A 16 anni dall’acclamato debutto, il fantasy “Jonathan Strange & il Signor Norrell”, Susanna Clarke torna in libreria con “Piranesi”, un romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia – Su ilLibraio.it un estratto

Piranesi (in libreria per Fazi nella traduzione di Donatella Rizzati) è il secondo romanzo firmato da Susanna Clarke, classe ’59, dopo 16 anni dal suo debutto con Jonathan Strange & il Signor Norrell (2004).

Nata a Nottingham nel 1959, con il suo esordio, che Neil Gaiman ha definito “il più grande fantasy inglese degli ultimi settant’anni”, l’autrice è stata pubblicata in trentaquattro Paesi ed è stata finalista al Man Booker Prize.

Ora torna in libreria con un testo onirico e metafisico, che racconta un mondo labirintico. Un’opera inserita dal New York Times nella lista dei 100 migliori libri del 2020.

piranesi

Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo.

Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori. Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.

Improvvisamente, però, appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari, ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti.

Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, proponiamo un estratto:

© 2020 Susanna Clarke
© 2021 Fazi Editore srl
Published by arrangement with Santachiara Agency

Quando la Luna è sorta nel Terzo Salone Settentrionale sono andato nel Nono Vestibolo

annotazione per il primo giorno del quinto mese dell’anno in cui l’albatros è arrivato nei saloni sud-occidentali

Quando la Luna è sorta nel Terzo Salone Settentrionale sono andato nel Nono Vestibolo per assistere alla congiunzione di tre Maree. È un evento che accade soltanto una volta ogni otto anni.

Il Nono Vestibolo è un luogo straordinario per le tre grandi Scalinate che contiene. Lungo le sue Pareti corrono file di Statue di marmo, centinaia di Statue che si innalzano, un Livello dopo l’altro, fino a raggiungere vette lontanissime.

Ho risalito la Parete Occidentale finché non sono arrivato alla Statua di una Donna che sorregge un Alveare, a quindici metri dal Pavimento. La Donna è due o tre volte più alta di me e l’Alveare è ricoperto di Api di marmo grandi quanto il mio pollice. Un’Ape – questa cosa mi provoca sempre una leggera sensazione di nausea – striscia sopra l’Occhio sinistro della Donna. Mi sono infilato a forza nella Nicchia che accoglie la Donna e ho aspettato finché non ho udito il ruggito delle Maree nei Saloni Inferiori e sentito le Pareti vibrare sotto la forza di quello che stava per accadere.

Per prima è arrivata la Marea dai Saloni dell’Estremo Oriente. Questa Marea ha risalito la Scalinata Più a Est senza violenza. Non possedeva colori degni di nota e le sue Acque non arrivavano oltre la caviglia. Ha disteso uno specchio grigio sul Pavimento, la cui superficie è stata marmorizzata da striature di Schiuma lattiginosa.

Dopo è arrivata la Marea dei Saloni Occidentali. Questa Marea si è scagliata con veemenza sulla Scalinata Più a Ovest e ha colpito la Parete Orientale con un Tuono poderoso che ha fatto tremare tutte le Statue. La sua Schiuma aveva il colore bianco delle vecchie lische di pesce e i suoi gorghi profondi erano color peltro. In pochi secondi, le sue Acque sono arrivate all’altezza della Vita delle Statue del Primo Livello.

Per ultima è arrivata la Marea dai Saloni Settentrionali. Si è scaraventata su per la Scalinata centrale, riempiendo il Vestibolo con un’esplosione di luccicante Schiuma bianco ghiaccio. Ne sono stato inzuppato e accecato. Quando sono riuscito a vedere di nuovo, le Acque scorrevano come cascate lungo le Statue. È stato allora che mi sono reso conto di aver commesso un errore nel calcolare il volume della Seconda e della Terza Marea. Una gigantesca Torre d’Acqua si è riversata sulla scalinata fino al punto in cui ero accovacciato. Un’enorme Mano d’Acqua si è protesa per strapparmi via dalla Parete. Ho gettato le braccia intorno alla Gambe della Donna che sorregge un Alveare e ho pregato la Casa di proteggermi. Le Acque mi hanno ricoperto e, per un istante, sono stato circondato dallo strano silenzio che arriva quando il Mare ti sommerge e soffoca i suoi stessi suoni. Ho pensato che stavo per morire; oppure che sarei stato trascinato via nei Saloni Sconosciuti, lontano dal fragore e dal ronzio delle Maree Note. Mi sono aggrappato con forza.

Poi, bruscamente com’era iniziato, tutto è finito. Le Maree Congiunte hanno inondato i Saloni circostanti. Ne ho udito il rombo e lo schianto quando hanno colpito le Pareti. Le Acque nel Nono Vestibolo si sono ritirate rapidamente finché non hanno ricoperto appena i Plinti delle Statue del Primo Livello.

