“Sono in totale disaccordo con la posizione espressa dal sindaco di Venezia. Un atteggiamento del genere va condannato. Denota un’arretratezza tipica di una certa area politica…”. Romano Montroni (presidente del Centro per il libro e la lettura) su ilLibraio.it prende posizione sulla polemica che va avanti da giorni… – I particolari

“Sono in totale disaccordo con la posizione espressa dal sindaco di Venezia. Un atteggiamento del genere va condannato. Denota un’arretratezza tipica di una certa area politica”. Da giorni si discute della decisione del neo-sindaco Luigi Brugnaro, che ha dato ordine di ritirare dalle biblioteche scolastiche una serie di libri sull’omogenitorialità (e non solo), dopo che, a inizio 2014, non senza polemiche anche allora, erano stati introdotti grazie all’impegno di Camilla Seibezzi (delegata dell’ex sindaco Orsoni per i diritti civili e la lotta alle discriminazioni). E ora anche Romano Montroni, presidente del Centro per il libro e la lettura, prende posizione, e lo fa al telefono con ilLibraio.it.

“Ho letto le dichiarazioni del sindaco – prosegue Montroni – la scuola ha un ruolo educativo fondamentale, non si può delegare tutto alle famiglie, e non si può limitare la visione dei bambini. I libri della lista offrono uno sguardo imprescindibile sulla realtà, adatto ai più piccoli”.


La “lista” dei 49 libri. Ecco com’è nata la polemica 

Nei giorni scorsi, anche l’Associazione Italiana Editori e l’Associazione Italiana Biblioteche hanno preso duramente posizione contro la decisione di Brugnaro.

E su Change.org, su iniziativa di Martina Galletta, è partita la petizione “I libri, di qualunque “gender”, si leggono… non si censurano!“, che si rivolge al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

Non solo: attraverso la pagina Facebook nata per l’occasione, “Liberiamo i libri per bambini”, è stata lanciata la maratona di letture #49libri49giorni, che fa riferimento alla lista di 49 libri “censurati”.

Tra gli altri, sul suo blog, Loredana Lipperini si è appellata agli scrittori veneziani e a Jovanotti.  E lo scrittore Matteo Corradini (e non è il solo) ha scritto a Brugnaro, chiedendo: “Cortesemente bandisca anche i nostri libri. Non vogliamo stare in una città dove vengono banditi quelli di altri”.

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