“Ogni anno vengono pubblicati una ventina di libri su Bernadette e su Lourdes, tesi a esaltare o denigrare i fatti di Massabielle. Con questo mio contributo intendo far risaltare quegli aspetti dell’umanità, del carattere, dei pregi, ma anche dei difetti di Bernadette che sono stati messi in disparte a mano a mano che cresceva e si diffondeva la sua fama”. Il biblista Alberto Maggi presenta il suo nuovo saggio, “Bernadette – La vera storia di una santa imperfetta”

Chi è, davvero, Bernadette?

“Sarà una peste!”, esclamarono il giorno del battesimo, ascoltando i pianti disperati della piccola durante la celebrazione. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare lo sconvolgimento portato pochi anni dopo nel paesino, all’epoca sconosciuto, di Lourdes.

Nata in una famiglia poverissima, Bernadette è una bambina all’apparenza come tante: analfabeta, non particolarmente devota, sempre un po’ malaticcia. Ma l’11 febbraio del 1858 la sua vita, e quella di milioni di persone in tutto il mondo, cambia per sempre. Perché presso la grotta di Massabielle, dove si era recata insieme alla sorellina e a un’amica, accade l’inspiegabile.

Con Bernadette, libro documentatissimo edito da Garzanti, il biblista Alberto Maggi ricostruisce un ritratto autentico della mistica francese, liberandola dalle finte rappresentazioni ascetiche che negli anni le sono state costruite addosso e che ne hanno soffocato la splendida figura. A emergere è così una donna ribelle, capace di protestare e di manifestare il suo dissenso contro le autorità ecclesiastiche, ostinata nel non volersi adeguare al conformismo religioso; e soprattutto decisa nel difendere con forza i suoi spazi di libertà.

Maggi (nella foto grande di Basso Cannarsa, ndr), frate dell’Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche Marianum e Gregoriana di Roma e all’École Biblique et Archéologique française di Gerusalemme. Assiduo collaboratore de ilLibraio.it, è una delle voci della Chiesa più ascoltate da credenti e non credenti. Fondatore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» a Montefano (MC), cura la divulgazione delle sacre scritture interpretandole sempre al servizio della giustizia, mai del potere.

Con Garzanti ha pubblicato Chi non muore si rivede, Nostra signora degli ereticiL’ultima beatitudine – La morte come pienezza di vita, Di questi tempi, Due in condotta, La verità ci rende liberi (una conversazione con il vaticanista di Repubblica Paolo Rodari) e Botte e risposte – Come reagire quando la vita ci interroga.

Su ilLibraio.it, per gentile concessione della casa editrice, proponiamo un estratto:

Presentazione

«Lourdes n’a besoin que de verité»
monsignor Théas

Nel 1954 monsignor Pierre-Marie Théas, vescovo di  Tarbes e Lourdes, convinto che quanto era accaduto a Lourdes ormai un secolo prima avesse bisogno di verità, incaricò uno dei più prestigiosi intellettuali del tempo, l’abbé René Laurentin (1917-2017), insigne mariologo, diraccogliere la  sterminata, confusa e contraddittoria massa di documenti prodotti nel tempo sulla vicenda e darle una sistemazione critica. Il compito richiesto a Laurentin era di eliminare decisamente e con coraggio tutto quel che di spurio, di leggendario e di apocrifo si era aggiunto e che ormai era diventata la storia ufficiale delle apparizioni della Vergine Maria a Bernadette Soubirous presso la famosa Grotta. Basti pensare che di ogni singola parola pronunciata da Bernadette, o dei gesti da lei compiuti, ci sono decine di versioni differenti e spesso discordanti. Infatti, già all’epoca degli avvenimenti, i devoti non si accontentarono della semplice realtà, ma sentirono il bisogno di arricchirla, addobbarla, renderla conforme al cliché nel quale si rinchiude ogni santità.

Il desiderio di trovare e toccare con mano il miracoloso in ogni cosa aveva deformato le vicende che vedevano protagonista la quattordicenne Bernadette. Esse erano state caricate di così tanti elementi fantasiosi che non si riusciva più a comprendere che cosa fosse veramente successo e, soprattutto, chi fosse realmente Bernadette, ormai ridotta a un santino preconfezionato e trasformata nella devota pastorella di Lourdes.

