La Pina, storica voce di Radio Deejay, ogni giorno in diretta con “Pinocchio”, racconta il suo amore per il Giappone in un libro arricchito da video, immagini e musica (composta da suo marito, il musicista Emiliano Pepe). E confessa che “Tokyo è come un figlio” che ha visto crescere dal suo primo viaggio nel paese del Sol Levante, con suo padre, negli anni Ottanta, fino a oggi… – L’intervista de ilLibraio.it

La Pina, celebre voce di Radio Deejay, racconta il suo più grande amore, dopo il marito Emiliano Pepe (con cui ha partecipato al reality Pechino Express), Tokyo. E lo fa con un libro, I love Tokyo (Vallardi) che vuole essere guida, ma anche accompagnatore del lettore, in una delle città più suggestive del globo.

La pIna

Rapper e conduttrice del programma radiofonico Pinocchio, ascoltato ogni giorno da migliaia di italiani, La Pina (all’anagrafe Orsola Branzi) ha unito il suo amore per la capitale del Sol Levante alle altre sue passioni, la musica e le immagini, creando, con il marito musicista, una colonna sonora e un “accompagnamento visivo” al libro. All’inizio di ogni capitolo di I love Tokyo, infatti, si trova un QR Code che rimanda il lettore a video e musiche (queste ultime composte da Pepe) pensati per accompagnare la lettura e rendere più completa l’esperienza.

La Pina

Per discutere del suo ritorno in libreria e del suo amore per il Giappone, ilLibraio.it ha fatto qualche domanda a La Pina.

Come è nata la sua passione per il paese del Sol Levante?
“Sono andata per la prima volta in Giappone con il mio babbo (l’architetto Andrea Branzi, ndr) nell’82/’83 e da lì non ho più smesso. Da allora Tokyo è cambiata e l’ho proprio vista crescere, come un figlio. Ci vado una, due volte l’anno”.

Il suo libro è un po’ una guida e un po’ un’esplorazione di Tokyo, anche grazie a immagini e suoni a cui il lettore può accedere tramite i codici inseriti all’inizio dei capitoli. Perché ha deciso di unire questi tre elementi?
“L’ho fatto per parlare la nostra lingua, nel libro ci sono le parole ma mancano le immagini e la musica, che sono le passioni mie e di mio marito. Inoltre, visto che sono dislessica, mi aiuta avere immagini a supporto delle parole. I love Tokyo è più completo, così. Anche perché ci sono parti di Tokyo che, descritte solo con le parole, non sono complete: è meglio vederle. Infine, quando leggo mi piace crearmi una colonna sonora e solitamente perdo un sacco di tempo a trovare la musica giusta, in questo caso, invece, il lettore ce l’ha già a portata di mano”.

Passando invece alla sua carriera radiofonica, perché Pinocchio piace così tanto agli ascoltatori?
“Si sente che ci interessa e ci piace quello che facciamo. Siamo tutti i giorni in radio, dal lunedì al venerdì, sempre alla stessa ora: ormai siamo una certezza per gli ascoltatori e loro lo sono per noi. Alla fine, esserci tutti i giorni per tanti anni ti lega alle persone e loro si fidano di te. Coi nostri ascoltatori, poi, cerchiamo sempre di creare un rapporto e conoscerli”.

Dopo l’esperienza di I love Tokyo, le piacerebbe scrivere un altro libro in futuro?
“Questo è appena nato, mi sembrerebbe di tradirlo se pensassi già a un altro libro. Di sicuro so che mi piacerebbe tornare in Giappone il prima possibile. E poi, chissà… Sarebbe bello dedicare un libro anche alle altre parti del paese. Ma, per continuare con la metafora del figlio, Tokyo è il preferito. E lo stesso vale per mio marito”.

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