“Ed ecco perché a chi oggi si domanda se quegli esami servano ancora a qualcosa, rispondiamo che sì. Servono a crescere. Servono a ricordare le nostre emozioni, le nostre paure e le nostre aspettative tradite o realizzate”: Barbara Bellomo, insegnante e scrittrice l’autrice, riflette sull’importanza dell’esame di Maturità

La notte prima degli esami

È una strana notte quella prima degli esami. Una notte, come canta Antonello Venditti, di lacrime e preghiere. Notte di ansia, in cui ci domanderemo se uscirà proprio la traccia che ci aspettavamo, se saremo in grado di riempire tutti i fogli che ci daranno, se la terza prova sarà alla nostra portata e se i commissari esterni saranno proprio come ci hanno raccontato le ricerche sui social. È il momento in cui ci chiederemo come supereremo la prima vera sfida della nostra vita.

Ma è anche la notte dell’attesa. Perché dopo gli esami nulla sarà come prima. Si dovrà camminare da soli, senza le pareti di una classe a difenderci e senza il sorriso amico del compagno di banco, con cui si sono condivise gioie, paure e confidenze sincere. Il tempo avrà un altro sapore e forse più nessuna campanella susciterà in noi la gioia della piena libertà.

Sentiremo che un ciclo, durato tredici anni, si completa, che uno nuovo e sconosciuto ci attende e che siamo solo all’inizio di tanti ostacoli da superare. Saremo presi dalla paura di un mondo in cui il lavoro non è più scontato, ma anche dalla gioia e dall’eccitazione del futuro che ci attende.

Poco importa come la passeremo: tra i libri cercando di fermare nella memoria tutti i dati possibili, con gli amici a cantare, da soli a pensare o con le famiglie a cercare conforto. In ogni caso, per la prima volta, ci renderemo conto che il tempo scorre troppo veloce e ci rimprovereremo, probabilmente, di non avere studiato di più.

La notte prima degli esami però non è solo dei diciottenni che quest’anno il 22 giugno sosterranno la prova.

È la notte degli insegnanti che, dopo avere seguito gli studenti tanto a lungo da avere imparato a conoscerne le forze e le fragilità, si chiederanno se siano stati abbastanza bravi a prepararli non solo all’esame, ma anche agli studi futuri e al lavoro, e che guarderanno con affetto i loro ragazzi pronti ad affrontare uno dei momenti più delicati della vita. Perché a diciott’anni si può essere quello che si vuole, a trent’anni molte scelte sono prese e a quarant’anni si comincia a vivere di rendita per il lavoro intrapreso.

È la notte dei genitori che, con un misto di orgoglio e timore, si stupiranno di come sia possibile che i loro piccoli siano già diventati adulti.

E per tutti coloro, che gli esami li hanno fatti, è la notte dei ricordi.

Ecco perché a chi oggi si domanda se quegli esami servano ancora a qualcosa, rispondiamo che sì. Servono ai giovani per crescere. Servono a tutti noi per ricordare le nostre emozioni, le nostre paure e le nostre aspettative tradite o realizzate.

barbara bellomo salone del libro di torino 2016 ph yuma martellanz-

L’AUTRICE – Barbara Bellomo laureata in Lettere, ha conseguito il dottorato in Storia antica e ha svolto lavoro di ricerca come assegnista presso la cattedra di Storia romana dell’Università di Catania. Attualmente insegna in una scuola superiore e per Salani ha pubblicato La ladra di ricordi.

IL LIBRO – La ladra di ricordi (Salani).Cosa accomuna l’omicidio, ai giorni nostri, di una dolce, vecchia signora dalla vita irreprensibile e i grandi protagonisti dell’età repubblicana – Cesare, Lepido, Cicerone, Marco Antonio, la crudele moglie Fulvia e la piccola Clodia? È quello che dovrà scoprire un terzetto stranamente assortito, chiamato in causa per l’occasione. Isabella De Clio, giovane archeologa siciliana specializzata in arte antica, è bella, volitiva, preparatissima, ma ha un motivo particolare per temere la polizia. E il fatto che l’affascinante Mauro Caccia, l’uomo che la affianca nelle indagini, sia un commissario non l’aiuta più di tanto. Con loro c’è anche Giacomo Nardi, depresso professore di museologia e beni culturali… È l’inizio di una storia che intreccia la Roma del I secolo a.C. e l’Italia contemporanea, gli antichi intrighi politici e i mediocri baroni universitari dei nostri tempi, la violenza che si nasconde tra le mura di casa e la precarietà in cui i ragazzi di oggi, anche i migliori, sono costretti a crescere e a diventare adulti.

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