Nel ricostruire le vicende di Bernadette, molti autori, infatti, diedero per acquisita senza esitazioni la sua santità e parlarono di lei come della «futura santa», la creatura prediletta dalla Madonna e predestinata agli altari. Sulla base di questo pregiudizio essi interpretarono e narrarono ogni avvenimento della sua vita fin dai primissimi inizi. Così, quando Bernadette venne alla luce fu chiamata Bernarde-Marie, ma durante il battesimo il parroco, equivocando, chiamò la bambina Marie-Bernarde e con tale nome la trascrisse nel registro parrocchiale. Da questo banale lapsus o errore molti autori dedussero che era evidente che Bernadette fosse sotto la protezione della Vergine Maria.

L’entusiasmo e il fanatismo dei devoti, il crescere senza fine dei pellegrinaggi, il bisogno di conoscere e di sapere facevano sì che i semplici, scarni, asciutti resoconti di Bernadette non fossero soddisfacenti. Per questo si coloriva, si infiorava, si ingigantiva.

Bernadette era normale, troppo normale, allora bisognava intervenire, modificare e, dove necessario, anche inventare.

Per quel che poteva, Bernadette protestava energicamente e vivacemente contro queste esagerazioni. Lei non sopportava né le inesattezze né le approssimazioni e tantomeno le invenzioni.

Laurentin, accolto l’invito del vescovo di Lourdes, si mise all’opera e affrontò coraggiosamente l’immenso, sterminato materiale sulle apparizioni, trovandosi spesso alle prese con il carattere frammentario e a volte mitico di molte narrazioni.

Affiancato in questa operazione da un insigne studioso, il monaco benedettino di Tournay dom Bernard Billet (1919-2012), e assistito dalla generosa dedizione delle suore di Nevers, Laurentin si dedicò a questo immane lavoro con grande passione per ben vent’anni, ricostruendo giorno per giorno, quasi minuto per minuto, tutti gli avvenimenti concernenti le diciotto apparizioni. La sua è un’opera monumentale, che ancora oggi stupisce per il rigore scientifico, l’estrema serietà, la severità procedurale e soprattutto l’onestà intellettuale delle analisi. Lavorando spesso con il bisturi, per portare avanti un lavoro esegetico «come per certi problemi dei Vangeli», eliminando tutte le parole dubbie delle varie redazioni, Laurentin ha separato la storia dalla sua interpretazione, che spesso si era come infiltrata fondendosi con essa fino a divenire una sola narrazione.

In questa sua ricerca fu provvidenziale la scoperta, nel 1957, in una soffitta del Collegio di Thônes, in Alta Savoia, del dossier Jacomet, il solerte commissario di polizia di Lourdes i cui taccuini contenevano una cinquantina di rapporti e sessantasette processi verbali.

Laurentin pubblicò le sue ricerche in ben sette densissimi volumi: Lourdes. Dossier des documents authentiques (Lethielleux, Paris 1957). Ma le tantissime note, tavole e cifre rendevano questi volumi poco accessibili ai lettori, per cui lo stesso Laurentin pensò di ridurre l’opera in sei volumi dal titolo Lourdes. Histoire authentique (Lethielleux, Paris 1961), per una narrazione completa ma più fruibile dal grande pubblico. Poi, cosciente che anche sei densi volumi possono scoraggiare il comune lettore, estrasse quel che considerava l’essenziale da tutta la sua ciclopica opera e lo pubblicò, senza note e apparato scientifico, in Bernadette vous parle. Vie de Bernadette par ses paroles (Le – thielleux, Paris 1972)3 e Lourdes. Récit authentique des apparitions (Lethielleux, Paris, 1987).

Ogni anno vengono pubblicati una ventina di libri su Bernadette e su Lourdes, tesi a esaltare o denigrare i fatti di Massabielle. Con questo mio contributo intendo far risaltare quegli aspetti dell’umanità, del carattere, dei pregi, ma anche dei difetti di Bernadette che sono stati messi in disparte a mano a mano che cresceva e si diffondeva la sua fama. Per questo non tratterò solo dell’indiscussa santità di Bernadette, ma soprattutto della sua profonda umanità, perché più si è umani e più si manifesta il divino che è nell’intimo di ogni creatura. I difetti di Bernadette la rendono certamente una santa imperfetta, ma proprio per questo più vicina a ogni persona. Al fine di rendere agevole la lettura sono state omesse le note giustificative, ma quanto è scritto si può ritrovare documentato nell’opera monumentale di René Laurentin, che ho avuto il privilegio di conoscere in qualità di insegnante alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma negli anni Settanta.

(continua in libreria…)

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