Il mondo del giornalismo è in lutto per la morte di Ranieri Polese, caporedattore delle pagine culturali e storica firma del “Corriere della sera”

È venuto a mancare dopo una lunga malattia, all’età di settantacinque anni, Ranieri Polese Remaggi, giornalista e firma storica del Corriere della Sera.

Proprio nel ricordo del quotidiano, Polese viene descritto come un uomo di grande cultura, capace di “ricordare con sintesi vaporose una lezione di Cesare Luporini, suo maestro di filosofia all’università di Firenze, e scivolare subito dopo in un’analisi comparata dei romanzi noir italiani e americani”.

Nato a Pisa nel 1946, ha collaborato nel corso della sua vita con diversi giornali, tra cui Nazionel’Europeo, prima di approdare, nel 1989, alle pagine culturali del Corriere della Sera, di cui poi è diventato caporedattore.

Tra i suoi libri II film della mia vita (Rizzoli), Tu chiamale se vuoi… e Per un bacio d’amor (Archinto), mentre tra i titoli curati ricordiamo Le mie canzoni di Vasco Rossi (Mondadori) la raccolta Storie Ribelli dello scrittore cileno Luis Sepúlveda, nonché l’Almanacco Guanda, pubblicazione nata nel 2005 che affida a scrittori diversi il compito di approfondire un tema monografico.

Amante della cultura e della letteratura a trecentosessanta gradi, Polese era interessato a ogni forma di espressione artistica – libri, cinema, teatro, musica: “insomma, accoglieva tutto. Senza pigrizie o snobismi, con generosità anche verso gli ultimi arrivati sulla scena pubblica perché, oltre ad avere il genio dell’amicizia, era appunto generoso”, si legge sempre nell’articolo del Corsera, firmato da Marzio Breda.

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