Originaria tanto delle Barbados quanto della Nigeria e del Sud Africa, la scrittrice Yewande Omotoso si identifica in una cultura multipla, che comprenda tutte le sue radici. Nel suo nuovo romanzo, “La signora della porta accanto”, descrive Marion e Hortensia, due donne anziane e combattive, vicine di casa che si detestano con passione…

“Incantevole, toccante, talvolta luminosa storia di due agguerrite ottuagenarie: due donne, una nera e una bianca, vicine di casa che, dopo oltre vent’anni di frecciatine e insulti, scoprono di potersi aiutare a vicenda”, scrive Publishers Weekly a proposito di La signora della porta accanto (66thand2nd, traduzione di Natalia Stabilini) di Yewande Omotoso.

Yewande Omotoso - La signora della porta accanto

Originaria delle Isole Barbados, da parte di madre, e della Nigeria da parte di padre, Yewande Omotoso è nata alle Barbados, cresciuta in Nigeria per poi trasferirsi in Sud Africa insieme alla sua famiglia; si riconosce in un’identità culturale multipla, frutto della commistione di tradizioni e culture dei diversi paesi in cui ha vissuto da ragazza. Ha studiato architettura e scrittura creativa alla University of Cape Town, diventando prima architetto e poi scrittrice. Il suo primo romanzo (Bom Boy, non ancora edito in Italia), le è valso il South African Literary Award per la migliore opera d’esordio.

Secondo romanzo dell’autrice, La signora della porta accanto è la storia di Marion e Hortensia, vicine di casa, entrambe vedove e oltre gli ottanta anni, donne di successo, dotate di caratteri forti e innumerevoli pregiudizi, soprattutto nei confronti l’una dell’altra. Le due sono tanto simili quanto reciprocamente ostili, l’unica differenza che le separa sembra essere il colore della pelle: Hortensia è nera, Marion bianca.

Yewande Omotoso - La signora della porta accanto 66thand2nd copertina

Con un’ironia tanto vivace quanto i caratteri burberi delle due anziane signore, Yewande Omotoso esplora la natura della diffidenza e del pregiudizio che separa le due donne, una profonda inimicizia che si trasforma in solidarietà e rispetto nel momento in cui la necessità le costringe a collaborare e si fa catalizzatore di un cambiamento che rappresenta, in scala, l’evolversi dei rapporti sociali interrazziali nell’ultimo mezzo secolo.

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