“Guarda come sei bella, ma non correre che ti si vedono le mutande; non ti rotolare nell’erba che ti sporchi tutta, non fare il maschiaccio; non piangere in questo modo, sei brutta quando lo fai”. Quando nasce una bambina, tutti, a partire dalla mamma, non fanno altro che ricordarle che è bellissima, come una principessa. Ma è la cosa giusta da fare? Giada Sundas riflette su come comportarsi nel momento in cui ci troviamo tra le braccia una futura donna

Può succedere che mentre sei sdraiata sul lettino dello studio del tuo ginecologo con la maglietta sollevata fino al mento a scoprire una grossa pancia, lui ti spruzzi addosso una colata di gel blu (che a quanto pare conserva in un abbattitore per sushi così a te sembra che ti rovesci addosso una confezione di Polaretti) e ti dica che aspetti una bambina.

Tu, donna, sarai madre di una futura donna.

Non si sprecheranno i bavaglini con la dicitura “little princess” gli adesivi sull’auto “principessa a bordo” e i body rosa che urlano “sono la principessa di papà”. La famiglia e gli amici non mancheranno a questo carnevale della regalità e non passerà un giorno senza che qualcuno le ricordi che lei è una splendida principessa.

Una donnina di corte, perfetta nell’apparenza, che ricopre una carica di spessore all’interno della famiglia. Sei arrivata a illuminare le nostre vite, piccola bellezza, per questo sei la nostra principessa. Indossa questa splendida gonnellina a fiori, guarda come sei bella, ma non correre che ti si vedono le mutande; non ti rotolare nell’erba che ti sporchi tutta, non fare il maschiaccio; non piangere in questo modo, sei brutta quando lo fai; adesso stai qui, ferma, cosicché io possa spazzolare e intrecciare i tuoi lunghissimi capelli…

Le verrà ribadito, ogni giorno, quanto sia bella, che sembra una bambolina. E sarai proprio tu, mamma, a ricordarglielo, perché lo pensi, per te lei è perfetta, e senti che è un tuo diritto farglielo presente. L’hai fatta incantevole, diamo a Cesare quel che è di Cesare. Così, mentre calchi il concetto giorno dopo giorno, proprio tu, che sei la persona di cui lei si fida ciecamente, il suo punto fermo, nella sua testa attecchisce la nozione. Sono bella, il mio aspetto conta.

Con i nostri sinceri e ingenui apprezzamenti abbiamo nutrito l’autostima estetica delle nostre bambine e lo abbiamo fatto con le migliori intenzioni, senza valutarne le conseguenze. Siamo noi stesse vittime di un sistema sociale basato sull’estetismo, non possiamo fare a meno di riversarne le aspettative a nostra volta.

E allora dovremmo starcene in disparte, zittite dalla coerenza, il giorno che le donne che abbiamo creato si misureranno nel mondo usando soltanto le loro gambe come unità di misura, non avremo nulla a cui appellarci quando non vorranno coltivare nessun’altra risorsa, saremo noi stesse a dover raccogliere i frammenti della loro autostima quando il veleno della società farà loro presente che non sono abbastanza.

C’è soltanto una cosa che dobbiamo e possiamo fare dal momento in cui ci troviamo tra le braccia una futura donna: ricordarle, ogni istante, quanto è intelligente, quanto è capace, quante incredibili risorse possiede e, soprattutto, che il suo corpo appartiene soltanto a lei nella forma e nel concetto e, se lo vorrà, sarà libera di scegliere di essere una principessa.

L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei.

Qui tutti gli articoli di Giada Sundas per ilLibraio.it.

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