Alle porte di Milano c’è una donna che ha deciso di regalare a sconosciuti parte dei suoi libri, dopo averli impacchettati e dopo aver preparato un biglietto: “Continuerò, sto notando che questa mia attività sta facendo del bene”

Ci sono lettrici e lettori che non darebbero via neppure in prestito un loro libro, e altre e altri che, invece, non avendo spazio per poterli tenere tutti, preferiscono metterli a disposizione delle altre persone. E questa storia si lega alla seconda “categoria”.

Siamo dalle parti del bookcrossing, pratica sempre più diffusa, ma in questo caso l’impegno richiesto è maggiore…

C’è infatti una donna che da un paio di mesi ha deciso di regalare una parte dei suoi numerosi libri. Finora ne ha donati oltre 500, di giorno in giorno. I libri non sono lasciati per strada casualmente, ma sono impacchettati, e a ogni pacchetto è associato un pensiero.

Siamo a Rho, alle porte di Milano. La donna, che lavora nel settore delle risorse umane, e che ha preferito restare anonima, al Corriere della Sera ha spiegato: “Ho ancora una quarantina di libri da distribuire, poi penso proprio di proseguire man mano che ne comprerò altri, perché sto notando che questa mia attività sta facendo del bene“.

Ma da dove nasce l’idea di donare parte dei propri libri? La donna svela che l’ispirazione è venuta da Ines,” una signora alla quale ero molto legata. Si definiva ‘la psicologa dei libri’: diceva che non tutti i romanzi possono piacere allo stesso modo, quindi li regalava per riabilitarne i personaggi. Voleva che trovassero la persona più adatta a loro aiutando al contempo la persona in questione a (ri)trovare sé stessa. Ecco: oggi che Ines non c’è più, declinare a modo mio questa sua abitudine rappresenta per me un’autentica terapia. Un mezzo per ricordarla. D’altra parte anch’io mi sento ancora alla ricerca del mio posto nel mondo”.

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Un esempio? Come si legge sempre sul Corriere, un’altra donna, Valeria, ha trovato sulla sua macchina, nel parcheggio dell’Esselunga di Rho, uno dei libri impacchettati e messi a disposizione dalla misteriosa donatrice: all’interno di un pacchetto colorato c’era il romanzo Una piccola lavanderia a Yeonnam dell’autrice sudcoreana Kim Jiyun, edito da Nord. Sul biglietto la scritta: “Ciao, questo libro è per te! Amo leggere, odio buttare i libri e casa mia è piccola, quindi ho deciso di ‘salutarli’ così. Se non lo vuoi, per favore, non buttarlo. Lascialo su una panchina, su un’auto o in metropolitana. Magari qualcuno lo sta aspettando. Buona lettura”.

Altre lettrici e lettori seguiranno il suo esempio?

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