando non trovava soldi per dirigere uno dei suoi leggendari B-movies, si dedicava con la stessa applicazione e lo stesso disincanto a vendere oggettistica dedicata in un sexy shop. Quella di Wishman è una storia poco nota che andava raccontata, anche perché aiuta a capire come il sesso e il genere abbiano una geometria variabile, spesso per ragioni molto diverse da quelle che immaginiamo.

Copertina del libro Una vita da donna di Letizia Muratori

Per non parlare di Zoe, un’altra figura che incontriamo in queste pagine, per sessantadue anni ha vissuto da uomo e decide di affrontare la transizione uomo-donna molto tardi. La spinge un desiderio legittimo, sottile e fortissimo: quello di vedere almeno un tratto della vita che si era sempre raccontata coincidere con quella che vive. Quanto a Giovanna, corre per Roma, la fotografa e ha un amore americano difficile da etichettare: ma le se si chiedesse che cosa sia, ognuno dei suoi gesti, non si fermerebbe a rispondere.

Neanche Letizia Muratori, già autrice di opere come La vita in comune (2007, Einaudi), La casa madre (2008, Adelphi), e per La nave di Teseo Spifferi (2018) e Carissimi (2019), temporeggia in spiegazioni, si lascia continuamente sorprendere e smentire. E se le si chiedesse cosa siano queste storie – un documento, un’indagine, un’invenzione – probabilmente non risponderebbe neanche lei. O non le avrebbe scritte. Ciò non toglie che a fine lettura la vita da donna del titolo risulti essere quello che è: una conquista.

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