È uscito “1969”, il nuovo album di Achille Lauro, che ha conquistato Sanremo con “Rolls Royce”

Sanremo, un libro, un docufilm, il disco e il tour. Il 2019 è iniziato molto bene per Achille Lauro, il cantante che si è presentato al Festival con il singolo Rolls Royce.

Ma andiamo per ordine. Classe 1990, romano della Serpentara, Lauro De Marinis, in arte Achille Lauro, fa il suo ingresso nella scena (rap) nel 2013, con il mixtape Barabba. Non era solo: accanto a lui c’era il suo team di Beatmaker, tra cui Boss Doms, Banf, Frenetik & Orang3, 3D e Dogslife. Gli anni che seguono sono ricchi di esperimenti e nuove pubblicazioni: Achille Idol – ImmortaleYoung Crazy e il suo primo album da solista Dio C’è. Nel 2016 pubblica Ragazzi Madre, e nel 2018 esce con il disco Pour l’amor.

Crea l’etichetta discografica indipendente No Face, partecipa al programma televisivo Pechino Express, canta insieme ad Anna Tatangelo una cover di Ragazza di periferia, e stando alle voci potrebbe essere il prossimo giudice di X-factor.

Il look, i tatuaggi, l’atteggiamento, rendono Achille Lauro una rock star (sono partiti subito i paragoni con Vasco Rossi), ma la sua personalità e il suo stile sono difficilmente inquadrabili in una definizione, o in un genere. Trap? Rap? Pop? Rock? Semplicemente Lauro canta quello che vuole, quello che è.

io sono Amleto Achille lauro

Per conoscere il personaggio, oltre alla discografia, si può leggere il libro Io sono Amleto (Rizzoli), o aspettare che esca il docufilm (il primo capitolo di una trilogia): Achille Lauro No Face 1, che racconta la storia del cantante, dalla periferia romana di Montesacro agli esordi nel mondo della musica.

Il 12 aprile è uscito 1969, il suo nuovo album. Nel comunicato stampa è lo stesso Lauro a rivolgersi ai media (lui, che non usa mai i suoi social se non a scopo promozionale), con un tono personale e caldo “per eliminare la distanza tra me e voi”. Il cantante parla del suo progetto, dei giorni passati chiuso in studio a registrare, e soprattutto di “questo nuovo genere, che prende dal passato e cerca di guardare al futuro”. Il suo sogno, spiega, è “fare una musica senza tempo“.

achille lauro

La copertina richiama un insieme di figure degli anni Sessanta e Settanta, ma le sue sonorità sono moderne. I testi di Lauro raccontano il mondo delle periferie (“Le nostre vite ai margini tu non le immagini”, canta in Roma) prendendo spunto da episodi autobiografici: “Ognuno di noi attraversa alti e bassi e io li ho voluti fermare a modo mio. La vita costruisce il carattere di una persona e tutte le esperienze vanno ad accumularsi. Questi brani sono stati scritti in momenti particolarmente difficili. Ma io sono riuscito a farne tesoro”, ha spiegato a Billboard Italia.

Eppure nel disco non mancano canzoni energiche, leggere e apparentemente più strafottenti, come l’iconica Rolls Royce. E a proposito di questa: non sono state poche le polemiche sorte dopo l’esibizione all’Ariston, dato che molti hanno intravisto nel significato del testo un inno alla droga. Ma Lauro prende questo problema molto seriamente, e in tante interviste dichiara che è un’emergenza da affrontare, partendo dalla scuola.

Achille lauro

Quanto ai progetti futuri, il cantante romano ha già annunciato di essere al lavoro su altri due album, completamente diversi da questo nuovo e anche tra loro, a dimostrazione che la sua personalità e il suo mondo, ancora una volta, sono inafferrabili e in continuo cambiamento.

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