“Stupro a pagamento” è un’opera che racconta cosa significa essere “fuori” dalla società e accontentarsi di condizioni di vita estreme. In particolare se si è una donna. L’autrice, Rachel Moran, è cresciuta con due genitori affetti da malattie mentali e in stato di povertà. Senza tetto e prostituta a quindici anni, ora è un’attivista femminista

La prostituzione raccontata da chi l’ha vissuta per sette anni: lo fa Rachel Moran nel memoir Stupro a pagamento. La verità sulla prostituzione (Round Robin, traduzione di I. Maccaroni e C. Carpita).

prostituzione

L’autrice nasce negli anni Settanta a Dublino in una famiglia disfunzionale: madre schizofrenica e padre bipolare. Dai quindici ai ventidue anni si prostituisce per vivere, ma nel 2000 decide di cambiare la sua vita e trova la forza di farlo davvero. Oggi è giornalista e autrice, oltre che attivista contro la prostituzione.

Sulla prostituzione, infatti, Moran non ha dubbi: andrebbe abolita. E della sua opinione sono anche le portavoce femministe Jane Fonda e Gloria Steinem, che definisce il memoir “una battaglia per la verità”. Tramite la propria dolorosa esperienza Rachel Moran racconta come la prostituzione, a cui è stata iniziata da un fidanzato, sia uno sfruttamento della donna legittimato dal denaro. Uno stupro a pagamento, per l’appunto, in cui gli uomini si possono pulire la coscienza tramite la transazione economica.

Posizioni sulla prostituzione e la sua abolizione a parte (Moran è contraria all’idea della regolamentazione dell’attività), Stupro a pagamento è la storia (vera) di una outsider che si trova a vivere di espedienti. Una sorta di Oliver Twist al femminile. Dalla morte del padre, avvenuta quando l’autrice aveva solo quattordici anni, e dal conseguente tracollo della madre, Moran vive in istituti e infine sulla strada.

Senza tetto, ma – come specifica lei stessa nell’opera – priva anche di qualsiasi altro bene all’infuori del proprio corpo, incapace di darsi all’arte del taccheggio, non le resta che sfruttare il suo unico possedimento: se stessa. La prostituzione sembra essere l’unica scelta possibile, ma è anche la strada che la porta ancora più in basso.

Se da piccola era additata dai vicini come la “zingara” per via dei vestiti cenciosi e sporchi, da adolescente e giovane donna è la prostituta all’angolo della strada e nei bordelli. Per questo, prima di tutto, Stupro a pagamento è un’opera che racconta cosa significa essere “fuori” dalla società e accontentarsi di condizioni di vita estreme. In particolare se si è una donna.

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