“Sono cresciuto a dispetto di tutto, di me stesso, contro me stesso, creandomi un doppio che ha bisogno di sfidare il mondo. Sempre…”: in uscita il libro autobiografico “L’acqua è più profonda di come sembra da sopra”, in cui Fedez parla della malattia, della fine del matrimonio con Chiara Ferragni, e delle tante polemiche che lo hanno coinvolto in questi anni
Dopo le anticipazioni dei mesi scorsi, il libro-confessione di Fedez (più volte rinviato) arriva in libreria: l’autobiografia L’acqua è più profonda di come sembra da sopra (Mondadori), tocca (ovviamente dal punto di vista del diretto interessato) le principali polemiche che hanno visto protagonista il rapper in questi anni: dalla fine del matrimonio con Chiara Ferragni alle discusse amicizie con gli ultras, senza dimenticare, naturalmente, la malattia.
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“Cadiamo perché la vita non smetterà di riproporci la stessa lezione, finché non la faremo nostra”
Fedez, nome d’arte di Federico Leonardo Lucia, che nel 2016, sempre con Mondadori, aveva pubblicato FAQ – A domanda rispondo, si descrive così: “Sono cresciuto a dispetto di tutto, di me stesso, contro me stesso, creandomi un doppio che ha bisogno di sfidare il mondo. Sempre. E quasi sempre viene sconfitto. Prende botte. Dal mondo. Ma la lotta più temuta è quella contro noi stessi, in cui viviamo accompagnati dai nostri fantasmi, danziamo con le nostre debolezze che fingiamo di non vedere. Ma perché lo sto raccontando in un libro? C’è chi sosterrà che è per i soldi, forse è vero, non m’importa, ma ha senso se anche solo una persona dopo averlo letto si sentirà meno sbagliata, imperfetta, fallita soltanto perché il mondo intorno urla che lo è: un fallito, un coglione, un nulla. Io non sono un buon esempio, forse sono il peggiore che esista, ma proprio per questo posso diventare il migliore degli esempi possibili. Esiste un momento in cui comprendiamo che il coraggio più grande non è la fuga, ma il guardarsi negli occhi. Smettere di ignorare quel vuoto assordante che smania per essere ascoltato perché è l’unico modo di esistere davvero. Non possiamo controllare ciò che accade intorno a noi, ma possiamo decidere come reagire a tutto questo. È la caduta, è il crollo, a costringerci a cercare un senso. A interrogarci, a cercare risposte, a ricostruire. Cadiamo per imparare a rialzarci. Cadiamo perché la vita non smetterà di riproporci la stessa lezione, finché non la faremo nostra“.
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“Non è mai troppo tardi per vivere un passato migliore”
Tra i capitoli del libro, “Non mi va di parlare della mia infanzia” e “La prima rissa“, “Come ho smesso di andare a scuola“, in cui l’autore racconta i difficili anni dell’adolescenza.
Tra le pagine più dure, quelle del capitolo “Del suicidio“: “(…) Uno dice: ‘Sono solo pillole.’ Ma quelle bastarde erano diventate la mia pelle, la mia lingua, il mio pensiero. E appena le ho interrotte il cervello ha cominciato a urlare. Come quando ti disintossichi dall’eroina…”.
Nell’epilogo Fedez (che spesso, nel corso del libro, si difende dagli attacchi, ad esempio in capitoli come “Nemmeno mia madre può rompermi le palle su chi frequento” e “Non sono mai stato avido“) ammette di non essere “un esempio”. Al tempo stesso, “credo di aver imparato alcune cose”… anche perché, “non è mai troppo tardi per vivere un passato migliore“.
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