In “Studiare per amore – Gioie e ragioni di un infinito incanto” Nicola Gardini porta la parola “studiare” fuori dalle aule scolastiche, spogliandola dei significati deteriori eppure oggi più in voga: liberato dal senso del dovere e dell’imposizione, lo studente diventa studioso, finalmente in grado di riconoscere nello studio la passione, l’intima ricerca, il dono di innumerevoli possibilità. – Su ilLibraio.it un estratto

Secondo Nicola Gardini – docente di Letteratura italiana e comparata all’Università di Oxford e presidente della casa editrice Salani – studiare è innanzitutto esercizio dello sguardo. Il primo modo che gli esseri umani hanno di accedere alla conoscenza, da bambini così come da adulti, è infatti osservare la realtà che li circonda

Attraverso lo sguardo, ciascuno di noi leva gli ormeggi e prende il largo nel vasto oceano del sapere, preparandosi ad affrontare un viaggio bellissimo e senza fine: contemplare un panorama o una rosa, un tempio o un dipinto, un cielo stellato o una poesia permette infatti di cogliere le connessioni tra le cose e di entrare in contatto con il mondo intorno a noi sino a sfiorarne i lidi più remoti e nascosti.

In Studiare per amore – Gioie e ragioni di un infinito incanto (Garzanti) lo scrittore e saggista classe ’65 porta la parola “studiare” fuori dalle aule scolastiche, spogliandola dei significati deteriori eppure oggi più in voga: liberato dal senso del dovere e dell’imposizione, lo studente diventa studioso, finalmente in grado di riconoscere nello studio la passione, l’intima ricerca, il dono di innumerevoli possibilità.

Studiare per amore ci offre l’esaltante opportunità di scoprire ciò che crediamo di sapere da sempre, e invece conosciamo molto poco. Con la promessa che, quando volteremo l’ultima pagina, saremo in grado di guardare fuori e dentro di noi con occhi nuovi.

Gardini (qui i suoi articoli per ilLibraio.it) ha vinto con il romanzo Le parole perdute di Amelia Lynd (Feltrinelli) il premio Viareggio-Rèpaci nel 2012. Per Garzanti ha firmato invece Viva il latino, tradotto in molte lingue, Con Ovidio, Le 10 parole latine che raccontano il nostro mondo, Rinascere, Il libro è quella cosa, Viva il greco e Nicolas, oltre al più recente Consigli a un giovane poeta.

 

Nicola Gardini Studiare per amore

Per gentile concessione dell’editore, su ilLibraio.it pubblichiamo l’incipit del libro:

Questo libro è rivolto a tutti. Il verbo “studiare” del titolo, se sembra proiettare una minacciosa ombra dolomitica, state certi che è assai più duttile della roccia, e accoglie vari signi­ficati, letterali e no, pratici e no, come sarà evidente nel corso della lettura. Per “studiare” non intendo “andare a scuola”, anche se – lo riconosco – è ben difficile che, dicendo studio o, appunto, studiare, io non vi faccia venire in mente la scuola, o non vi induca ad aspettarvi che questo libro accenni in qualche modo alla scuola (e, sì, vi accenna), tanto più perché io, l’autore, nella scuola ho passato e continuo a passare mol­to tempo, e ho perfino scritto libri sul latino e sul greco, e, appena l’occasione si presenta, mi pronuncio in difesa della formazione classica, la più scolastica delle formazioni.

Tanto vale che dichiari immediatamente il mio curricu­lum. Ho frequentato il liceo classico e mi sono laureato in Lettere classiche all’università (a Milano), e dopo la laurea ho anche preso un dottorato in Letteratura comparata (a New York); e ho insegnato latino e greco in un paio di licei (il Pietro Verri di Lodi e il Manzoni di Milano, lo stesso in cui avevo conseguito la maturità), ho insegnato letteratura comparata in un paio di università italiane (quelle di Paler­mo e di Feltre) e americane (Columbia University e New York University), e ora, da diciotto anni, sono professore di Letteratura italiana e comparata all’Università di Oxford. Tanta (troppa?) scuola sicuramente ha contribuito a formare la mia idea di studio.

