La traduttrice Ilide Carmignani racconta i dieci anni del Premio “Lorenzo Claris Appiani” (giovane avvocato ucciso nel Palazzo di Giustizia di Milano), riconoscimento che intende trasformare una tragedia e le sue ombre indicibili in un’occasione valoriale. La cerimonia di premiazione inaugurerà l’Elba Book Festival
A dieci anni dalla scomparsa del giovane avvocato Lorenzo Claris Appiani, ucciso nel Palazzo di Giustizia di Milano, ricorre il premio letterario che celebra la sua memoria e il legame con la terra di origine. Concepito dai genitori, Alberta Brambilla Pisoni e Aldo Claris Appiani, il riconoscimento intende trasformare una tragedia e le sue ombre indicibili in un’occasione valoriale e comunicativa attraverso un momento d’incontro umanistico.
A vincere la decima edizione del premio Appiani per la traduzione dal turco è Fulvio Bertuccelli con la traduzione di Zamir, il romanzo di Hakan Günday, edito da marcos y marcos.

Ilide Carmignani (foto fornita da Elba Book Festival)
Grazie all’organizzazione e alla direzione scientifica dell’Università per Stranieri di Siena, la cerimonia di premiazione inaugurerà Elba Book Festival, martedì 15 luglio, alle 18:45, nella Piazza Matteotti del borgo di Rio. A condurre la serata sarà Ilide Carmignani, che già aveva presentato il decennale del Premio al venticinquesimo anniversario del ciclo L’autoreinvisibile, al Salone Internazionale del Libro di Torino di maggio.
“Oggi il Premio Appiani è ben noto non solo in ambito accademico, ma anche nella comunità dei traduttori letterari e in tutto il mondo editoriale. Dal 2016 – esordisce la traduttrice – abbiamo premiato traduttrici e traduttori dall’arabo, russo, cinese, portoghese, giapponese, Yiddish, francese, spagnolo, tedesco e turco. Ci sono state edizioni, come quella dallo spagnolo, che hanno visto un altissimo numero di partecipanti, con concorrenti illustri e opere di grande valore letterario presentate da editori indipendenti che godono della massima autorevolezza nel panorama culturale italiano. Questo senza che il Premio abbia perso attenzione nei confronti delle lingue non veicolari, delle culture periferiche, portatrici di uno sguardo altro di cui abbiamo estremamente bisogno in questo mondo globalizzato in cui risuona con violenza una sola voce dominante. Sono tante le ragioni per cui è fondamentale che il riconoscimento sia radicato al territorio di Lorenzo. Lì si tiene un magnifico festival, Elba Book, riservato agli editori indipendenti, grazie ai quali i lettori italiani godono di una ricca bibliodiversità. Lì affondano da secoli le radici della famiglia Appiani. Lì, nel 1931, si è inabissato l’aereo di Lauro de Bosis, il giovane traduttore antifascista de Il ponte di San Luis Rey di Thornton Wilder, il libro che ha aiutato la madre di Lorenzo a elaborare almeno in parte il lutto e che l’ha spinta a immaginare un premio riservato a chi consente a tutti noi di leggere libri nati altrove, di comprendere altre culture”.
Può interessarti anche
Per la decima edizione, la famiglia Appiani, in accordo con le componenti della giuria, ha scelto di indagare la letteratura turca tradotta in italiano. Si tratta di una produzione narrativa ancora poco nota in Italia, che sottopone alla nostra attenzione temi universali e contemporanei da una angolatura nuova.
Negli ultimi vent’anni, le traduzioni dal turco sono aumentate in maniera costante e hanno riscosso un sempre maggiore apprezzamento da parte del pubblico. Le opere pervenute spaziano dai classici di fine Ottocento e inizio Novecento ai romanzi apparsi in Turchia negli ultimi anni. Occorre inoltre sottolineare che i romanzi candidati sono stati tradotti da persone tra i trenta e i quarant’anni di età, segno che a un nuovo interesse verso la letteratura turca corrisponde una nuova generazione di traduttrici e traduttori.
Per l’anno 2025 la giuria è formata da Giulia Marcucci, presidente, professoressa di lingua e traduzione russa presso l’Università per Stranieri di Siena e direttrice del Centro Studi sulla Traduzione (CeST), nonché traduttrice di saggistica e narrativa contemporanea russa, da Hilal Aydin, docente di lingua e cultura turca presso l’Università per Stranieri di Siena, da Nicola Verderame, docente di Filologia turca presso l’Università di Napoli “L’Orientale”, e dalla stessa Carmignani.
Scopri la nostra pagina Linkedin

