“Uto e Gesso” è il romanzo d’esordio di Gabriella Dal Lago, autrice torinese che racconta la storia di due fratelli, di una scomparsa e di una ricerca, toccando corde profonde e portandoci per mano avanti e indietro lungo le vite di protagonisti e personaggi laterali.

Vi sarà capitato di leggere un libro e accorgervi di quanto impossibile fosse sintetizzarlo in un testo da quarta di copertina. Vi sarà capitato di leggere un libro e poi non trovare una risposta soddisfacente alla domanda “di che cosa parla?”. Vi sarà capitato di leggere un libro che vi ha arrotolato lo stomaco, accarezzato un ricordo, pizzicato una cicatrice, spostato l’angolatura dello sguardo.

Ecco: Uto e Gesso (66thand2nd) romanzo d’esordio dell’autrice torinese Gabriella Dal Lago, è uno di quei libri lì. Insieme, è arrivato dritto nella pancia di noi che lo abbiamo letto, richiedendo un po’ di tempo per digestione e restituzione.

Uto e Gesso Gabriella Dal Lago

Così, solo ora, in questa missione quasi impossibile che è sintetizzare una storia come questa, possiamo dirci che i nomi del titolo appartengono a due fratelli: quattro anni di differenza, molti silenzi, altrettante incomprensioni e continui gesti di cura, delicati, per non fare male.

Uto e Gesso sono in macchina. Guida Uto, il minore. Gesso non ama guidare, né parlare. Così, nell’auto c’è silenzio mentre i due tornano da una cena a casa della mamma e del nuovo compagno. Una cena andata male. Fuori la montagna, il buio e una bufera di neve.

Nello stesso momento Emma, barista in un Autogrill pochi metri più avanti, sfoglia annoiata una rivista mentre aspetta che il collega ritorni dal bagno, solo per non restare sola in quello scenario da horror.

Anni prima, da bambini, Uto e Gesso erano andati in montagna a sciare, insieme ai genitori e ai loro litigi. E poi Gesso avrebbe dovuto laurearsi ma non lo aveva fatto, facendosi trovare, invece, sotto le coperte di un letto che non lasciava da giorni interi. Uto aveva avuto una fidanzata, che ora non aveva più. Gesso sognava di inventare una macchina volante, abitava con i demoni e vedeva un lupo, sempre. 

Emma, invece, anni prima, da bambina, era andata al mare, insieme ai genitori e ancora senza i loro litigi. Poi la madre se n’era andata, lei aveva creduto di vederla nell’Autogrill ma presto aveva capito che non poteva essere lei. 

Quando, anni dopo – lungo la strada di ritorno dalla cena andata male a casa della mamma e del suo nuovo compagno, in mezzo alla bufera di neve e alle montagne e a pochi metri da Emma – Gesso abbandona Uto e scompare nel bosco, tutti questi prima e dopo si mescolano, dando forma a un romanzo che segue i movimenti imprevedibili ma sensati dell’inconscio, accompagnandoci per mano nelle vite, nei sogni, nei demoni e nelle paure di Uto, Gesso, Emma, genitori, nuovi compagni e vecchi amori.  

Gabriella Dal Lago disegna la storia di una ricerca che non è solo quella di un fratello ma anche, e soprattutto, una ricerca interiore. Per farlo, si affida a una struttura rigorosa ma spogliata di ogni ordine canonico, muovendosi tra passato e futuro, tra personaggi laterali e protagonisti. E in questo movimento ci siamo anche noi, seduti con imbarazzo alla tavola della mamma e del nuovo compagno; in vacanza con le famiglie di Uto, Gesso e di Emma; in silenzio dentro un’auto che viaggia verso la città e a urlare “Gesso! Gesso! Gesso!” in mezzo al bosco, così forte da ritrovarci col mal di gola una volta raggiunta l’ultima pagina e chiuso il libro.

Libri consigliati