Assegnato allo scrittore Corrado Stajano il riconoscimento alla carriera che verrà ritirato in occasione della finale del premio Campiello 2022 in programma il 3 settembre al Gran Teatro La Fenice di Venezia – I particolari

La Fondazione Il Campiello ha assegnato il Premio speciale alla carriera per il 2022 a Corrado Stajano, che sarà consegnato da Eni – partner esclusivo del “Premio Fondazione Il Campiello” – in occasione della finale della 60esima edizione, in programma sabato 3 settembre presso il Gran Teatro La Fenice di Venezia.

Enrico Carraro, Presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto, ha dichiarato: “La Fondazione Il Campiello ha deciso di conferire il prestigioso riconoscimento a Corrado Stajano, un uomo che ha onorato con la sua passione civile e la sua creatività la cultura italiana dagli anni Sessanta fino ad oggi. Quella stessa cultura che gli imprenditori del Veneto hanno deciso di sostenere fondando – sessant’anni fa – il Premio Campiello, uno dei premi letterari più importanti del nostro Paese, che rappresenta al meglio il rapporto profondo tra impresa e cultura”.

Walter Veltroni, Presidente della Giuria dei Letterati del Premio Campiello 2022, ha aggiunto: “Scrittore, editorialista, autore di importanti documentari sulla storia italiana, Stajano, oggi novantunenne, ha pubblicato numerosi libri in cui la realtà è stata utilizzata come materia per grandi affreschi narrativi. I fatti della storia e della cronaca, investigati e sezionati, sono stati restituiti al lettore nella forma di romanzi civili, in cui la descrizione delle vicende umane dei protagonisti si intreccia con la Grande Storia nazionale. È il caso de Il Sovversivo sulla fine del giovane anarchico Serantini o di Un eroe borghese, bellissimo libro sulla vita e la morte di Giorgio Ambrosoli. La sua attività di scrittore delle cose italiane lo ha portato a occuparsi di mafia, di corruzione, di strategia della tensione e a descrivere genesi, ascesa e fine di tante illusioni, anche politiche. Stajano ha sempre scelto, da giornalista e da scrittore, le parole con la cura di chi ne conosce e ne sa ponderare bene il peso. Lo sguardo di Stajano è sempre stato animato dal dubbio, mai dal pregiudizio. Uomo libero e mai indifferente, Stajano ha, per il Campiello, il merito di aver portato la grande letteratura civile nelle case degli italiani. Per queste ragioni il Premio, che iniziò il suo cammino con Primo Levi, nel sessantesimo della sua fondazione vuole onorare il lavoro, la vita, la qualità letteraria, il coraggio civile di Corrado Stajano”.

Il Premio Fondazione Il Campiello viene assegnato dal 2010 dall’omonima fondazione ad una insigne personalità della cultura letteraria italiana contemporanea. Prima di Corrado Stajano hanno ricevuto il riconoscimento Daniele Del Giudice (2021), Alessandro Baricco (2020), Isabella Bossi Fedrigotti (2019), Marta Morazzoni (2018), Rosetta Loy (2017), Ferdinando Camon (2016), Sebastiano Vassalli (2015), Claudio Magris (2014), Alberto Arbasino (2013), Dacia Maraini (2012), Andrea Camilleri (2011) e Carlo Fruttero (2010).

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Corrado Stajano, scrittore e giornalista, è stato collaboratore, redattore, inviato di quotidiani e settimanali. Tra gli altri, ha scritto per Il Mondo di Mario Pannunzio, Il Giorno di Italo Pietra e il Corriere della Sera. Ha lavorato per la Rai, autore e coautore di documentari televisivi di argomento politico e culturale, alcuni con Ermanno Olmi. Ha pubblicato con Einaudi Il sovversivo (1975), La pratica della libertà (1976), La forza della democrazia (1977), Africo (1979), L’Italia nichilista (1982), Un eroe borghese (1991) da cui il film omonimo, Il disordine (1993). Con Garzanti, Promemoria (1997, Premio Viareggio), Ameni inganni (con Gherardo Colombo, 2000), Patrie smarrite (2001), I cavalli di Caligola (2005), Maestri e Infedeli (2008), La città degli untori (2009, Premio Bagutta), La stanza dei fantasmi (2013). Con Archinto Destini (2014). Con il Saggiatore Eredità (2012), Sconfitti (2021). Il Saggiatore ha ripubblicato Africo, Un eroe borghese, con un testo di Cesare Garboli, Patrie smarrite (con una postfazione di Paolo Di Stefano), Il sovversivo, con i disegni di Costantino Nivola, La città degli untori.

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