Notizie, approfondimenti, retroscena e anteprime sul mondo dell’editoria e della lettura: ogni giorno con ilLibraio.it

“Il protagonista del romanzo è nato in un campo profughi, ha il viso sfigurato da una bomba e da anni è il volto pubblico di una ONG corrotta. Lavora per prevenire i conflitti in varie regioni del mondo, anche se ciò comporta mentire, cooperare con dittatori o condannare a morte. Oltre a essere un’opera che interroga in maniera radicale la coscienza del mondo contemporaneo, affrontando le contraddizioni del nostro tempo e i dilemmi morali della società attuale, Zamir è un romanzo giocato sulle ambiguità più che sui contrasti netti tra bene e male, e così anche la figura del protagonista non è facilmente incasellabile. Il ritmo serrato, i piani temporali sovrapposti e il passaggio dalla prima alla terza persona hanno dunque richiesto al traduttore una scrittura particolarmente creativa e accurata. Fulvio Bertuccelli è riuscito con eleganza e precisione a tradurre un testo turco volutamente caratterizzato da squilibri e differenze di registro e tono – argomenta Carmignani – con grande sensibilità per lo stile oscuro e provocatorio di Günday; con consapevolezza ha saputo restituire al lettore italiano le sfumature retoriche, i dialoghi intensi, i cambi di prospettiva e le immagini potenti del testo di partenza, senza mai trascurare la resa accurata degli elementi che formano il contesto socioculturale dell’opera. Merito di Bertuccelli è di essersi distinto per una resa efficace e brillante di un testo complesso che alterna riflessioni etiche, passi allucinati e squarci surreali. Per questi motivi, abbiamo deciso all’unanimità di conferirgli il premio“.
Negli ultimi tre anni sono stati creati ponti ulteriori tra il Premio e l’Università per Stranieri di Siena e il territorio elbano: il premiato viene ospitato in autunno, a Siena, a tenere un seminario nel Centro Studi sulla Traduzione. Inoltre, è stata fondata una Scuola di traduzione letteraria intitolata a Lorenzo Claris, che si svolge a Rio Marina in autunno, dall’1 al 5 ottobre e quest’anno sarà dedicata al tedesco, mentre nella prima edizione i laboratori di traduzione erano dedicati al francese.
L’idea della Scuola è condividere la pratica della traduzione con esperti, generalmente un traduttore premiato e un docente universitario specialista di traduzione, in un posto accogliente, incantevole e al contempo “isolato” come “Le sughere del Montefico”.
Scopri le nostre Newsletter

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

“Certi vuoti non si possano colmare – conclude Carmignani – ma che la traduzione sia per sua natura una forma di accoglienza dell’altro e quindi anche un messaggio di pace e di fratellanza. Mi torna in mente l’incipit di una poesia di Juan Vicente Piqueras, poeta contemporaneo spagnolo, che dice così:
I traduttori
Sono una tribù strana sparsa per il mondo
perché spostano il mondo.
Portano mondi da una lingua all’altra.
Ecco il loro mestiere.
Fanno nevicare in arabo, cambiano il nome al mare,
portano cammelli in Svezia,
fanno che don Chisciotte cavalchi su Ronzinante
dalla Mancia in Manciuria.
Fanno delle cose strane, pressappoco impossibili.
Dicono nella propria lingua
cose che mai quella lingua aveva detto prima,
cose che non sapeva di poter dire.
Sono nati da un crollo, quello della Torre di Babele,
e da un sogno: che gli uomini, le anime
che vivono agli antipodi,
si conoscano, si capiscano, si amino“.
Scopri il nostro canale Telegram

Ogni giorno dalla redazione de ilLibraio.it notizie, interviste, storie, approfondimenti e interventi d’autore per rimanere sempre aggiornati

Fotografia header: Lorenzo Claris Appiani