Su ilLibraio.it il commento di Isabella Milani (pseudonimo di un’insegnante e blogger, autrice de “L’arte di insegnare”), a proposito di un tema delicato e molto discusso, a seguito di recenti episodi di cronaca

Il problema è serio. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi reato venga commesso da parte di qualcuno nel suo lavoro (quindi praticamente tutti i giorni), il mostro viene sbattuto in prima pagina, in televisione e sui social network e una valanga di lettori e utenti, senza pensarci su un attimo, grida con tutta la sicurezza del caso: “vanno ammazzati!”, “ci vorrebbe il napalm”, “ergastolo a tutti”, “messi in una piazza, alla gogna, con la gente intorno che li riempie di botte”, e frasi simili. C’è tutto un fiorire di gruppi che incitano all’odio verso la categoria che è finita nell’occhio del ciclone.


LEGGI ANCHE- Quello che i genitori iperprotettivi dovrebbero sapere 

Negli ultimi tempi la frase è: “telecamere obbligatorie per legge in tutte le scuole materne, in tutti gli asili”.

Personalmente, se per esempio leggo che delle maestre picchiano i bambini a loro affidati, sono abituata a riflettere, evitando i giudizi impulsivi conseguenti alla rabbia profonda che senz’altro anch’io provo. Non mi sfogo sui social lanciando maledizioni, augurando la morte e declinando fantasiose e cruente punizioni corporali. Non lo faccio perché credo che sia perfettamente inutile, e anche ridicolo; un po’ come quando uno, piantando un chiodo, si dà una martellata sul pollice e si mette a urlare, a bestemmiare e a spaccare quello che ha a portata di mano. Inutile e un po’ ridicolo: il dolore se lo tiene, e in più deve raccogliere i cocci di quello che ha rotto.

Se c’è qualche insegnante che picchia i bambini, che senso hanno tutti quegli insulti, anche verso l’intera categoria? Sono uno sfogo? Sono una punizione? Verso chi? In che senso? Sono forse un suggerimento per le autorità e per le forze dell’ordine? Veramente si pensa di dover suggerire qualcosa? E, soprattutto, che senso ha, visto che ci sono state due (o tre, o dieci) maestre che hanno picchiato i bambini in un asilo privato, che la gente urli a gran voce o scriva sui social “Ora basta! non ci fidiamo più degli insegnanti! Vogliamo le telecamere in tutti gli asili!!!”. È l’idea di colpirli tutti per colpirne dieci?


LEGGI ANCHE – Perché non dobbiamo riempire di giocattoli i bambini

Una domanda, solo per capire: ma se qualche insegnante picchia dei bambini in una certa scuola, magari a 400 chilometri di distanza, io, insegnante, divento automaticamente una persona potenzialmente pericolosa?  Mi si può offendere, mi si può guardare con sospetto, perché, se lo ha fatto lui, potrei farlo anch’io? Cioè, il ragionamento è “un insegnante è violento: ne consegue che tutti gli insegnanti possono essere violenti”, o “un insegnante è pedofilo, quindi tutti gli insegnanti possono essere pedofili”.

Un ragazzo ha rubato in un supermercato = tutti i ragazzi – anche vostro figlio – verranno perquisiti all’uscita.

Un vostro collega ha rubato del materiale dall’ufficio = anche voi verrete perquisiti prima di uscire.

Un negoziante a Torino dà sistematicamente il resto sbagliato = i vostri clienti a Canicattì controllano tre volte il resto che date, perché non si sa mai, forse anche voi siete disonesti.

Ci sono persone che rubano anche agli amici = una vostra amica va in un bagno pubblico, vi chiede di tenerle la borsa, ma prima di darvela ci mette un lucchettino.

Vi va bene questa mentalità?


LEGGI ANCHE – È il caso di fare ancora le gite scolastiche? 

Non sarebbe bene chiedere a gran voce che quegli insegnanti venissero puniti secondo la legge, e che non potessero più fare gli insegnanti? Che venissero fatti più controlli, e che i dirigenti di quelle scuole venissero perseguiti perché non hanno fatto le opportune verifiche o addirittura hanno taciuto, diventando complici?

Trovo che anche soltanto pensare di mettere nelle scuole le telecamere per controllare da casa i propri figli sia assurdo e ingiusto, per tre motivi:

1 Sarebbe una gravissima offesa per tutti quegli insegnanti (cioè per quasi tutti gli insegnanti) che non si sognerebbero mai di alzare un dito su un bambino, e che si troverebbero a essere controllati come estranei di cui non ci si fida.

2 Tutti i genitori potrebbero vedere il proprio bambino. Ma anche i bambini degli altri, saltando alla grande quella privacy di cui si parla tanto. Tenete presente che potrebbero vedere anche il vostro bambino che fa i capricci, che si fa la pipì addosso, che picchia un compagnetto, che non sa fare quello che gli altri sanno fare già bene.

3 Sarebbe una spesa astronomica, perché significherebbe una telecamera in ogni classe, in ogni aula, in ogni laboratorio e anche nei corridoi. Un po’ come sparare a una zanzara con un cannone.

Ma visto che stiamo ragionando, forse possiamo mettere le telecamere non solo in tutte le scuole materne, ma anche in tutte le altre scuole. Però, bisogna fare le cose per bene un po’ dappertutto.


LEGGI ANCHE – Perché non dobbiamo aiutare i figli nei compiti

Le telecamere andrebbero messe anche in ogni ambulatorio, perché ci sono stati casi di medici che hanno molestato le pazienti; in ogni ufficio postale, perché è capitato che qualche dipendente abbia sottratto oggetti;  in tutte le residenze per anziani, le case di cura e in ogni luogo dove ci sia una badante o un infermiere o un medico, perché abbiamo letto di badanti che picchiavano gli anziani e di infermieri e di medici che maltrattavano o che addirittura uccidevano i malati;  in ogni oratorio,  in tutti gli spogliatoi dei campi di calcio, delle scuole di danza, nelle palestre, perché potrebbero esserci dei pedofili; in tutti gli studi di massaggiatori o terapisti di qualsiasi tipo, perché può capitare che qualcuno esageri con i massaggi e i trattamenti, e anche – perché no – in tutte le case e le case-famiglia dove ci sono bambini piccoli, donne o anziani, perché – si sa – le molestie e le violenze, fisiche e psicologiche, si consumano soprattutto fra le mura domestiche. Sugli autobus si possono verificare furti, ma anche palpeggiamenti di ragazzine e perciò le telecamere starebbero bene anche lì. Pensandoci, dato che le molestie possono avvenire anche nel mondo del lavoro, soprattutto da parte di capi e dirigenti che le lavoratrici non potrebbero denunciare, direi che le telecamere sarebbero opportune anche in tutti gli uffici. Ovviamente, tutti gli angoli di tutte le strade dovrebbero essere sorvegliate da telecamere e il loro numero dovrebbe essere raddoppiato nei quartieri ad alta presenza di stranieri, perché abbiamo letto che qualcuno ha stuprato delle italiane.

Forse sta per aprirsi una stagione con i fiocchi per chi produce e per chi vende telecamere di sorveglianza.

Ma poi – finalmente!!! – saremo tutti più tranquilli.

O no?

L’AUTRICE – Isabella Milani è lo pseudonimo di un’insegnante e blogger che ha trascorso la vita nella Scuola. Per Vallardi ha pubblicato L’arte di insegnare – Consigli pratici per gli insegnanti di oggi. Qui il suo blog.

 

 

Libri consigliati