Chi è veramente un boia? Prova a rispondere il nuovo romanzo di Cinzia Tani, giornalista, scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisiva. Che racconta a ilLibraio.it “il vero motivo” per cui ha scritto il libro

“Io credo che nessuna delle centinaia di esecuzioni da me effettuate abbia mai agito da deterrente per un crimine. La pena capitale, a mio parere, non risolve nulla, soddisfa soltanto un desiderio primitivo di vendetta”-

Chi è veramente un boia? Quali sono la sua infanzia, le amicizie, gli amori, le ambizioni, i conflitti, le convinzioni? Prova a rispondere L’ultimo boia – Storia di un Pubblico Giustiziere pentito (Vallecchi), nuovo romanzo di Cinzia Tani, giornalista e scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisiva.

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Albert Pierrepoint ha undici anni quando scopre per caso quale sia il lavoro segreto del padre e dello zio. Crescendo decide di seguire la tradizione di famiglia e diventa il Pubblico Giustiziere più famoso della Gran Bretagna, chiamato per le esecuzioni anche in altri paesi del mondo. In venticinque anni ha impiccato circa cinquecento persone ma nel 1956 ha lasciato il suo lavoro perché non credeva più nella pena capitale e ha cominciato a combatterla. Accade quando deve giustiziare Ruth Ellis che, dopo un rapporto d’amore travagliatissimo con il corridore automobilistico David Blakely, lo uccide per gelosia. Per la prima volta Pierrepoint non trova una folla esultante che lo attende fuori dalla prigione ma gente inferocita che vorrebbe linciarlo.

Il libro di Cinzia Tani racconta la sua vita intervallata dai casi di cronaca nera più importanti dell’epoca in cui fu lui l’ultima persona a guardare negli occhi i condannati. Così l’autrice a ilLibraio.it: “Albert Pierrepoint è stato il boia più famoso d’Europa, chiamato anche in Germania a giustiziare gli aguzzini dei campi di concentramento nazisti. Ho raccontato com’è la vita di un Pubblico Giustiziere, la sua infanzia, la famiglia, l’idea di fare quel lavoro con tutto ciò che comporta. In Gran Bretagna per molto tempo le esecuzioni sono state pubbliche e il giorno in cui si svolgevano era festivo come il Natale. Dickens scrisse un articolo disgustato nel vedere intere famiglie intervenire al macabro spettacolo. Racconto anche i casi criminali inglesi più celebri del novecento, fino a quando la pena di morte non fu abolita. Ma il vero motivo per cui ho scritto il libro è la decisione di Pierrepoint di dimettersi dopo aver impiccato Ruth Ellis, l’ultima donna giustiziata in Gran Bretagna, che aveva ucciso l’amante per gelosia. Diventato un convinto abolizionista, Pierrepoint lascia un incarico in cui aveva creduto con una lunga lettera che termina così: ‘Io credo che nessuna delle centinaia di esecuzioni da me effettuate abbia mai agito da deterrente per un crimine. La pena capitale, a mio parere, non risolve nulla, soddisfa soltanto un desiderio primitivo di vendetta'”.

 

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