Intervista a Montroni: “Sostenere con adeguati finanziamenti il Centro per il libro è nelle intenzioni di Franceschini, ma finché non usciremo da questa crisi non è pensabile che accada…”

Il Libraio ha intervistato Romano Montroni, che lo scorso aprile è stato nominato dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini alla presidenza del Centro per il Libro e la Lettura, voluto nel 2009 dall’ex ministro Sandro Bondi (governo Berlusconi), e in precedenza  affidato all’ex numero uno della Mondadori Libri Gian Arturo Ferrari

 

Montroni, l’istituto autonomo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, che presiede, “ha il compito di divulgare e di promuovere il libro, la cultura e gli autori nazionali” ma, storicamente, ha a disposizione fondi limitatissimi. È riuscito a ottenerne di più in questi primi mesi di lavoro?
“Purtroppo, la situazione economica del nostro paese non permette di avanzare richieste proporzionate alle necessità. Dare maggior valore al Centro per il libro e la lettura e sostenerlo con adeguati finanziamenti è certamente nelle intenzioni del ministro, ma finché non usciamo da questo stato di crisi non è pensabile che accada. Del resto, nel mondo dei libri siamo abituati a sopperire alla mancanza di fondi facendo leva sulla passione, l’entusiasmo e la partecipazione… I risultati sono comunque soddisfacenti, speriamo di poter fare ancora di più e ancora meglio”.

I dati recentemente presentati dall’Aie confermano “un problema annoso e complesso come la scarsa familiarità degli italiani con i libri e la lettura”. State lavorando a nuovi progetti in proposito?
“Data la mia lunghissima esperienza nel settore, ho una visione molto chiara – condivisa dalle strutture istituzionali – su cosa bisogna cercare di fare per risolvere questo problema, o almeno per arginarlo: bisogna dedicarsi soprattutto ai giovani, anzi ai giovanissimi, cominciare cioè dall’asilo e accompagnarli con tutti i mezzi possibili fino alle superiori. Ecco perché abbiamo dato vita a Libriamoci, un esperimento di letture ad alta voce nelle scuole di tutta Italia. Siamo abbastanza contenti di com’è andata, considerate le difficoltà operative che abbiamo incontrato: e infatti continueremo nel 2015, forti dell’esperienza di quest’anno”.

Quali sono i prossimi obiettivi del Cepell?
“Dare continuità a Libriamoci, mantenere attivo il progetto In Vitro, tentare di coinvolgere le associazioni che si occupano già di lettura nelle scuole – associazioni meravigliose che in totale autonomia e grazie ai volontari compiono un’opera di grande rilievo culturale. Per il Maggio dei Libri, poi, allestiremo in cento città delle librerie di piazza con una forte presenza di tascabili e di piccoli editori: due realtà importantissime che faticano a trovare spazio in libreria. L’operazione sarà possibile grazie a tre partner: 1) l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), che ci aiuterà a ottenere la concessione gratuita delle piazze; 2) l’Ali (Associazione librai italiani), che ci sosterrà nella gestione degli spazi; 3) gli editori, che ci favoriranno per gli assortimenti e che manderanno i loro autori per animare una serie di iniziative, anche queste volte primariamente ai più giovani”.

Almeno in un paio di occasioni pubbliche Franceschini ha criticato la tv italiana e, in particolare, l’assenza nelle nostre fiction di personaggi che leggono, come pure di librerie… Ne avete parlato con il direttore di Rai Fiction Eleonora “Tinny” Andreatta?
“Sì, e abbiamo trovato attenzione costruttiva e voglia di condividere il problema. Eleonora Andreatta è stata molto propositiva e disponibile sulle fiction prodotte in Italia, e inoltre ha fatto notare come tante siano tratte da grandi classici della letteratura – quelli che un tempo chiamavamo “sceneggiati”. Adesso bisogna introdurre il libro nelle trasmissioni in maniera più massiccia e al tempo stesso capillare, proponendolo come presenza costante nella nostra vita quotidiana – nelle case, nelle scuole – e mostrando librerie e biblioteche. Insomma, facendo capire che è uno strumento formidabile non solo di crescita culturale ma anche di svago e di relax. E soprattutto, che leggere è una passione meravigliosa capace di cambiare la vita”.

 

 

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