Mi sono accorto che ero aggrappato a qualcosa. Ho aperto la mano e ho scoperto un Dito di marmo proveniente da una qualche Statua Lontana che le Maree avevano messo lì.

La Bellezza della Casa è incommensurabile; la sua Gentilezza, infinita.

Una descrizione del Mondo

annotazione per il settimo giorno del quinto mese dell’anno in cui l’albatros è arrivato nei saloni sud-occidentali

Sono deciso a esplorare tutto il Mondo che mi sarà possibile finché sono in vita. A questo scopo, ho viaggiato verso ovest fino al Novecentosessantesimo Salone, verso nord fino all’Ottocentonovantesimo Salone e verso sud fino al Settecentosessantottesimo Salone. Mi sono arrampicato fino ai Saloni Superiori dove le Nuvole si spostano in una lenta processione e le Statue appaiono all’improvviso dalla Nebbia. Ho esplorato i Saloni Sommersi dove le Acque Scure sono ricoperte da un tappeto di ninfee. Ho visto i Saloni Abbandonati dell’Est dove i Soffitti, i Pavimenti – a volte persino le Pareti! – sono crollati e la penombra è squarciata da raggi di Luce grigia.

In tutti questi luoghi, mi sono fermato sulla Soglia e ho guardato avanti. Non ho mai visto alcuna indicazione che suggerisse che il Mondo stesse arrivando a un Confine, ma soltanto il regolare susseguirsi di Saloni e Corridoi a Perdita d’Occhio.

Nessun Salone o Vestibolo, nessuna Scalinata, nessun Corridoio è privo di Statue. Nella maggior parte dei Saloni le Statue coprono tutto lo spazio a disposizione, sebbene qua e là si possano trovare un Plinto, una Nicchia o un’Abside Vuoti o persino uno spazio sgombro su una Parete altrimenti intarsiata di Statue. Queste Assenze sono a loro modo misteriose quanto le Statue stesse.

Ho osservato che, mentre le Statue di un certo Salone hanno tutte più o meno le stesse dimensioni, esse variano considerevolmente da un Salone all’altro. In alcuni, le figure sono due o tre volte più alte di un Essere Umano, in altri all’incirca a grandezza naturale e in altri ancora mi arrivano appena alla spalla. I Saloni Sommersi contengono Statue gigantesche – dai quindici ai venti metri d’altezza –, ma sono un’eccezione.

Ho cominciato a comporre un Catalogo nel quale ho intenzione di registrare la Posizione, la Taglia e il Soggetto di ogni Statua, insieme a ogni altro aspetto interessante. Finora ho completato il Primo e il Secondo Salone Sud-Occidentale e mi sto impegnando sul Terzo. L’enormità di questo obiettivo a volte mi dà le vertigini, ma in quanto scienziato ed esploratore ho il dovere di riportare una testimonianza degli Splendori del Mondo.

Le Finestre della Casa si affacciano su Vasti Cortili; luoghi sbarrati e vuoti, lastricati di pietra. In genere, i Cortili hanno la forma di un quadrilatero, sebbene sia possibile imbattersi in ambienti con sei lati oppure otto, o persino – ma questi sono piuttosto strani e inquietanti – soltanto tre.

Fuori dalla Casa ci sono solamente Corpi Celesti: Sole, Luna e Stelle.

La Casa ha tre Livelli. I Saloni Inferiori sono il Regno delle Maree; le loro Finestre – se viste dall’altra parte di un Cortile – sono grigioverdi a causa dell’incessante movimento delle Acque e bianche per gli spruzzi di Schiuma. I Saloni Inferiori forniscono nutrimento sotto forma di pesci, crostacei e vegetazione marina.

I Saloni Superiori sono, come ho detto, il Regno delle Nuvole; le loro Finestre sono bianco-grigiastre e appannate. Si vedrà, a volte, un’intera fila di Finestre illuminate all’improvviso dal lampo di un fulmine. I Saloni Superiori forniscono Acqua Fresca che si diffonde nel Vestibolo sotto forma di Pioggia e scorre in Ruscelli lungo Pareti e Scalinate.

Fra questi due (perlopiù non abitabili) Livelli si trovano i Saloni di Mezzo che sono il regno degli uccelli e degli uomini. Lo Splendido Ordine della Casa è ciò che ci dà la Vita.

Questa mattina ho guardato fuori da una Finestra nel Diciottesimo Salone Sud-Occidentale. Dall’altra parte del Giardino ho visto l’Altro che guardava da una Finestra. La Finestra era alta e buia; la nobile testa dell’Altro, con la sua fronte alta e la barba tagliata alla perfezione, era incorniciata in un Angolo. Era perso nei suoi pensieri, come fa spesso. Gli ho fatto un cenno di saluto. Non mi ha visto. Gliene ho fatto un altro, più stravagante. Ho saltellato su e giù con grande energia. Ma le Finestre della Casa sono tante e lui non mi ha visto.

(continua in libreria…)

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