“L’inferno delle madri è quel posto dove vai a finire dopo che hai risposto troppe volte ‘perché sì’ alle domande di tuo figlio…”. Torna l’irriverente ironia di Giada Sundas, autrice di “Mamme coraggiose per figli ribelli”

L’inferno delle madri è quel posto dove vai a finire dopo che hai risposto troppe volte “perché sì” alle domande di tuo figlio. Come se ci fosse un contapunti immaginario, ogni volta che non ti applichi a spiegare qual è la testa e qual è il culo di un lombrico, ti avvicini sempre di più ai cancelli degli inferi. Una specie di calendario dell’avvento ma, a ogni casella, invece dei cioccolatini, c’è un uramaki con la maionese.

Se sei stata una brava mamma vai in un limbo intermedio, né brutto né bello, dove esistono gli asili gratis ma ogni giorno è il 28 giugno e al mare si può andare solo per salutare i passeggeri della MSC Meravigliosa salpare per Santorini. Il limbo è Civitavecchia.

Il paradiso delle madri non esiste. Se vuoi andare in paradiso devi cauterizzarti le tube con uno zippo.

All’inferno delle madri ci sono trentasette gradi, tutti gli uomini si depilano e indossano i sandali ed è pieno di gattini che non si possono fotografare. C’è un unico negozio dove commesse lavorano anche di domenica e non hanno i Ticket Restaurant.

C’è sempre la musica ma sono solo due canzoni in loop: una di Rovazzi e l’altra di Rovazzi feat. un sordomuto. Se hai sete c’è soltanto tisana al finocchio anticolica e se hai fame c’è la crema di riso con brodo di zucchine con cui hai svezzato tuo figlio. Zucchine non bio. Riso non bio. Bio non bio.

Ogni giorno è il compleanno di un bambino, devi andarci per forza e partecipare alla colletta per comprare una LOL surprise da ottomila euro o uno spinner con le luci che causano epilessia. Ci sono solo patatine al wasabi e mela verde e la torta è senza glutine anche se nessuno è celiaco. C’è la Nutella ma nessuno riesce a svitare il tappo.

All’inferno delle madri devi guardare Frozen ogni giorno e poi correre a prendere i tuoi figli a scuola in ritardo. Letteralmente correre. A piedi. Senza reggiseno. Poi devi portarli al corso di acquaticità, restare un’ora a guardarli dal vetro abbracciare una salsiccia galleggiante e infine lavarli in una doccia con un soffione fisso a due metri d’altezza e asciugargli i capelli con l’alito.

Puoi usare internet, ma gli unici siti disponibili sono il blog di Aranzulla e Pinterest. Ci sono le auto ma sono tutte euro3. Hai sempre qualcosa di sbriciolato nel fondo della borsa e il correttore è di una tonalità più scuro della tua pelle.

Nell’inferno delle madri non esiste il Roomba e il Bimby e PornHub. La birra è solo analcolica e a temperatura ambiente.

La cosa peggiore dell’inferno delle madri? C’è una biblioteca ma ci sono solo libri di Giada Sundas e di Osho, che è la stessa persona sotto pseudonimo.

L’AUTRICE – Giada Sundas è una giovane madre molto seguita in rete. Sui social racconta la sua esperienza di “madre imperfetta ma imperterrita” con freschezza e ironia. Il suo romanzo d’esordio, edito da Garzanti, si intitola Le mamme ribelli non hanno paura, e racconta la storia di Giada dal giorno in cui la piccola vita di Mya, sua figlia, ha cominciato a crescere dentro di lei.
A maggio è in uscita il suo secondo, atteso libro, Mamme coraggiose per figli ribelli , in cui l’autrice torna a parlare del mestiere più difficile del mondo: fare la madre. Con la sua inconfondibile vena ironica…

Qui tutti gli articoli di Giada Sundas per ilLibraio.it.

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