Dal sequel di Indiana Jones al ritorno di vinili e musicassette, passando per le riviste patinate e per le Vans: “Il grande libro del vintage” di Sabina Minardi racconta quando e perché il “come eravamo” è diventato il “come siamo”

Drive-in, Polaroid, la Vespa. Le borse all’uncinetto, i pantaloni a vita alta, le Vans. Friends, Mazinga Z, Dune. La voce di Orietta Berti che fuoriesce da una cassa Bluetooth mentre un barman in gilet e baffi a manubrio serve un Old Fashioned in uno speakeasy inaugurato da poco.

Che cos’è questa confusione di immagini e oggetti di epoche diverse, stili di vita dimenticati e musica retrò? Che cos’è questa nostalgia nell’aria? La risposta sta tutta in una parola: vintage. E ne Il grande libro del vintage (il Saggiatore), la giornalista dell’Espresso e autrice Sabina Minardi ci conduce proprio in un colorato viaggio nel cuore di uno dei grandi cortocircuiti del contemporaneo.

Copertina del libro Il grande libro del vintage

Tra moda e costume, storia e tendenze giovanili, l’opera spalanca infatti le porte di questa indefinibile Wunderkammer di destini che si riavvolgono e gusto dell’usato. Un’opera utile per comprendere perché più ci proiettiamo nel futuro più siamo affascinati dal passato; per ritrovarci nei panni appena smessi, che rivestiremo domani.

Tra il desiderio di riprenderci le nostre abitudini e un riscoperto senso di collettività”, come si legge non a caso nelle prime pagine di questo volume riccamente illustrato a colori, “il ricorso al ‘come eravamo’ è diventato moda e mania, ed è risalito sempre più all’indietro, di decade in decade, in un inarrestabile gioco di link tra immagini, meme, ricordi appunto. Espressioni di un passato in cui rifugiarsi, ma anche di un’esperienza collettiva, comune e riconoscibile, di uomini, di sigle e di cose, tutti peraltro già in piena riscoperta“.

Risultato? “Il gusto per il vintage si traduce in un’invasione commerciale continua e multiforme“, della quale è bene prendere atto riscoprendo capitolo dopo capitolo le epoche precedenti in modo sistematico, attraverso un’analisi della nostalgia che ci porti a una nuova consapevolezza del potere esercitato dal passato e dell’impossibilità che il futuro si sviluppi sempre e solo in linea retta.

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