Resta che la scuola non è l’argomento di queste pagine. L’ar­gomento è la voglia di conoscere, la curiosità, e la voglia di ri­trovare nel mondo di tutti i giorni una continua scoperta, sia davanti al consueto sia davanti all’estraneo e all’inatteso; di recuperare una felicità mentale e spirituale in cui le percezioni e le rappresentazioni del mondo sono in perpetuo rinnova­mento e che mi piace chiamare incanto. Questo tipo di studio non ha scuola; non avviene dentro un’istituzione; non ha ma­terie specifiche. Avviene dentro di noi ed è rivolto a qualunque aspetto della vita, visibile e invisibile.

Vi dirò che con la scuola, intesa come istituzione, io non mi sono neppure mai pienamente identificato. Ci ho creduto, e an­cora ci credo, ma non l’ho mai accettata senza critiche. Ci sono sempre entrato da “diverso”, con “divertimento”, e sono sem­pre andato avanti come volevo io, inseguendo un’immagine ideale di me, non quella che la scuola indicava o presupponeva. E, se anche sono stato un bravo studente o con gli anni mi sono fatto nome di buon insegnante, di certo non mi sono mai pre­sentato come uno che fosse nato per fare i compiti o per com­piacere il sistema, o per dire agli studenti che cosa dovessero o non dovessero fare. Agire a comando o comandare non sono mai stati il mio forte. Io credo nel confronto e nel dialogo. Se mi si danno ordini, è certo che io disobbedisca. E ai miei stu­denti ho sempre dato e continuo a dare consigli, pareri, opinio­ni. Per me è soprattutto importante che tengano sempre vive due domande: “Che cos’è?” e “Che cosa significa?”. Studiare è cercare il significato. (Ecco che si comincia con le definizioni!)

La scuola mi ha dato amici e stimoli culturali, e la stima e il credito di alcuni, sia tra i professori sia tra i compagni; pertan­to, mi ha fornito un contesto positivo, che mi portava fuori di casa e mi lasciava intravedere la possibilità di una vita diversa da quella dei miei genitori. Non mi ha dato, però, esattamente quello che cercavo e ancora cerco di darmi io, da solo, giorno per giorno, con gli impeti della mia volontà: ovvero, libertà e immaginazione. Né mi ha dato di per sé il piacere di studiare, o la capacità di studiare. Quelli – il piacere e la capacità – sono venuti e vengono da me, solo da me; da uno slancio che non coincide di per sé con l’adempimento dei doveri istituzionali, sebbene i compiti, quand’ero scolaro, li facessi, e ne facessi anche di più del richiesto, e da insegnante io li abbia sempre pretesi dai miei studenti.

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Anche questo saggio, inevitabilmente, mi porterà a riflettere in modo più o meno evidente sulla mia esperienza, dopo tanti anni di studio e di insegnamento, non so nemmeno io quanti. Quel che dirò lo dirò perché l’ho vissuto; e il buono che ci trovo adesso, costruendo queste pagine, penso possa essere di sprone per altri. Va da sé che non ho la minima pretesa di er­germi a esempio. Dell’esempio mi manca l’essenziale – l’uni­formità e la compiutezza. Al massimo potrò essere esempio a me stesso: esempio di uno che ha sempre concluso assai meno di quel che avrebbe potuto concludere e che ancora tanto ha da fare, e spera di fare. So bene che la mia capacità di studio e il mio rendimento non sono sempre stati uguali. Se mi guar­do indietro, fatico a distinguere fasi nette e traguardi, e non riesco ancora a liberarmi del tutto del sospetto di non aver coltivato abbastanza la mia indipendenza e di non essermi protetto con sufficiente accortezza dalle influenze malevole che spirano da ogni parte. Quanto tempo ho lasciato che mi venisse tolto! A quanti ho dato retta senza che dovessi loro al­cunché! Quante ore al cellulare e sulla posta elettronica che nessuno mi restituirà mai! Sprechi imperdonabili, che mi han­no distratto, depistato, addirittura fermato in certi momenti. Mi sento ancora un principiante; mi sento un ritardatario. I giorni volano, e i richiami e le tracce che mi invitano sono così numerosi! E il piacere che mi aspetta è immenso! Sto sempre appena cominciando a intravedere come partire e su che cosa puntare l’attenzione. E mi dico: il meglio deve ancora venire; adesso voglio veramente mettermi d’impegno.

©2024, Garzanti S.r.l., Milano
Gruppo editoriale Mauri Spagnol

(continua in libreria…)

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