Sta facendo molto discutere la puntata di “Parliamone sabato” (rubrica de “La vita in diretta” condotta su Rai1 da Paola Perego) dedicata alle donne dell’est. E mentre arrivano le scuse del presidente Rai Monica Maggioni e del direttore di rete Andrea Fabiano, su ilLibraio.it la scrittrice Roberta Marasco commenta: “È un problema grave, che non andrebbe sottovalutato, ma è un problema di cui dovrebbero farsi carico gli uomini e che non andrebbe infilato a tradimento sotto l’ala del femminismo…”

Quanta tenerezza, che l’elenco dei motivi per scegliere una fidanzata dell’Est proposto da Parliamone sabato su RaiUno inizi con “Sono tutte mamme”. Vien quasi da perdonare quella virgola sbagliata dopo il “ma” che proprio non si può vedere. La mamma è sempre la mamma, insomma. Anche per chi sogna una fidanzata un po’ zoccola, che faccia i lavori di casa in minigonna mentre lui se la spassa altrove, con tutta la serenità che ti garantisce una donna che non ti si appiccica addosso come la tenda della doccia, non frigna e non si mette il pigiamone.

La notizia, le polemiche e le reazioni (da Repubblica.it)

Accipicchia, e io che pensavo che la Sindrome dello Strofinaccio delle donne fosse una brutta cosa. E adesso scopro che gli uomini devono convivere con la terribile Sindrome del Pigiamone. Quella che li obbliga ad atteggiarsi da padroni e a rifuggire dalle donne che mettono la tuta e il broncio. Quella che li costringe a cercarsi una donna disposta a farsi comandare e che, come regalo di compleanno, li porti al bordello, proprio come facevano i papà con i pischelli d’altri tempi. “Dimmi di che cosa ti vanti e ti dirò che cosa ti manca” recita il proverbio. Che ciascuno tragga le proprie conclusioni. Se mia nonna teneva sempre uno strofinaccio vicino alla porta, da afferrare prima di aprire a mio nonno per non farsi trovare con le mani in mano, che cosa terranno mai vicino alla porta gli uomini spaventati dal Pigiamone?

In quanto donna “dell’Ovest”, io non riesco proprio a sentirmi offesa. Mi dispiace piuttosto per le prossime generazioni di uomini, che si sentiranno obbligati a farsi obbedire da donne a cui non passerà neanche per l’anticamera del cervello di trattarli da padroni. Uomini che si spaventeranno alla vista di un pigiamone, che si vergogneranno per il fisico poco marmoreo della moglie, che avranno ancora bisogno di dimostrare quanto sono maschi ostentando un’autorità inesistente, messa in crisi dal primo broncio e dal primo “ma”.

Bisognerà pensare al più presto a Storie della buonanotte per bambini poco virili, in cui offrire modelli rassicuranti di uomini che non hanno dimostrato niente a nessuno e hanno avuto successo lo stesso. Le biografie di cento personaggi che facevano i lavori di casa e discutevano le decisioni insieme alle compagne e non avevano bisogno di una moglie sexy e sottomessa per sentirsi uomini. Il femminismo però questa volta non c’entra, non è un problema nostro. Non facciamoci fregare con il vecchio trucco del “non lo trovo” che va sempre a finire che ci alziamo e lo prendiamo noi il cucchiaio che si trovava, guarda un po’, nel cassetto dei cucchiai. Che se la sbrighino da soli, questa volta.

Quello emerso dalla puntata di Parliamone sabato (per cui sono arrivate pronte le scuse del direttore di RaiUno, Andrea Fabiano) è un problema maschile. Ed è un problema grave, perché rivela un bisogno di autoritarismo e una dimostrazione di forza del tutto fasulla, di chi si sbraccia nel vuoto della crisi a sprezzo del ridicolo e alla ricerca di sicurezze che non trova, illudendosi davvero di poterle comprare per due soldi alla fiera dell’Est o con qualche commento volgare e violento nei social. È una prova di forza illusoria, ma non per questo meno pericolosa. È un problema grave, che non andrebbe sottovalutato, ma è un problema di cui dovrebbero farsi carico gli uomini e che non andrebbe infilato a tradimento sotto l’ala del femminismo.

Ecco il punto sette, allora: la fidanzata dell’Ovest comincia presto, finisce presto e di solito non risolve i problemi di virilità.

IL LIBRO E L’AUTRICE – Le regole del tè e dell’amore (in libreria per Tre60) è l’ultimo libro di Roberta Marasco. L’amore di Elisa per il tè risale alla sua infanzia. È stata sua madre a insegnarle tutte le regole per preparare questa bevanda e ad associare, come per gioco, ogni persona a una varietà di tè. Daniele, il suo unico grande amore, è tornato dopo tanto tempo. Ma Elisa ha imparato da sua madre a non fidarsi della felicità, a non lasciarsi andare mai, perché il prezzo da pagare potrebbe essere molto alto. Prima di tutto dovrà trovare se stessa, poi potrà capire se Daniele può renderla felice. Quando trova per caso una vecchia scatola di tè con un’etichetta che riporta la scritta ROCCAMORI, il nome di un antico borgo umbro, Elisa ne è certa: si tratta del tè proibito della madre, quello che le fece provare solo una volta e che, lei lo sente, nasconde più di un segreto. Forse proprio lì, in quel borgo antico, Elisa potrà trovare le risposte che cerca e imparare a lasciarsi andare e a fidarsi dell’amore, guidata dall’aroma e dalle regole del tè…