Ronan Farrow, Premio Pulitzer, è l’autore dell’inchiesta giornalistica che ha sconvolto non solo il mondo del cinema, ma anche quello dei media. Nel libro “Predatori” svela l’anno dedicato all’indagine – non priva di ostacoli – sul caso Weinstein – L’approfondimento

Poco più di due anni fa, il 10 ottobre 2017, il New Yorker ha pubblicato una lunga inchiesta firmata da Ronan Farrow su Harvey Weinstein intitolata From Aggressive Overtures to Sexual Assault: Harvey Weinstein’s Accusers Tell Their Stories (Dalle aggressioni improvvise all’assalto sessuale: le accusatrici di Harvey Weinstein raccontano le loro storie, ndr). Nell’articolo, Farrow denuncia il comportamento abusivo del produttore e raccoglie le testimonianze di tredici donne, tre delle quali affermano di essere state violentate da Weinstein, e sedici dipendenti ed ex dipendenti di Miramax e di Weinstein Company, le aziende fondate da Harvey Weinstein e dal fratello Bob.

L’inchiesta è stata pubblicata due giorni dopo un articolo del New York Times in cui le giornaliste Jodi Kantor e Megan Twohey rivelavano come per diversi anni il produttore cinematografico statunitense – tramite la Weinstein Company – avesse zittito le donne che lo accusavano di molestie tramite contratti di non divulgazione e pagamenti di somme che andavano dalle decine di migliaia di dollari a cifre con molti più zeri.

predatori Ronan Farrow

Ronan Farrow ripercorre in un libro il processo che lo ha portato a scrivere un’inchiesta che ha sconvolto non solo il mondo del cinema ma anche quello dei media. Con Predatori (Solferino, traduzione di Eloisa Banfi, Annalisa Di Liddo, Barbara Murgia e Vincenzo Perna) Farrow svela l’anno dedicato all’indagine su Weinstein: dipendente del canale statunitense NBC, dove si occupava di inchieste per i programmi del mattino, viene a conoscenza di alcune accuse mosse da donne dell’industria del cinema nei confronti del produttore. Tra di loro l’attrice Rose McGowan, che ha poi raccontato la sua esperienza nel memoir Brave (Harper Collins, traduzione di Carla Storti).

Durante le indagini e le interviste alle testimoni, Farrow scopre un intreccio di potere e impunità che permea la vita di Weinstein e di chi lo circonda: sembra che tutti, o quasi, sappiano del suo comportamento predatorio ma si premurino di coprirne le tracce. Weinstein ha solidi legami con dei media conniventi, che infangano le reputazioni delle accusatrici attraverso articoli scandalistici che le rendono “poco credibili” agli occhi del pubblico.

Quando le cose iniziano a farsi serie, Weinstein – tramite i suoi avvocati – assolda un’agenzia di spionaggio israeliana che fa pedinare i giornalisti “scomodi”, come Farrow. Sempre tramite l’agenzia israeliana entra in gioco una coppia di agenti: un sedicente giornalista del Guardian che vuole carpire informazioni ai colleghi americani e una donna che diventa amica di Rose McGowan per scoprire il contenuto del suo libro prima della pubblicazione.

Farrow racconta anche le pressioni subite in prima persona, in quanto giornalista interessato a scoprire la verità: ben presto, il suo superiore, Noah Oppenheim, a capo delle news di NBC, e il presidente della rete, Andy Lack, lo dissuadono dal portare avanti l’indagine. E addirittura gli consigliano di proporla a un giornale – così Farrow si presenta da David Remnick, il direttore del New Yorker. Dietro alla decisione della rete le pressioni di Weinstein e la connivenza tra uomini di potere.

Poco dopo l’esplosione del caso Weinstein, anche Andy Lack è stato accusato di molestie da parte di alcune colleghe, come racconta lo stesso Farrow. Nel libro vengono mosse accuse anche nei confronti di Matt Lauer, presentatore di spicco di NBC ed ex-collega di Farrow. “Il libro è stato un’opportunità per portare alla luce altri indizi e rivelazioni”, ha spiegato l’autore al Guardian.

Jodi Kantor e Megan Twohey she said

Predatori non è l’unico libro nato dalle indagini su Weinstein: a settembre 2019 anche Jodi Kantor e Megan Twohey, le giornaliste del New York Times con cui Farrow ha vinto il premio Pulitzer nel 2018, hanno pubblicato She Said. 

Tuttavia, Predatori è l’unico libro pubblicato finora sul caso Weinstein che non solo racconta i fatti legati all’indagine, ma svela anche le difficoltà che ha dovuto affrontare un giornalista investigativo alle prese con la storia: i pedinamenti, il lungo processo necessario per acquisire la fiducia delle fonti e la loro disponibilità a rilasciare testimonianze e anche le problematiche più personali, dall’insonnia alla mancanza di un confine tra professione e vita privata. 

L’inchiesta ha anche riaperto una dolorosa questione famigliare: nel 1992 Dylan, la sorella maggiore di Ronan Farrow, spesso citata nel romanzo, ha denunciato il padre adottivo Woody Allen di averla abusata sessualmente. In Predatori l’autore racconta come le scoperte nell’indagine lo abbiano portato a confrontarsi con la sorella, ma anche come il passato sia stato usato per screditare la sua attendibilità di giornalista: “Mosse sporche”, le definisce Farrow al Guardian.

Infine, nel libro trova spazio il rapporto con la madre Mia Farrow e con il compagno, il produttore di podcast ed ex-autore di discorsi per Barak Obama Jonathan Lovett, a cui Farrow ha proposto di matrimonio inserendo la fatidica domanda in una bozza di Predatori.

Non tutti i predatori esistenti nel mondo sono stati fermati dall’inchiesta di Farrow, dal suo libro, o dal lavoro di tanti altri colleghi e colleghe o dalle persone che hanno denunciato e stanno tuttora denunciando gli abusi subiti, ma operazioni come quella che ha permesso che il caso Weinstein venisse a galla dopo decenni di indagini non andate a buon fine, sono preziosi passi avanti.

Come hanno recentemente raccontato sempre al Guardian l’ex assistente di Weinstein e ora produttrice teatrale Zelda Perkins e Rosanna Arquette, entrambe citate anche in Predatori, “questa è solo la punta dell’iceberg” e presto verranno alla luce “nuove rivelazioni su uomini che abusano del loro potere”.

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